PLAGIO DUNQUE SCRIVO - PIRANDELLO COPIÒ PER UNA CATTEDRA, SALGARI PER PAGARE I CONTI, UNGARETTI PER AMORE, AUGIAS "PER SBAGLIO": TUTTI GLI INTELLETTUALI ITALIANI CHE HANNO SCOPIAZZATO SENZA DIRLO

Luigi Mascheroni per “il Giornale

 

SHREKSHREK

Si può plagiare per gioco, per denaro, per amore, per disperazione, per necessità. Esistono la clonazione di idee, il plagio volontario (il tipico copia-e-incolla), il plagio psichico, il plagio somatico (l'asinello del cartoon Donkey Xote ispirato a Cervantes e troppo simile nelle fattezze al Ciuchino di Shrek), il plagio colto (prediletto dai citazionisti), il plagio «a mia insaputa» («Abitualmente lavoro prendendo appunti qua e là da altri libri; poi capita che riprendo in mano queste annotazioni e non ricordo più se sono mie o no, e quindi le copio senza che me ne accorga...») e il plagio di chi soffre di criptomnesia, una particolare alterazione della memoria per cui un ricordo – una trama, una battuta, una frase – può riaffiorare in noi come se fosse una creazione personale.

 

pec CERVANTESpec CERVANTES

Esempi? Montale orecchiò – non molto bene – dai Frammenti lirici di Clemente Rebora e per certe altre cose da Sandro Penna. E Melania Mazzucco nel romanzo Vita, premio Strega 2003, senza accorgersene (?) ha riportato pagine intere di Guerra e pace di Tolstoj.

MontaleMontale


«Scrivere significa togliere le virgolette», insegna Roland Barthes. E probabilmente si riferiva a virgolette che aprono e chiudono frasi scritte da altri. E, stando fra gli accademici, si parva licet, Gianni Vattimo, anni fa, per difendere un collega filosofo particolarmente pigro dal punto di vista dell'originalità del pensiero, ma infaticabile copista di idee altrui (Umberto Galimberti), sostenne che prendere qua e là una frasetta non significa copiare – filosofare è un po' plagiare – e che, comunque, non è un vizio solo dei filosofi. E per fare un esempio, tirò con nonchalance una legnata che demolì un totem nazionale: «Una volta, il mio amico Gianpiero Cavaglià, quando uscì Danubio di Claudio Magris, mi disse: “Guarda, tutto copiato dai Baedeker”...».

Umberto GalimbertiUmberto Galimberti


A proposito di Baedeker. C'è chi copiò per pigrizia, come Edmondo De Amicis. Quando, nel 1871, asceso al trono spagnolo il principe italiano Amedeo Ferdinando Maria di Savoia Aosta, il solerte Edmondo decide di concedersi un viaggio alla volta della Spagna, lo fa con sotto il braccio il Voyage en Espagne di Théophile Gautier, del 1843. E dopo un veloce tour di pochi mesi, appena tornato in Italia, scodella un reportage che fa pubblicare su La Nazione, e poi subito in volume col semplice titolo Spagna.

Umberto GalimbertiUmberto Galimberti

 

Un instant book mediocre, a detta dei critici, che pure ebbe una fortuna editoriale incredibile. E sì che intere parti (la corrida, la descrizione dell'Escorial, la storia della moschea di Cordova, quella della cattedrale di Siviglia eccetera eccetera) sono la traduzione let-te-ra-le del libro di Gautier. Senza Cuore. Emilio Salgari invece fu un insospettabile copiatore per necessità, condannato post mortem dal Tribunale delle Lettere.

EDMONDO DE AMICISEDMONDO DE AMICIS

 

Ann Lawson Lucas, italianista dell'università di Hull, in Gran Bretagna, in un saggio del 2000 dimostrò che due degli undici romanzi pubblicati sotto pseudonimo dal padre di Sandokan e del Corsaro Nero sono plagi di semi-sconosciuti autori dell'Ottocento di lingua inglese. Per scrivere Le caverne dei diamanti, apparso nel 1899, lo scrittore veronese ricalcò pedissequamente il romanzo Le miniere di Re Salomone dell'inglese Henry Rider Haggard, del 1885, e per farlo si servì molto probabilmente di una traduzione francese del libro che uscì a Parigi nel 1888.

 

EMILIO SALGARIEMILIO SALGARI

Per il romanzo Avventure fra le pelli-rosse (1900), Salgari copiò quasi per intero (alcuni episodi sono omessi o alterati, qualche nome cambiato e le trame secondarie diverse...) il romanzo Nick of the Woods or the Jibbenainonasay di Robert Montgomery Bird, uscito nel 1837. L'autore del Corsaro Nero, però – sottolinea a mo' di giustificazione postuma la studiosa che ha scoperto i plagi – copiò per necessità: aveva bisogno di denaro per assistere la moglie sofferente di crisi nervose. E ciò basti a salvarlo dalla damnatio memoriae.


Poi c'è chi, invece, copiò per urgenza di curriculum, così da poter andare in cattedra più velocemente, come fece il futuro premio Nobel Luigi Pirandello. Il quale nel 1908 aveva già pubblicato Il fu Mattia Pascal ma si trovava in una situazione economica tutt'altro che tranquilla. Aspirava a una cattedra di ordinario alla facoltà di Magistero, dove già insegnava, ed era alla ricerca affannosa di titoli da presentare al concorso.

 

Pirandello nel corso di una lettura alla radio negli anni Trenta Dal PIacere alla Dolce Vita Mondadori Pirandello nel corso di una lettura alla radio negli anni Trenta Dal PIacere alla Dolce Vita Mondadori

Nacque così, alquanto abborracciato, il saggio L'umorismo, apparso quell'anno per le edizioni Carabba. Bene, un po' per la fretta, un po' forse per un certo snobismo intellettuale, il saggio fu imbastito con una marea di pagine rubate a man bassa. Nel 2009 l'italianista Daniela Marcheschi denunciò nel lavoro di Pirandello un'infinità di «prestiti» non dichiarati: da Alfred Binet, Gabriel Séailles, Gaetano Negri e Giovanni Marchesini. E intere pagine scopiazzate alla bell'e meglio da opere più divulgative.

GIUSEPPE UNGARETTI GIUSEPPE UNGARETTI


Chi invece copiò per amore, e non si sa se è peggio, fu Giuseppe Ungaretti, il quale fece le cose in grande: plagiò addirittura James Joyce, ma almeno per conquistare una ragazza bellissima (così riferiscono le cronache). Nel 1966, a 78 anni, l'autore de La terra promessa a San Paolo del Brasile conosce Bruna Bianco, italiana, poetessa, ventiseienne.

 

Con lei ha per qualche anno uno scambio intensissimo di lettere e versi, ma niente di fisico, almeno sembra. E per lei ruba una lirica di Joyce: «Ora dormi, cuore inquieto,/ Ora dormi, su, dormi...», recita una delle nove liriche scritte nel 1966 (e poi pubblicate in volume, ecco il guaio...); «Ora dormi, dormi,/ Cuore inquieto!...», suona la XXXIV lirica di Musica da camera di Joyce (che è del 1907, mentre la prima traduzione italiana è del '43). Analogie, ricordi, somiglianze? O plagio? Ungaretti conosce benissimo l'inglese. Ha tradotto Shakespeare e Blake. Ha letto le poesie dell'irlandese, forse anche in edizione italiana

DISPUTA SU DIO E DINTORNI - AUGIAS E MANCUSODISPUTA SU DIO E DINTORNI - AUGIAS E MANCUSOcorrado augiascorrado augias


Poi c'è chi ha copiato «per sbaglio». Corrado Augias, volto tv della cultura pop e firma notissima di Repubblica, nel maggio 2009, nel momento di massima ascesa mediatica del saggio scritto a quattro mani col teologo Vito Mancuso, Disputa su Dio e dintorni (Mondadori), è travolto dalla polemica. Qualcuno scopre che la pagina della Disputa che ospita le conclusioni di Augias, un passo fondamentale che tira le somme di tutte le riflessioni precedenti, è identica alla pagina 14 dell'edizione italiana del saggio del celebre biologo Edward Osborne Wilson La creazione (uscito da Adelphi nel 2008).

 

 

La stampa si butta sulla polemica. Alla fine Augias, col consueto aplomb, ammette l'errore, un mea culpa sincero: non ha letto il saggio di Wilson, ha pescato il brano tra le fonti anonime di internet «prestando poca attenzione alla fonte di quel passaggio in fase di scrittura» – ma noi ipotizziamo che la colpa sia di un ghostwriter o di un ragazzo di bottega – e assicura che nelle successive edizioni sarà dichiarata la citazione... E in effetti, il libro di Wilson non compariva neppure nella bibliografia, dove, invece, c'è spazio per i titoli «filosofici» di Eugenio Scalfari, fondatore e direttore in pectore del quotidiano di entrambi gli autori. Dal plagio alla piaggeria.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO