killers of the flower moon martin scorsese

“PERCHE’ MOSTRO LA VIOLENZA? PER FAR CAPIRE DI COSA SONO CAPACI GLI ESSERI UMANI” – MARTIN SCORSESE PARLA DEL SUO NUOVO FILM, “KILLERS OF THE FLOWER MOON”, CHE RACCONTA LA STRAGE DELLA TRIBU' DEGLI OSAGE IN OKLAHOMA, DOPO LA SCOPERTA DEL PETROLIO NELLE LORO TERRE: "NEGLI ANNI 50 GUARDAVO I WESTERN, E PENSAVO CHE LE STORIE DI INDIANI E COWBOY AVESSERO DETTO TUTTO. INVECE NON ERA COSÌ” – LA PELLICOLA È LA SUA DECIMA CON ROBERT DE NIRO E LA SESTA CON LEONARDO DICAPRIO: "BOB L’HO CONOSCIUTO A 16 ANNI. FU PROPRIO LUI A RACCOMANDARMI LEO..." - VIDEO

Martin Scorsese

 

Estratto dell'articolo di Marco Consoli per www.repubblica.it

 

In un’epoca in cui se sei maschio e bianco raccontare la storia di una minoranza etnica rischia di vederti accusato di appropriazione culturale, Martin Scorsese è riuscito con Killers of the Flower Moon, il suo nuovo film in uscita il 19 ottobre, a compiere un’impresa: […] è […] una delle più limpide e commosse ricostruzioni che il cinema abbia mai fatto del massacro dei nativi americani da parte dei bianchi.

 

[…]

killers of the flower moon 6

Siamo negli Anni Venti, e gli Osage sono tra le comunità più facoltose d’America, grazie all’abbondanza del petrolio scoperto sul loro territorio a partire dall’inizio del Novecento. Ernest (DiCaprio alla fine si è preso la parte), veterano della Prima guerra mondiale, rientra in Oklahoma sperando che suo zio, l’allevatore Bill Hale (Robert De Niro), gli trovi un lavoro. Lo zio, che ama apparire come un benefattore degli Osage, gli propone di diventare l’autista di una ricca nativa, Mollie Burkhart (Lily Gladstone). Quindi spinge il nipote, che nel frattempo se ne è innamorato, a sposarla. Coinvolgendolo così nel suo piano: sottrarre, con sotterfugi e vari omicidi, il diritto allo sfruttamento dell’oro nero. Mollie però riesce a coinvolgere l’Fbi, che invia l’agente White (a questo punto interpretato da Jesse Plemons) a indagare.

 

killers of the flower moon 5

«Insomma, quando ho incontrato gli Osage i loro discorsi sull’amore e sul rispetto per la Terra mi hanno commosso profondamente, e ho capito che dovevo rivoltare la vicenda come un guanto perché diventassero loro i veri protagonisti», spiega Scorsese. «Solo così questa storia poteva diventare universale, e raccontare come i bianchi hanno colonizzato altri popoli depredandoli barbaramente. In qualche modo ho fatto tesoro di una lezione imparata quando guardavo i film da ragazzino».

killers of the flower moon 3

 

Quale?

«Mi sono ricordato di quanto avessi amato Il fiume di Jean Renoir e altre pellicole sull’India di registi britannici e americani. Poi però vidi Il lamento sul sentiero di Satyajit Ray e mi resi conto che quelli che nei film precedenti erano solo comparse diventavano qui i protagonisti. Quella lezione mi ha aperto gli occhi sul cinema di altri Paesi, ma mi ha fatto anche capire che se ti avvicini a culture e tradizioni diverse dalla tua devi farlo con enorme rispetto, accuratezza e passione. Negli anni Cinquanta guardavo i western, e scioccamente pensavo che le storie di indiani e cowboy avessero detto tutto. Invece non era così».

killers of the flower moon 8

 

Anche questa è una storia di violenza, come diversi altri suoi film. Perché ha deciso ancora una volta di mostrarla in primo piano, anziché fuori campo?

«Questa domanda me la pongono dal 1972 e rispondo oggi come rispondevo allora. Potrei fare come la tragedia greca, che lasciava immaginare allo spettatore gli omicidi, ma sono convinto che sia necessario far vedere di cosa sono capaci gli esseri umani. Questo non vuol dire che mi diverta farlo, ma credo che nascondere la brutalità sotto un tappeto non sia mai la scelta giusta».

killers of the flower moon 9

 

Girare un film costa una fatica enorme. A 81 anni cosa la spinge ancora ad affrontarla?

«Il cinema è la mia vita, e ogni volta che giro un nuovo film trovo sempre qualcosa da imparare. Per esempio, dopo Toro scatenato, che non fu un successo, ho dovuto ricominciare tutto da capo con Re per una notte e Fuori orario. Nella mia carriera ho cercato di non ripetermi e trovare ogni volta nuove forme di narrazione: […]

 

leonardo dicaprio martin scorsese robert de niro

Cosa ne pensa del trionfo al box office di Oppenheimer e Barbie?

«Non ho visto nessuno dei due, ma sono felice che siano due successi, perché ammiro sia Chris Nolan che Margot Robbie – venne lanciata proprio da Wolf of Wall Street. In generale sono felice se la gente torna al cinema, e spero che film come questi diano respiro a un cinema diverso da quello che ha dominato a Hollywood negli ultimi 20 anni. Non capisco perché i produttori pensano che i film indipendenti debbano interessare solo a poche persone».

leonardo dicaprio martin scorsese robert de niro

 

Lei è al suo decimo film con De Niro e al sesto con DiCaprio. Cosa rappresentano questi due attori per lei?

«Bob l’ho conosciuto a 16 anni, me lo presentò Brian De Palma: è uno dei pochi a sapere da dove vengo e chi sono veramente. Dopo Mean Streets e Taxi Driver capiì che ci accomunava l’interesse per certe storie e anche certi conflitti psicologici nei personaggi. Tra noi si è costruita una reciproca fiducia, e fu lui a propormi di fare vari film, come Toro scatenato che all’inizio non volevo girare, o New York, New York: […] Le parole chiave per descrivere Bob sono assenza di vanità e mancanza di paura, sia nell’affrontare un ruolo sia nel discutere con gli studios che varie volte volevano sottrarmi il controllo sui miei film. Fu proprio lui a presentarmi Leo. Mi disse: ti consiglio di lavorare con questo ragazzo. E così iniziammo a girare Gangs of New York».

 

robert de niro martin scorsese leonardo dicaprio

Che cos’hanno in comune?

«L’ho capito quando ho girato The Aviator: entrambi sarebbero pronti a fare qualsiasi cosa per il film. Anche se poi, in realtà, lavorano in modo molto diverso».

 

In che senso?

«Bob è uno silenzioso, con lui non c’è bisogno di perdersi in chiacchiere, è troppo interessato a trovare il personaggio che deve interpretare nell’azione del momento. Con Leo invece parliamo molto. E proviamo, prima di andare sul set. Ma sono entrambi straordinari. Gran parte della mia fortuna come regista è dovuta al loro talento».

robbie robertson martin scorseseleonardo dicaprio martin scorsese robert de niro martin scorsese e robert de niro sul set di toro scatenato foto emilio lari robert de niro martin scorsese leonardo dicaprio

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”