
CIAK! ORSON WELLES IN ITALIA – ‘’LA DOLCE VITA’’? FELLINI È UN RAGAZZO DI PROVINCIA CHE NON È MAI REALMENTE ARRIVATO A ROMA. È COSÌ TOTALMENTE INVENTATO!” - "PASOLINI? TREMENDAMENTE INTELLIGENTE E DOTATO" - ‘’L'UOMO, LA BESTIA E LA VIRTÙ’’? IO ERO “LA BESTIA”, E “L'UOMO” ERA UN COMICO ITALIANO DI NOME TOTÒ; LO CHIAMAVANO “SUA ALTEZZA” PERCHÉ SOSTENEVA ANCHE DI ESSERE UN PRINCIPE. MAGARI LO ERA. ERA BUFFISSIMO: “PRONTI PER LA PROSSIMA SCENA, ALTEZZA”, DICEVANO; LUI ENTRAVA SUL SET E GLI TIRAVANO UNA TORTA IN FACCIA...” - VIDEO
Estratti da “Il cinema secondo Orson Welles”, l’imperdibile libro-intervista di Peter Bogdanovich a uno dei più leggendari artisti del ‘900 – Editore “il Saggiatore”
[…]
IL CINEMA SECONDO ORSON WELLES - PETER BOGDANOVICH - COPERTINA
Bogdanovich - E ‘’La dolce vita’’?
Welles - Essenzialmente Fellini è un ragazzo di provincia che non è mai realmente arrivato a Roma. Ne sta ancora sognando. E dovremmo essere tutti riconoscenti per quei sogni. In un certo senso, sta ancora ritto fuori del cancello, a guardare attraverso le sbarre. La forza della ‘’Dolce vita’’ viene dalla sua innocenza provinciale. È così totalmente inventato!
Forse l'aspetto «provinciale» mi fa preferire ‘’I vitelloni’’ a tutti gli altri suoi film.
Dopo ‘’Lo sceicco bianco’’ è il migliore di tutti.
Ti sarebbe piaciuto di più ‘’Otto e mezzo’’ se Fellini l'avesse anche interpretato? In un certo senso, non riuscivo a vedere Marcello Mastroianni nella parte di un regista cinematografico.
Ah, ma lui per Fellini era solo l'idea dell'aspetto che avrebbe voluto avere... In quel film, le cose buone sono straordinarie.
orson welles e federico fellini
[…]
Qui, per esempio, quando dici che De Sica è il tuo regista preferito...
Ne ho un mucchio di quelli.
Direi anch'io.
Si vede che in quel periodo qualche anti-neorealista m'avrà rotto le tasche.
E in qualche altro posto ti ho colto a destituire De Sica per “il suo piuttosto facile lirismo”. Cambi idea a seconda dell'umore, è così.
peter bogdanovich orson welles
Cambio le risposte a seconda di chi mi fa le domande. E comunque, che cosa contano poi queste opinioni? Perché dovrei turbare un uomo della forza di Fellini dicendogli che il ‘’Satyricon’’ mi sembra sia stato spaventato alla nascita dalla rivista Vogue?
Solo qualche minuto fa mi hai detto...
Che amo Fellini? Certo che sì. Quel che voglio dire è che in un'intervista, se il tizio m'è simpatico, mi piace farlo contento. Se invece è molto irritante...
In che categoria sono io?
Intollerabile, ma solo per la tua tenacia. No, ho acconsentito perché così possiamo chiarire ogni equivoco, e dunque faccio un gioco corretto... ok... Prima cosa, De Sica, per me, la scena della pizza nell'’’Oro di Napoli’’ è la sequenza più divertente mai girata nel cinema parlato...
Ma no, tu vuoi proprio distruggermi, vero? Vuoi che ammetta che ho rilasciato opinioni parecchio esagerate su film che non ho mai visto. Questo vizio m'ha agganciato in quei festival del cinema. Tutte quelle interminabili interviste con oscuri esteti albanesi.
«Che cosa ne pensa» ti chiedono «del nostro cinema albanese?» Tu naturalmente gli dici che ci vai matto. Ma li sei incastrato. «Ah» dicono «e quale film preferisce?» E tu cosa puoi fare? Non gli puoi dire «quello con dentro la bionda» e basta. Questo mi ricorda una storia su Goldwyn... Di quando Sam aveva sotto contratto una stupenda ballerina, Vera Zorina... Hai voglia di sentire una storia su Goldwyn, Peter?
[…]
Ti ricordi di un film italiano intitolato ‘’L'uomo, la bestia e la virtù’’?
orson welles e toto - l'uomo la bestia e la virtù
Pirandello. Io ero «la bestia», e «l'uomo» era un comico italiano di nome Totò, che sosteneva di essere diretto discendente di qualcuno tipo Carlo Magno; lo chiamavano “Sua Altezza” perché sosteneva anche di essere un principe. Magari lo era. Era buffissimo: «Pronti per la prossima scena, Altezza», dicevano; lui entrava sul set e gli tiravano una torta in faccia. Viviane Romance era «la signora». Passava le sue giornate cercando di nascondermi all'obiettivo con certi suoi lunghissimi fazzoletti. Proprio una diva del cinema all'antica, del tipo che non ho mai conosciuto bene. Non saprei come descrivere il film; era talmente strano.
orson welles e pier paolo pasolini
Chi era il regista?
Un tizio di nome Steno. Lavorava con degli scrittori; erano una squadra. Ma il marito di Viviane Romance, un egiziano, scriveva il dialogo per la moglie, e senza la minima relazione con Pirandello, col principe Totò, 0 con me. E poi lei parlava in francese. Il principe e io parlavamo in italiano, e il dialogo non aveva il minimo senso. Non c'era alcun nesso.
La gente pensa che tu ti beffi di questi filmacci che fai.
Si sbagliano; è una cosa che non ho mai fatto. Faccio sul serio; per quanto mi vergogni, ci provo sempre. […]
Eri in un episodio diretto da Pasolini. Tu facevi la parte di un regista cinematografico.
Ah sì... E stato censurato, almeno in Italia, dopo una sola proiezione a Venezia.
orson welles e pier paolo pasolini
Non mi è sembrato un granché.
No? Perche?
Mah, come dire... l'ho trovato oscuro, estetizzante...
(Ride) «Oscuro ed estetizzante». Solo perché non si svolge sulle rive del Mississippi, è oscuro ed estetizzante... A te non si devono chiedere pareri se non si tratta di Judge Shit on the Range, o qualcosa di simile. (Il giudice Merda nella prateria. N.d.T)
(Ride) E poi, tra le tante cose sbagliate, ti hanno anche doppiato in italiano.
L'ho recitato in italiano! Quelli della Mostra avranno pensato che il pubblico italiano non poteva tollerare il mio accento. C'è uno snobismo tremendo per gli accenti, in Italia. Figurati che parecchi dei loro attori di primo piano - specie le donne - non li senti mai parlare con la loro voce; vengono doppiati da attori della radio.
Non lo sapevo.
Si. Se hai un accento vagamente del nord, per esempio, al sud si rotolano per terra dal ridere. Così, naturalmente, il mio accento di Kenosha sarebbe stato fatale. In quel film leggo una poesia, e Pasolini ha detto a tutti che non aveva mai sentito un attore italiano leggere una poesia in modo cosi semplice e diretto. Un paio d'anni fa, quando ero a Vienna, ha cercato di convincermi a interpretare la parte di un maiale.
Orson Welles e Charlie Chaplin a pranzo al Brown Derby di Hollywood, nel 1947
(Ride) Un vero maiale?
Un maiale tedesco. Qualcosa di veramente osceno.
Ti piace Pasolini?
Tremendamente intelligente e dotato. Magari un po' matto, un po' confuso, ma di un livello superiore. Parlo del Pasolini poeta, cristiano andato a male e ideologo marxista. Non ha niente di confuso quando è su un set cinematografico. Autorità vera, e grande libertà nell'uso della tecnica.
orson welles e toto - l'uomo la bestia e la virtù
Orson Welles aeroporto di Milano nel 1949 (AP Photo)
steno con mario monicelli foto mostra andrea arriga
pasolini orson welles
ORSON WELLES – LA RICOTTA – DI PIER PAOLO PASOLINI
gina lollobrigida paola mori e orson welles
LEA PADOVANI ORSON WELLES
palazzeschi, mafai, carlo levi, flajano e orson welles al caffe greco nel 1948 foto di irving penn
WELLES TOGLIATTI
ORSON WELLES ACQUISTA I GIORNALI IN UN'EDICOLA DI VIA VENETO A ROMA
il porno lesbo montato da orson welles 8
orson welles e toto