renzi rai

ISIS? MPS? DISOCCUPAZIONE? NO, L’ITALIA DI RENZI HA UN SOLO PROBLEMA: CACCIARE BIANCA BERLINGUER DA RAITRE E SOSTITUIRLA CON UN RENZIANO DOC, LUCA MAZZÀ - I GIOCHI DI POTERE DEI RENZIANI A VIALE MAZZINI SVEGLIANO PERFINO QUEL MERLUZZO LESSO DI ROBERTO SPERANZA: “NON CREDO CHE MATTEO VOGLIA ARRIVARE DOVE NEANCHE BERLUSCONI ERA ARRIVATO.

1 - RAI, IL TG3 CAMBIA GUIDA MAZZÀ DOPO BERLINGUER A IDA COLUCCI IL TG2

Andrea Carugati per “La Repubblica”

 

bianca berlinguer (3)bianca berlinguer (3)

A Viale Mazzini manca solo il timbro dell' ufficialità per i nuovi direttori dei tg. Sigillo che arriverà domani mattina, con la seconda riunione del cda Rai in due giorni. Il pacchetto è chiuso: Mario Orfeo resta alla guida del Tg1 che dirige dal 2012, al Tg2 viene promossa la vicedirettrice Ida Colucci, inviata prima al seguito di Berlusconi e poi di Renzi. Al Tg3 arriva Luca Mazzà, già capo dell' Economia e ora a Raiparlamento.

LUCA MAZZALUCA MAZZA

 

Mazzà nell' ottobre 2015 lasciò l'incarico di capostruttura a Ballarò in polemica con un editoriale in cui Massimo Giannini replicava duramente al premier Renzi, che aveva strapazzato i talk show che «fanno meno ascolti di Rambo». Cambio anche a Rai Parlamento, con la nomina di Nicoletta Manzione, e al Giornale Radio, dove Flavio Mucciante, marito della Colucci, viene sostituito da Andrea Montanari, ora vice al Tg1. Resta al suo posto il direttore della TgR Vincenzo Morgante.

 

Le opposizioni annunciano barricate contro la «lottizzazione renziana», dal M5S a Sinistra italiana, Lega e Forza Italia. Ma c'è tensione anche in maggioranza. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano si schiera a difesa del direttore uscente del Tg2 Marcello Masi, che ha già salutato la redazione e potrebbe affiancare Carlo Verdelli alla direzione Informazione: «Per Masi una ingiusta punizione, sostituito solo per giustificare il cambio al Tg3 in una vecchia logica di sfida a sinistra».

BIANCA BERLINGUERBIANCA BERLINGUER

 

Nel Pd Roberto Speranza, leader della minoranza, attacca Renzi per la rimozione di Bianca Berlinguer: «Non credo che Matteo voglia arrivare dove neanche Berlusconi era arrivato. La normalizzazione del Tg3 sarebbe gravissima e costituirebbe la negazione di quello che il Pd ha sempre affermato sulla Rai». «Il premier sta facendo carne di porco in Rai», l' affondo di Brunetta.

 

Il dg Campo Dall' Orto ha deciso di presentarsi stasera in Vigilanza con il solo piano editoriale varato in mattinata. Una road map fortemente richiesta, in modo bipartisan, dai parlamentari della Vigilanza, al grido di "prima i progetti e poi i nomi". In cda il clima si annuncia teso. Carlo Freccero, indicato dal M5S, è molto critico e spera in 3-4 voti contrari sulle nomine: «Sarebbe la prima volta che la Rai ha un monocolore governativo».

roberto speranzaroberto speranza

 

I consiglieri vicini al centrodestra, Mazzuca e Diaconale, dovrebbero seguirlo. Malumori anche tra i componenti del cda vicini alla maggioranza, fatta eccezione per il renziano Guelfo Guelfi. «L'istinto sarebbe quello di votare no, ma per la Rai sarebbe il caos», il ragionamento. Oggi il piano potrebbe non essere votato dal cda. «Limitiamoci a discutere una bozza, altrimenti la Vigilanza potrebbe bocciare tutto», spiega una fonte del cda.

Dal piano informazione scritto da Verdelli è stata tagliata la fusione tra Tg3 e Rainews. Il diretto interessato smentisce «dissensi rispetto alle scelte del dg Campo dall' Orto». «È un lavoro a tappe, la frittata si fa con le uova a disposizione».

CAMPO DALL ORTO MAGGIONICAMPO DALL ORTO MAGGIONI

 

I dati dell' Agcom indicano che il Tg1, tra metà maggio e metà luglio, ha dedicato circa il 60% del tempo sul referendum costituzionale ai sostenitori del Sì contro il 30% del No, mentre Tg2 e Tg3 hanno dato pari spazio ai due fronti. Numeri che vengono rilanciati dal M5S: «Ecco la vera ragione di queste nomine».

 

direttori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodolidirettori rai campo dall orto dallatana fabiano bignardi teodoli

Oggi il dg e la presidente Maggioni saranno ascoltati dall'Anac di Raffaele Cantone a proposito dell'assunzione di alcuni manager esterni. E scoppia il caso di Lillo&Greg a Radio2: dopo 14 anni il loro programma "610" non andrà più in onda per i costi eccessivi. «Ci dispiace per il pubblico», dice Lillo. La rete si difende: «Non siluriamo nessuno, avevamo proposto di spostarsi nel weekend, non hanno accettato».

 

2 - LA DIRETTRICE: DAL PD ATTACCHI SURREALI I VERTICI: NESSUN BLITZ, A LEI UN PROGRAMMA

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”

 

Si sente vittima di una sostituzione politica, Bianca Berlinguer. Una scelta di cui aveva avvertito i segnali, ma che negli ultimi tempi aveva pensato sarebbe stata rinviata all' autunno, dopo il varo del nuovo piano dell'informazione cui ha lavorato Carlo Verdelli. «Nessuna accelerazione, caso mai siamo in ritardo», fanno sapere i vertici di viale Mazzini.

 

carlo verdellicarlo verdelli

La direttrice ieri è arrivata in redazione senza neanche partecipare alla riunione del pomeriggio. E si è sfogata con i collaboratori più fidati, raccontando quanto assurdo le sia apparso il pressing degli ultimi mesi: «Abbiamo preparato in pochissimo tempo, su richiesta dell' azienda, uno speciale di un'ora e mezza su un fatto considerato da tutti epocale, l'uccisione di un prete in una chiesa a Rouen. Esco dallo studio e mi trovo le dichiarazioni di tre parlamentari del Pd - Rotta, Morani ed Esposito - che accusano il Tg3 di non aver dato conto del completamento della Salerno-Reggio Calabria, nel giorno della visita del primo ministro su quel tratto di strada. È qualcosa di surreale».

 

enrico mentana 1996enrico mentana 1996

Un blitz d'agosto tutto politico. Questo dicono nelle stanze di Saxa Rubra i suoi difensori. E questo scrive su Facebook Enrico Mentana: «È chiaro che l' obiettivo era rimuovere Bianca Berlinguer. Ed è chiaro che i top manager Rai questo obiettivo non se lo erano dato, tanto è vero che poche settimane fa sono stati presentati i palinsesti senza tenere conto di un possibile spazio "risarcitorio". L'ordine è venuto improvviso e da fuori. In vista del referendum? Direi proprio di... sì».

 

Qualcosa di simile pensa il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico, che fa notare come - secondo i dati Agcom - il Tg3 sia l' unico che nell' ultimo periodo ha dato identico spazio alle ragioni del sì e del no al referendum.

 

massimo giannini con rambo a ballaro massimo giannini con rambo a ballaro

Al contrario del Tg1 del promosso Mario Orfeo Di più. Luca Mazzà - indicato come il successore di Bianca Berlinguer - fa parte, da sempre, della cordata a lei opposta. Aveva lasciato il Tg3 sette anni fa, dopo il suo arrivo. Passando a Rai Sport e alle tribune parlamentari per poi essere promosso vicedirettore di Rai3 con Andrea Vianello.

 

Lì aveva avuto la responsabilità della trasmissione Ballarò, che abbandonò di punto in bianco dopo l'editoriale di Massimo Giannini in risposta alla frase del premier Renzi sui «talk del martedì che fanno meno ascolti delle repliche di Rambo». Restò per un po' vicedirettore con la supervisione di Agorà, poi - all' arrivo di Daria Bignardi - via di nuovo a Rai Parlamento. Tornerà da vincitore. «Premiato per aver sconfessato l'antirenzismo», dice chi non ne ha apprezzato le scelte.

MARCELLO MASIMARCELLO MASI

 

Ma in molti, nella redazione che andrà a guidare, parlano di lui come di una «persona per bene, attenta ed equilibrata». Gli riconoscono precisione e cautela. «Certo, se c'è da scontrarsi, lui va via».

I vertici Rai non ci stanno a essere dipinti come esecutori di attacchi politici. Fonti di viale Mazzini raccontano che Bianca Berlinguer era stata convocata dal direttore editoriale Carlo Verdelli mesi fa e che era stato lui stesso a comunicarle che lei e Marcello Masi sarebbero stati sostituiti.

 

«Il cambio ai tg era dato per certo già dopo le amministrative: ci siamo presi più tempo perché si tratta di questioni delicate e per non fare errori, ma parlare di blitz non ha senso». Per Berlinguer è stato pensato un programma di informazione quotidiano dalle 18.30 alle 19, con redazione e struttura autonome. Non c' è accordo sull' orario, lei preferirebbe una striscia serale. Su questo niente da fare, ma qualcosa in più dovrebbe esserle offerto nelle prossime ore.

Ultimi Dagoreport

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...