true detective night country

PRENDETE I POP CORN: STA PER TORNARE “TRUE DETECTIVE” CON UNA QUARTA STAGIONE DAL TITOLO “NIGHT COUNTRY” - DAGLI STATI DEL SUD SI PASSA AL CIRCOLO POLARE ARTICO DELL'ALASKA, DOVE SEI SCIENZIATI SVANISCONO SENZA LASCIARE TRACCIA - A RISOLVERE IL CASO C’È JODIE FOSTER NEI PANNI DI LIZ DANVERS: “A UNA CERTA ETÀ SI PUO' ESSERE PIÙ ONESTI COME PERSONAGGIO E MOSTRARE ALCUNI LATI OSCURI” - VIDEO

Estratto del'articolo di Paola Zanuttini per "Il Venerdì -la Repubblica"

 

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Questa è la cronaca di una visita sul set della quarta stagione di True Detective, nel marzo 2022. Il gap temporale potrebbe essere in sintonia con altre stagioni dell'amatissima serie, che giocavano fra passato e presente, ma non con questa, che si limita a pochi e brevi flashback. Sempre a differenza delle altre, la quarta stagione ha un titolo tutto suo: Night Country e già da questo si capisce che è cambiato il panorama.

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Dagli Stati del Sud si passa al Circolo polare artico dell'Alaska, dove i sei scienziati che gestiscono la Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza lasciare traccia. A risolvere il caso stavolta ci sono due donne: le detective Liz Danvers, interpretata da Jodie Foster, ed Evangeline Navarro, nei muscoli tatuatissimi della pugile Kali Reis.

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Ma il women's power non si ferma qui: Nic Pizzolato, autore delle tre precedenti stagioni, è stato sostituito dalla sceneggiatrice, regista e showrunner Issa López, messicana con una passione per il soft horror. per motivi logistici e di tax credit, l'Alaska ha traslocato in Islanda, che da un po' di anni è diventata una mecca – iperborea – del cinema

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[…] Jodie Foster […] Dai tempi di Il silenzio degli innocenti, il suo secondo Oscar, a trent'anni, non aveva più fatto la poliziotta. «[…] Un tempo sceglievo ruoli che mi tenessero alla larga dall'emisfero sinistro del mio cervello, poi, invecchiando, mi sono chiesta: ma cosa c'è di male?».

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Adesso, a 61 anni, è Liz Danvers, una ruvida detective un po' più giovane di lei (ha anche una scena di sesso) abbastanza in conflitto col mondo e con la figlia adottiva, indigena e adolescente, con inevitabile clash di culture: quelle locali la annoiano e considera le sacrosante rivendicazioni degli Inuit più che altro una rogna.

 

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Personaggio non molto piacevole, ammette. «Ho interpretato persone sgradevoli, di recente: è divertente, mi sembra che a una certa età si possa essere più onesti come personaggio e magari mostrare alcuni lati oscuri. Danvers è molto sprezzante nei confronti delle emozioni e delle persone emotive, non capisce com'è cambiato il mondo ed è un po' cieca di fronte ai sentimenti. Ma è anche schietta e dice le cose come stanno, quindi è molto, molto onesta».

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«Ha qualcosa del poliziotto corrotto e questa è una cosa buona per il plot, oltre a essere il punto di connessione tra lei e Navarro, l'altra detective. È anche molto amareggiata dalla vita. Spero che Clarice (la protagonista di Il silenzio degli innocenti, ndr) non sia mai diventata così cinica».

 

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È evidente l'effetto nostalgia: per l'indimenticabile film di Jonathan Demme (1991) e per la prima, epocale e insuperata stagione di True Detective (2014, starring Matthew McConaughey e Woody Harrelson che, anche loro, avevano seri impicci personali come Danvers e Navarro).

 

È evidente anche l'intenzione di HBO di rinverdire fasti e fascino di TD, infatti non si parla che della prima stagione: seconda e terza confinate nel limbo. Certo, il progetto punta molto sulla sempre ottima (anche con qualche venatura comica) Foster, che ha caparbiamente rifiutato i sequel di Il silenzio degli innocenti e ogni altro ruolo investigativo, ma stavolta ha detto sì.

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Ritrovare oltre trent'anni dopo Clarice Starling trasfigurata, con un nome e un grado diverso, ma sempre alle prese con un caso torbidissimo è un bel colpo.

nervi scoperti «La giovane detective dagli occhi brillanti e la cinquantenne non sono lo stesso personaggio, sono molto diversi, ma permettono di vedere come un certo tipo di vita e di esposizione a un sistema profondamente maschile possono cambiarti, dopo decenni» dice Issa López che è stata contattata dalle grandi cape HBO per rilanciare la serie. «La prima stagione aveva toccato un nervo scoperto, creato una risonanza con il pubblico, è stato davvero difficile riconquistare quel mood.

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Ho riflettuto a lungo e ho capito che si giocava tutto sull'atmosfera. Il luogo in cui è ambientata la vicenda è un personaggio della storia, una storia gotica e sudaticcia della Louisiana, leggermente lovecraftiana, con sfumature di orrore cosmico: per noi l'unica opzione era muoverci in direzione esattamente opposta.

 

Così, se la Louisiana è sudata e calda, noi saremmo andati a congelarci, ma quale luogo cattura, sempre nello spirito TD, gli umori di un angolo d'America dimenticato da Dio, dove le cose oscure si incancreniscono e la vita è stata forgiata dal paesaggio e dalle particolarità dell'economia?

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Ho pensato all'Alaska, anche per via della lunga notte. Era l'ambientazione perfetta per il noir e gli accenni horror. Ma sentivo anche disperatamente che dovevo avere due protagoniste, due donne del tutto opposte e potenti. Ed è così che ci siamo ritrovate con Jodie Foster e Kali Reis».

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[…]

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