jovanotti

(NON) MI FIDO DI TE! JOVANOTTI PRENDE LE DISTANZE DAL PD RENZIANO: "C’E’ UN CLIMA POLITICO FEROCE, VOTERO’ MA NON SONO PIU’ DISPOSTO A PRESTARE UN MIO BRANO: ALLORA LA NASCITA DEL PD CON VELTRONI MI AVEVA COINVOLTO EMOTIVAMENTE – LE DROGHE? MA SE HO PAURA DI PRENDERE UNA PILLOLA CHE NON SO CHE CAZZO C’E’ DENTRO. POI L’IDEA DI FARMI UNA PUNTURA? MA NEANCHE SUL SEDERE! - FRANCESCA FAGNANI INTERVISTA POI SVIENE STILE GROUPIE

 

Estratti dall'articolo di Francesca Fagnani per il Fatto Quotidiano

 

jovanotti rubin

Milano, piazza Gae Aulenti. In alto i grattacieli, il Bosco Verticale, il palazzo della giunta regionale, l' Unicredit Tower, in basso una folla in coda ordinata e silenziosa. Ragazzi ed ex ragazzi degli anni 90 aspettano il loro turno per entrare nel Jova Pop Shop, un negozio temporaneo, aperto in occasione dell' uscita del nuovo album di Jovanotti, Oh, Vita!. Dentro c' è lui, che suona, da una settimana tutti i giorni, dal pomeriggio fino alle dieci, alle undici di sera.

 

Sul palco con lui Saturnino ed eccezionalmente Federico Zampaglione. Ogni mezzora viene fatto uscire il pubblico per far entrare un gruppo nuovo di fan. E Lorenzo ricomincia a cantare per i nuovi arrivati. Dietro al palchetto allestito nel negozio c' è il suo staff, i suoi amici e la sua bella Francesca, sempre presente, sempre attenta con i suoi occhi di un blu magnetico. Mi dice: "È un' impresa farlo scendere dal palco". Aspettiamo, poi finalmente arriva…

fiorello jovanotti

 

Il nuovo album è davvero diverso da tutto quello fin qui fatto. Per cambiare così tanto a 51 anni, dopo 30 anni di carriera e 13 dischi, ci vuole più coraggio, più umiltà o qualche insoddisfazione?

C' era voglia! Se avessi detto "ragazzi non sono soddisfatto" dopo l' ultimo album che ha avuto cinque dischi di platino e 800 mila persone nel tour sarei stato uno da menare! C' era invece il desiderio di uscire dal castello dorato in cui mi ero ritrovato. È una bellezza essere una rockstar, ma mi piace l' idea di essere un artista avventuroso, che si prende dei rischi, che fa qualche salto nel vuoto. Ci voleva un atto di coraggio che probabilmente non sarebbe stato così decisivo se non avessi incontrato Rick Rubin. Mi sono affidato al più grande produttore di tutti i tempi….

 

jovanotti

Lei ha detto: "Rubin mi ha messo a nudo partendo dalle mie debolezze". Quali sono?

Lui ha messo in evidenza la mia voce, che è tutto tranne che una voce da cantante, è il contrario: non ha la perfetta intonazione, non ha il timbro vellutato, non ha l' estensione, come quasi tutti i rapper.

La mia è una voce maleducata, rispetto alla tradizione del bel canto. Ho sempre pensato che non mi avrebbero mai preso in un talent show, anzi non sarei arrivato nemmeno alle preselezioni, ho pure la s con la lisca. Però poi sono 30 anni che sono qui e la reazione a questo disco è strepitosa….

 

 

 

Nel 2008 prestò a Walter Veltroni una sua canzone, "Mi fido di te", per la sua campagna elettorale. In realtà quello non era un testo trionfalistico, anzi ci si chiedeva cosa si era disposti a perdere per progredire. Per Veltroni è finita come è finita. Oggi presterebbe ancora una sua canzone per una campagna elettorale?

No, non lo rifarei perché sono cambiate tante cose nel clima politico, è troppo feroce. In quegli anni non c' erano questi toni. La cosa più importante per me resta la musica, e la musica è di tutti e per tutti, quando va in mano agli altri ne perdi il controllo: non posso sapere le strumentalizzazioni che poi si fanno delle mie canzoni.

jovanotti

 

Non mi piace questo clima, la battaglia politica mi interessa meno di quanto mi interessava in quegli anni. Ovviamente andrò a votare, perché questo calo di affluenza mi preoccupa. Sono disposto a dire pubblicamente la mia opinione, ma non più a 'prestare' una mia canzone. Allora l' idea di Veltroni e la nascita del Pd mi avevano coinvolto emotivamente, avevo creduto al Pd del Lingotto, in quel momento andava bene così, adesso non lo rifarei.

 

Nel suo libro-rivista SBAM ! confessa: "Anch' io ho avuto una sbandata per la vecchia idea di una politica fatta di consenso". Cosa le ha fatto cambiare idea? In questo Paese, quando si raggiunge il potere, lo si usa per conservarlo e non per poter fare qualcosa. In inglese power significa energia, quando va via la luce si dice "the power goes out". Mentre noi diamo al potere il significato di qualcosa che ferma le cose, identifichiamo il potere come un tappo che si mette sopra alle cose, mentre il potere è movimento. Si dovrebbe pensare: "Ho ottenuto il consenso per fare le cose che ho promesso", invece si raggiungono i posti di prestigio e tutto il lavoro serve solo a mantenere quel potere e a non perderlo più…

 

jovanotti

Lei ha attraversato trent' anni di carriera con "la faccia pulita", senza droghe e soprattutto senza ingrassare, mentre la maggior parte dei suoi colleghi rockstar sono o fanno i maledetti. Chi è più strano, lei o loro?

Ognuno è quello che è. È strano chi non fa quello che non gli è congeniale, l' importante è essere autentici. A me ha sempre fatto paura la chimica, non ho paura di scalare una montagna, non mi fa paura la velocità, bere l' acqua da una pozzanghera o dormire in un letamaio, ma ho paura di prendere una pillola bianca e rossa che non so che cazzo c' è dentro. Poi l' idea di farmi una puntura? Ma neanche sul sedere! Quando mi devo fare un' antidolorifica scappo! Su di me quella cosa non poteva attaccare.

 

jovanotti

Nota finale non richiesta, ma che onestà impone: chi ha realizzato l' intervista ha trascorso la pre-adolescenza con indosso la felpa con la scritta "È QUI LA FESTA ?" (messa perfino, e solo per distrazione, a un funerale), alternandola di tanto in tanto con l' altra, meno amata ma altrettanto valida, " SIAMO O NON SIAMO UN BEL MOVIMENTO ". Si perdoni quindi se il piglio critico ha ceduto il passo all' entusiasmo, ma del resto "come posso io non celebrarti, Oh Vita!"?

JOVANOTTIJOVANOTTI NUOVA ZELANDAjovanotti

Ultimi Dagoreport

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…