
SOLO PER STOMACI FORTI - E’ TORNATO TOM SIX CON IL TERZO EPISODIO DI “THE HUMAN CENTIPEDE” - IL FILM CON LE PERSONE UNITE DALL’OPERAZIONE BOCCA-CULO PER CREARE UN MOSTRO DALL’UNICO APPARATO DIGERENTE. QUESTA VOLTA L’AMBIENTAZIONE E’ UNA PRIGIONE SIMIL-GUANTANAMO – VIDEO
Da http://www.thedailybeast.com/
Benvenuti nell’America del terzo episodio di “The Human Centipede”: una nazione sotto la guida di Dio, indivisibile, e popolata da una fila senza fine di individui con la bocca e l’ano cuciti insieme.
È il terzo capitolo della saga “The Human Centipede” (Il centopiedi umano) del regista olandese Tom Six, la storia di uno scienziato pazzo tedesco (Dieter Laser) che cuce le insieme la bocca e il sedere delle persone per formare una bestia orripilante con un unico apparato digerente.
Il trailer di “The Human Centipede 3 (Final Sequence)”:
La saga di Six ha avuto successo principalmente grazie alle critiche nauseabonde, provando che qualsiasi tipo di pubblicità è buona pubblicità. Tom Six è riuscito infatti a completare la sua trilogia con l’ultimo film (Final Sequence), che si avvicina molto di più alla satira politica che a una porno-tortura.
Ambientato in una prigione del mid-west (dedicata a George H.W. Bush) e con una fotografia melodrammatica stile anni ’50, il film è centrato sulla figura egemone del maniaco-direttore del penitenziario, ispirato dall’idea della saga del centopiedi.
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Il perno dell’intera pellicola è il sadico William “Bill” Boss (Dieter Laser). Con la sua aria da spaccone, il grilletto facile, e la propensione a sganciare atomiche a destra e a manca, Boss personifica la quint’essenza del male presente oggi nella società americana. Il film riproduce in maniera esplicita l’ambiente alienante delle prigioni americane, con chiari riferimenti a Guantanamo e scene di waterboarding con acqua bollente.
I problemi delle carceri, dal sovrappopolamento alla violenza rampante, fino ai costi medici, sono risolti unendo i detenuti in una sorta di catena umana da “Bill” Boss. Che delega la creazione del centopiedi umano a un team di chirurgi, ovviamente senza scrupoli né licenza.
Nel film non si salva nessuno dal male, e anche la figura della donna creerà non poche critiche al regita: l’unico personaggio femminile subisce più abusi di chiunque altro, compreso un uomo che le serve dei testicoli su un piatto d’argento, cottura media, prima che venga anche lei inserita nel mezzo di una catena umana.
In una sequenza il capo-carcere Boss descrive come il suo metodo di riabilitazione rispetti anche le pari opportunità: “Non è Halal, non è Kosher. Un ebreo dietro un musulmano, un musulmano dietro un ebreo, un repubblicano dietro un messicano – pace sulla terra agli uomini di buona volontà”.
La verità, ovviamente, è esattamente il contrario: nessuna etnia, nessuna cultura, nessuna religione sfugge agli abusi di Boss, alla sua indole misogina, misantropa, razzista e omofoba. Non sfugge all’odio di “Boss” nemmeno il pubblico, costretto per 103 a seguire uno show ipnotico e sfibrante attraverso dialoghi da manicomio e scene alienanti.
Anche Tom Six decide di fare parte della follia di “The Human Centipede”, con un cameo in cui interpreta se stesso. “È ancora alla fase anale, un bambino attirato dalla cacca”, grugnisce Boss riferendosi al regista, in un momento di meta-cinema che ci rende consci di quanto Six sappia bene quello che sta facendo con questo film.
Six si è anche tenuto la battuta migliore del film per sé: “Ragazzi, muoio dalla voglia di vedere una vera operazione bocca-culo”.