PORNO CON I GUANTI - JAMES DEEN E JESSICA DRAKE GUIDANO LA RIVOLTA CONTRO LE NUOVE NORME CHE IMBAVAGLIANO L’HARD (VIDEO) - A 39 ANNI LA JAMESON TORNA A LUCI ROSSE: “LO FACCIO PER I MIEI FIGLI”

Massimo De Angelis per "Libero"

Il mondo del porno hollywoodiano è in deciso fermento. Non a causa di bollenti pellicole, ma per la recente normativa della California che impone rigidissime misure di sicurezza sui set a luci rosse. La ricca industria dell'hard si ribella. In principio l'oggetto del contendere fu il profilattico, adesso la dura legge richiede l'uso obbligatorio di altri curiosi ammennicoli.

A iniziare da sinuosi guanti di lattice, per passare a una comoda mascherina in plexiglas per proteggere gli occhi e terminare con soffici fazzoletti di cellulosa per le parti intime in caso di rapporti orali. La prossima mossa potrebbe essere quella di imporre sulle scene un'eccitante tuta da palombaro.

Nel mirino degli inflessibili politici americani ci sarebbe ogni sorta di fluido corporale, dalle semplici lacrime ai più intensi liquidi seminali, in quanto possibili portatori di infezioni. Ebbene, secondo gli addetti ai lavori, tali disposizioni provocherebbero un immediato calo del desiderio tra gli artisti e nel voglioso pubblico, nonché un crollo degli incassi per le disperate case di produzione.

Chi noleggia, compra, o comunque guarda film erotici vuole assistere a sequenze di sesso esplicito, senza alcun tipo di censura, divieto o uso di attrezzi contro natura. E così l'agguerrito sindacato degli attori porno è sceso sul piede di guerra, riunendosi in un'assemblea fiume. Ordine del giorno contrastare le ferree regole protezioniste e risultato finale una presa di posizione curiosa, ma molto chiara.

Le due star del momento, vere celebrità nel settore, come James Deen e Jessica Drake (praticamente la versione a stelle e strisce di Rocco Siffredi e Cicciolina) hanno deciso di girare un ironico spot per mettere alla berlina le vituperate norme. Ne viene fuori una situazione più da b-movie italiano che da luci rosse d'oltreoceano.

Si vede una troupe abbigliata completamente con camici sterilizzati e attillate mascherine, e gli stralunati protagonisti impegnati in un amplesso,tra mille difficoltà e un tripudio di risate.Tanta plastica e poca carne, molto imbarazzo e zero performance. Preliminari scadenti, baci impossibili e infine uno straccetto per il blow job che per poco non soffoca l'ammosciato stallone.

Mentre vengono proiettate le immagini del surreale filmato, scorrono dei sottotitoli tesi a evidenziare come gli impiegati nell'universo hard siano sottoposti a continui controlli medici. Quindi tali assurde misure renderebbero solo impossibili le realizzazioni di prodotti vigorosi, e soprattutto vendibili agli infoiati spettatori.

A questo proposito sembra già preistoria la crociata intrapresa pochi mesi fa contro l'obbligo del preservativo sul set, imposto da un referendum popolare nella contea di Los Angeles. L'utilizzo del condom serviva come tutela dal rischio di contrarre il virus dell'Aids, ma secondo il celeberrimo John Holmes infilarne uno era come suonare il pianoforte con i guanti.

Due delle maggiori aziende produttrici di porno hanno intentato causa legale contro la penalizzante disposizione. Secondo le Major statunitensi avrebbe addirittura minato la libertà di espressione garantita dal primo emendamento della Costituzione, anche se l'intenzione legislativa era quella di prevenire epidemie infettive.

Come reagiranno ora le potenti società di fronte all'inasprimento normativo? C'è addirittura chi prevede un futuro catastrofico, con chiusura di decine di agenzie e uffici di promoter.

L'unica arma rimasta è la minaccia di abbandonare l'ex liberal California per andare a girare in location più permissive. All'appello risponde il Vecchio Continente, in particolare l'Ungheria, terra di grandi tradizioni sessuali contraria a censura, lattice e plexiglas.



LA JAMESON TORNA A LUCI ROSSE «LO FACCIO PER I MIEI FIGLI»

G.L.M. per "Libero"

È stata una celebrità del porno, ma con la duplice maternità ha deciso di interrompere la sua brillante carriera. Ma non sempre i conti tornano! Così, Jenna Jameson ha deciso di tornare alle origini, ovvero al mondo dell'hard.

L'attrice 39enne ha due figli a carico, i gemelli Jesse e Journey, ma soprattutto un marito assente come Tito Ortiz (wrestler di origini messicane). Dunque, ha bisogno di soldi per pagare le bollette (la sua villa di Hollywood è stata sequestrata). La Jameson ha spiegato a Tmz le motivazioni per cui tornerà al porno: «Ho due figli e poi voglio ricominciare a divertirmi».

 

 

james deen e jessica drake spot contro le regole sul porno james deen e jessica drake spot contro le regole sul porno james deen e jessica drake spot contro le regole sul porno james deen e jessica drake spot contro le regole sul porno stoya e james deen stoya e james deen stoya e james deen JENNA JAMESONJENNA JAMESONJENNA JAMESON

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...