mattia feltri sigfrido ranucci report

“IL GRIDO DI DOLORE PER LA LIBERTÀ DI STAMPA MI È USCITO LEGGERMENTE STROZZATO” - MATTIA FELTRI IRONIZZA SULLO “SCOOP” DI “REPORT” SULLA STRAGE DI CAPACI: “DI COLPO, DOPO TRENT' ANNI DI INDAGINI, ECCO DELLE CHIAIE CON LE SUE TRADIZIONALI BOMBE. ECCO LA CLAMOROSA PISTA NERA. E INFATTI NON È VERO” - RANUCCI: “NEL NOSTRO PAESE SU OGNI STRAGE SONO STATI MESSI IN ATTO DEPISTAGGI DA CANI SCIOLTI DELLA DESTRA EVERSIVA E SERVIZI SEGRETI DEVIATI. L’EFFETTO DELLA PERQUISIZIONE NON SARÀ CERTO POSITIVO…”

1 - LIBERTINAGGIO

Mattia Feltri per “la Stampa”

 

MATTIA FELTRI

Grande sconcerto nel mondo democratico per la perquisizione della Direzione distrettuale antimafia nella redazione di Report e a casa di un suo giornalista.

 

Io mi unisco allo sconcerto e alzo il mio grido di dolore in difesa della libertà di stampa come caposaldo dello stato liberale e così via (aggiungerei un grido di dolore anche per Stefano Esposito, da senatore intercettato cinquecento volte senza autorizzazione, che dovrebbe far rima con Costituzione, ma mai mischiare la casta con noi eroici giornalisti).

 

È successo che l'altra sera Report ha dato la notizia sensazionale: nel 1992, poco prima della strage in cui morì Giovanni Falcone, a Capaci fu visto Stefano Delle Chiaie.

 

Per i pochi ignari, Delle Chiaie è stato un fascista al cubo, di quelli affascinati da Pino Rauti, i miti esoterici, l'Età del Lupo, il Walhalla, quelle robe lì. È morto da tre anni, ma in vita lo hanno accusato di tutto: strage di Bologna, piazza Fontana, Italicus, golpe Borghese, solo per citare le canagliate più celebri. Sempre assolto. Poi era uno che lavorava con Augusto Pinochet, intendiamoci, ma lo hanno infilato in tutte le porcherie italiane, e ne è sempre uscito.

stefano delle chiaie 1

 

Gli mancava solo Falcone, ed ecco Falcone. Ecco i fascisti in combutta con la mafia. Di colpo, dopo trent' anni di indagini condotte dai più fantasmagorici magistrati del globo, ecco Delle Chiaie con le sue tradizionali bombe. Ecco la clamorosa pista nera.

 

E infatti non è vero: una stupidaggine archiviata in dieci minuti nel secolo scorso - specifica la procura di Caltanissetta. Diciamo che il grido di dolore per la libertà di stampa mi è uscito leggermente strozzato.

 

SIGFRIDO RANUCCI

2 - IL CONDUTTORE: "DEPISTAGGI DA CANI SCIOLTI ESTREMISTI E SERVIZI DEVIATI"

Grazia Longo per “La Stampa”

 

«Non lo voglio vedere come atto ostile alla libertà di stampa, ma certo la modalità dell'intervento, firmato peraltro tre giorni prima della messa in onda, fa molto riflettere sul rischio della tutela delle fonti che danneggiano il pluralismo libero e il giornalismo d'inchiesta».

 

Sigfrido Ranucci, conduttore di Report su Rai 3, sta aspettando che la Procura di Caltanissetta decida se sequestrare il computer e il telefonino del giornalista Paolo Mondani, dopo aver perquisito la sua abitazione e la redazione per lo scoop sulla presenza dell'estremista di destra Stefano Delle Chiaie, leader di Avanguardia nazionale, a Capaci dove venne ucciso Giovanni Falcone insieme alla moglie e alla scorta.

il servizio di report sulla strage di capaci 2

 

L'informazione libera è sotto attacco?

«Mi limito a leggere i fatti: alle 7 del mattino hanno perquisito l'appartamento di Paolo, poi la redazione di Report in via Teulada e probabilmente non hanno sequestrato il materiale informatico solo per il can can che si è sollevato. Noi siamo collaborativi, ma ribadiamo l'importanza del nostro lavoro. Ritengo sia fondamentale tutelare le fonti e invece qui siamo di fonte al tentativo di delegittimarle. La stampa libera è fondamentale per la difesa della democrazia».

stefano delle chiaie

 

La procura però in una nota precisa che la «perquisizione non riguarda in alcun modo l'attività di informazione svolta dal giornalista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie».

«L'effetto di questa perquisizione non sarà certo positivo, perché se esiste qualcuno che in base alle nuove rivelazioni che abbiamo fornito volesse contribuire alla ricerca della verità, ora ci penserà due volte prima di farlo, per evitare di finire nel tritacarne dei magistrati».

 

I magistrati insistono sul fatto che non esistono intercettazioni sulla presenza del "signore nero" dell'eversione Stefano Delle Chiaie sul luogo della strage di Capaci.

sigfrido ranucci

«Basterebbe leggere l'informativa delle forze dell'ordine riguardo le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Alberto Lo Cicero agli investigatori e ai pm. Anche la sua compagna Maria Romeo parla di Delle Chiaie. Credo che scavando si possa scoprire una cosa enorme».

 

Ma allora la Procura di Caltanissetta non ha fatto abbastanza?

«Da 30 anni sta indagando sui mandanti esterni della strage di Capaci. Che cosa ha trovato finora? Zero. Ogni volta sentiamo dire che sono coinvolti soggetti esterni alla mafia, ma mai nessuno che faccia i nomi. Io mi chiedo quali siano realmente le indagini in piedi su mandanti esterni alla mafia».

il servizio di report sulla strage di capaci 3

 

Dopo 30 anni ci sono dunque ancora molti misteri da svelare?

«Moltissimi. L'ho detto anche a fine trasmissione, concludendo con una citazione di George Orwell: "Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato"».

 

Ci sono responsabilità anche nel mondo politico di 30 anni fa, magari con ripercussioni su quello attuale?

«Ci sono centri occulti di potere che rimangono ancora un segreto. Nel 1987, durante una perquisizione a Stefano Delle Chiaie in Venezuela, vennero ritrovati dei documenti su un piano di disinformazione basato su due strategie.

 

il servizio di report sulla strage di capaci 1

La prima puntava a far passare in Parlamento una linea per scagionare l'estrema destra dalle stragi del passato. La seconda mirava a intossicare l'informazione con un "Centro neutro", così era definito, formato da missini, Comunione e liberazione, socialisti. L'elenco con i nomi è stato secretato. Nel nostro Paese, purtroppo, su ogni strage, da quella di piazza Fontana a quella di Bologna, sono stati messi in atto depistaggi».

 

SIGFRIDO RANUCCI DI REPORT

Da chi?

«Spesso da cani sciolti della destra eversiva e servizi segreti deviati».

 

Voi continuerete ad andare avanti con il vostro lavoro?

«Ci proveremo e andremo avanti sempre con il nostro giornalismo d'inchiesta»

 

Ultimi Dagoreport

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...

orchesta la scala milano daniele gatti myung whun chung myung-whun ortombina fortunato

DAGOREPORT: CHE GUEVARA VIVE ALLA SCALA – ALLA FINE DEL 2026, SARÀ IL DIRETTORE D’ORCHESTRA COREANO MYUNG-WHUN CHUNG IL SUCCESSORE DI RICCARDO CHAILLY - IL CONIGLIO (CONIGLIO, NON CONSIGLIO) DI AMMINISTRAZIONE DELLA SCALA AVEVA SUGGERITO IL NOME DEL MILANESE DI FAMA MONDIALE DANIELE GATTI. MA LA CGIL DELL’ORCHESTRA, SOTTOTRACCIA, HA SUBITO FATTO CAPIRE CHE NON ERA DI SUO GRADIMENTO: A GATTI VENIVA “RIMPROVERATO” UN ATTEGGIAMENTO UN PO’ SEVERO VERSO GLI ORCHESTRALI (POCO INCLINI A NON FARE QUEL CHE VOGLIONO) – ORA I SINDACATI RECLAMANO L’AUMENTO DI PERSONALE (DEL RESTO, LA SCALA, HA SOLO MILLE DIPENDENTI!), AUMENTI RETRIBUTIVI, SCELTA DELL’UFFICIO STAMPA ALL’INTERNO DEL TEATRO, FINANCO LA RICHIESTA DI PARCHEGGIARE I MONOPATTINI NEL CORTILETTO INTERNO…

orcel giorgetti nagel castagna bpm unicredit

DAGOREPORT - RISIKO INDIGESTO: LA PROTERVIA DI GIORGETTI A DIFESA DI BPM DALLE GRINFIE DI UNICREDIT, INDISPETTISCE FORZA ITALIA E I FONDI CHE HANNO INVESTITO MILIARDI IN ITALIA - GLI SCAZZI SUL DECISIONISMO DI ORCEL NEL BOARD DI UNICREDIT: IL CDA PRENDE TEMPO SULL'OFFERTA DI SCAMBIO SU BPM, CHE LA LEGA CONSIDERA LA "SUA" BANCA - LA STILETTATA DI NAGEL A LOVAGLIO ("PER BUON GUSTO NON RIPERCORRO LA STORIA DEL MONTE DEI PASCHI") E L'INSOFFERENZA DI CALTAGIRONE PER IL CEO DI BPM, CASTAGNA...

keir starmer emmanuel macron e friedrich merz sul treno verso kiev giorgia meloni mario draghi olaf scholz ucraina donald trump

DAGOREPORT - IL SABATO BESTIALE DI GIORGIA MELONI: IL SUO VELLEITARISMO GEOPOLITICO CON LA GIORNATA DI IERI FINISCE NEL GIRONE DELL'IRRILEVANZA. LA PREMIER ITALIANA OGGI CONTA QUANTO IL DUE DI PICCHE. NIENTE! SUL TRENO DIRETTO IN UCRAINA PER INCONTRARE ZELENSKY CI SONO MACRON, STARMER, MERZ. AD ATTENDERLI, IL PRIMO MINISTRO POLACCO TUSK. NON C'È PIÙ, COME TRE ANNI FA, L’ITALIA DI MARIO DRAGHI. DOVE È FINITA L’AUTOCELEBRATOSI “PONTIERA” TRA USA E UE QUANDO, INSIEME CON ZELENSKY, I QUATTRO CABALLEROS HANNO CHIAMATO DIRETTAMENTE IL ‘’SUO CARO AMICO” TRUMP? E COME HA INCASSATO L’ENNESIMA GIRAVOLTA DEL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA CHE SI È DICHIARATO D’ACCORDO CON I VOLENTEROSI CHE DA LUNEDÌ DOVRÀ INIZIARE UNA TREGUA DI UN MESE, FUNZIONALE AD AVVIARE NEGOZIATI DI PACE DIRETTI TRA UCRAINA E RUSSIA? IN QUALE INFOSFERA SARANNO FINITI I SUOI OTOLITI QUANDO HA RICEVUTO LA NOTIZIA CHE TRUMP FA SCOPA NON PIÙ CON IL “FENOMENO” MELONI MA CON...