melania donald trump

#FREEMELANIA, UN CAZZO! - PIROSO: “QUANTO E’ FINTO IL FEMMINISMO DELLA CAMPAGNA SOCIAL PER ‘LIBERARE’ MELANIA DA TRUMP. DOV'ERANO TUTTE QUELLE DONNE AMERICANE CHE OGGI PROTESTANO INDIGNATE QUANDO BILL CLINTON MENTÌ IN VIDEO A HILLARY E AL POPOLO AMERICANO SULLA NATURA DELLA SUA RELAZIONE CON LA LEWINSKY?”

Antonello Piroso per “la Verità”

antonello pirosoantonello piroso

 

Sì, d' accordo: free Mandela, free Valpreda e tutti gli altri, ma free anche mio cuggino». Chissà se, scrivendola oggi, all' elenco della canzone Mio cuggino Elio e le Storie Tese aggiungerebbero #FreeMelania, la campagna dei social media per la liberazione della neo first lady americana dalle grinfie dell' orrido marito Donald.

 

MELANIA TRUMPMELANIA TRUMP

Perché sarebbe un oggetto, peggio: un ostaggio, nelle manacce del trico-trapiantato consorte. Il volto e il linguaggio del corpo non mentono: guardatela al giuramento sentenziano improvvisati psicologi alla Tim Roth della serie tv Lie to me - quando le telecamere hanno colto l'attimo in cui ha simulato empatia con il marito che la guardava, per poi non dissimulare una faccia da funerale non appena lui si è girato.

 

«Oh Melania, povera Melania, dice la gente di me. Ma non dispiacetevi, so gestire tutto» ha minimizzato lei per prima, slovena che negli Usa ha trovato l'America, declassando lo stesso sessismo del marito a una birichinata da ragazzi: «Io a casa ne ho due: mio figlio e mio marito».

 

liberate melanialiberate melania

Che è certamente un gaffeur, visto che quando i Trump hanno raggiunto gli Obama per il passaggio di testimone, è uscito dall' auto ed è corso da Barack senza aspettarla (idem Matteo Renzi lo scorso ottobre: scese dalla limousine e si fiondò dal presidente, mentre la moglie Agnese scendeva dall'altro lato, girava sola soletta intorno alla macchina e finalmente raggiungeva Michelle).

 

ADDIO ALL'ELISEO

Se poi Melania si sente in una gabbia (dorata), come la «principessa triste» Masako, moglie del principe giapponese Naruhito, può sempre fare come madame Cécilia ora Attias, ma in passato Sarkozy.

 

liberate melania  9liberate melania 9

Nel 2007, appena il marito Nicolas s'insediò da presidente francese all' Eliseo, chiese il divorzio, spiegando poi: «I fotografi mi facevano la posta come a un animale e io, come succede a tante persone, mi chiedevo se volevo ancora far parte di questa coppia. Stavo troppo male per sostenere quegli sguardi. Avrei dovuto ma non ho potuto. La vita pubblica non mi si addiceva, non corrispondeva a tutto quello che sono nel profondo». Vedremo come finirà con Melania.

 

Però, signori, scusate: dov'erano tutte quelle donne americane pronte a manifestare contro Trump, che nel 2005 pronunciò parole incommentabili («Se sei una star le donne ti lasciano fare quello che vuoi. Prendile per la f...», per cui con un po' di ritardo ha chiesto scusa), quando Bill Clinton mentì in video a Hillary e al popolo americano sulla natura della sua relazione con la giovane stagista Monica Lewinsky? I comici americani in prima serata tv ci andarono leggeri, con fini battute ammiccanti: «Rimanendo accanto al marito e perdonandolo, Hillary ha dimostrato di essere una donna di polso... Beh, certo che quanto a polso, anche Monica non scherza».

liberate melania  8liberate melania 8

 

SAGA FAMILIARE

E come non riservare un pensiero alla memoria di Jacqueline Bouvier? Sopportò i tradimenti seriali di John Kennedy, che divideva tra l' altro le grazie di Marilyn Monroe con il fratello Bob. Pare che Jacqueline abbia ripagato il marito frequentando a sua volta intimamente il cognato Bob e concedendosi, su uno yacht in mezzo al mare caprese, alle affettuose attenzioni di Gianni Agnelli, l'Avvocato, altro esemplare di maschio alfa che qualche sfizio in vita sua se l'è tolto, e non solo con Anita Ekberg, icona della Dolce Vita.

 

Tanto che quando la giornalista Marie-France Pochna lo intervistò (per il suo libro Agnelli l'Irresistibile) , chiedendogli se potesse definirsi un marito fedele, svicolò con eleganza: «Fedele? Beh, diciamo devoto...», in fondo tornava sempre dalla moglie. Che peraltro, interpellata di rimando dalla stessa giornalista, replicava: «Nella vita di tutti ci sono sempre delle digressioni». «Anche nella sua?». «Come ho detto: nella vita di tutti».

liberate melania  7liberate melania 7

 

STILE INGLESE

Anche in quella di Tony Blair, visto che il divorzio di Rupert Murdoch da Wendi Deng sarebbe stato originato da una tresca di lei con l' ex premier britannico, che ora vive come separato dalla moglie Cherie. 

 

Si dirà: ma come?, manco un accenno a Silvio Berlusconi e al bunga bunga? Potrei citare Francesco De Gregori, che dopo aver duramente criticato il Cavaliere in un'intervista del 2013, chiarì: <<Ho seguito con crescente fastidio e disinteresse l'accanimento sulla sua vita privata. Forse potevamo farci qualche domanda in meno su Noemi e qualcuna di più sull'Ilva di Taranto>>. 

 

Oppure evocare lo scrittore Francesco Piccolo, sceneggiatore de Il Caimano di Nanni Moretti, che nel 2009 sull'Unità scrisse: <<Visto che ci dobbiamo occupare della vita privata di Berlusconi, perchè mi hanno detto che hanno anche una valenza politica, posso dire che le sue giustificazioni non stanno in piedi. Ma mi chiedo perchè Veronica Lario abbia sentito necessario annunciare il divorzio attraverso i giornali. E' preoccupata per l'eredità, mi hanno spiegato. Allora ho deciso: con Berlusconi non sto di sicuro. Ma nemmeno con Veronica>>. 

 

Quando a Domenica In, il giorno dopo la finale del Festival 2012 vinto da Emma, Vittorio Sgarbi difese la dignità delle olgettine perchè a suo dire <<la dignità di una donna coincide con la sua libertà di scelta, anche di "darla">>, per cui non c'è da <<provare pietà per loro: vogliamo parlare di Sofia Loren, di Edwige Fenech, di Maria De Filippi che entrò in tv perchè ha incontrato Maurizio Costanzo? E anche a me non dicono forse: tu Sgarbi devi tutto a Costanzo? E allora?>>, il prode Massimo Gilletti s'inalberò: <<Non ti permetto di mettere in mezzo Maria>>. La quale però telefonò in diretta: <<Grazie per la difesa d'ufficio non richiesta, ma Sgarbi ha ragione: il termine pietà non è la parola giusta, nè io mi sono sentita offesa dall'essere chiamata in causa. Voglio però precisare -concluse con una battuta- che a differenza mia, Vittorio non ha avuto alcun rapporto sessuale con Maurizio. Ed è bravo comunque>>. Una schiacciata che nel tennis farebbe dire: game, set, match.

liberate melania  5liberate melania 5

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…