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CHE FA LORENZETTO DI NOTTE? LE PULCI AI GIORNALI – “LA STAMPA” TITOLA COSÌ IN PRIMA PAGINA UN RACCONTO DI CARLO PETRINI, FONDATORE DELLO SLOW FOOD: “IO, RE CARLO, MATTARELLA E LA DIFESA DELLA TERRA”. SCUSI, PETRINI, MA GUARDI CHE “IO, IO, IO... E GLI ALTRI” LO HA GIÀ GIRATO ALESSANDRO BLASETTI 60 ANNI FA – IL “CORRIERE DELLA SERA”: “UNICREDIT: 1 MILIARDO DI SINERGIE CON BANCO BPM”. UNA SINERGIA È UNA SINERGIA, MA 1 MILIARDO DI SINERGIE SONO UN’INFINITÀ. A MENO CHE NON SI TRATTI DI SINERGIE PER 1,2 MILIARDI NEL CASO DI FUSIONE, CHE POTREBBERO RIDURSI A 1 MILIARDO

“Pulci di notte” di Stefano Lorenzetto da “Anteprima. La spremuta dei giornali di Giorgio Dell’Arti” e pubblicato da “Italia Oggi”

(http://www.stefanolorenzetto.it/pulci.htm)

 

la stampa petrini e gli altri

La Stampa titola così in prima pagina un racconto di Carlo Petrini, fondatore dello Slow food: «Io, re Carlo, Mattarella e la difesa della Terra». Scusi, Petrini, ma guardi che Io, io, io... e gli altri lo ha già girato Alessandro Blasetti 60 anni fa.

 

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«Se Herbert Hoover, il famigerato “cacciatore di comunisti”, trascorreva il tempo giocando a Hoover-Ball, una sorta di tennis a mano senza racchette ma con una palla medica da lanciarsi, Franklin Delano Roosevelt praticava sport come esercizio di fisioterapia, dal momento che era paraplegico», racconta Maurizio Crosetti sul Venerdì di Repubblica, incorrendo in uno sfondone non da poco, perché confonde Herbert Clark Hoover, il 31° presidente degli Stati Uniti eletto nel 1929 che dovette affrontare la Grande Depressione innescata dal crollo della Borsa di Wall Street, con John Edgar Hoover, direttore dell’Fbi, che guidò il Federal bureau of investigation dal 1935 al 1972, distinguendosi negli anni Cinquanta segnati dal maccartismo, la feroce campagna anticomunista promossa dal senatore Joseph McCarthy.

 

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john edgar hoover, direttore dell'fbi

Federico Fubini, vicedirettore ad personam del Corriere della Sera, a proposito di Donald Trump: «Per la precisione, da quando il presidente ha iniziato il suo secondo mandato ciascuno nel 62% degli americani che hanno i propri soldi investiti in azioni a Wall Street ha perso circa 47 mila dollari. In media, per ognuno di loro». Per la precisione, eh.

 

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Riferendosi all’ex premier Mario Monti, il direttore della Verità, Maurizio Belpietro, nel suo editoriale di prima pagina scrive: «Secondo lui sarebbero sforzi inutili, perché sulle materie commerciali decide tutto Bruxelles (ma allora perché Emmanuel Macron si dà tanto da fare e perché Pedro Sanchez è volato a Pechino per stringere accordi con Xi Jinping)».

 

Si presume che quella posta fra parentesi sia una domanda, ma per essere tale difetta del punto interrogativo. E manca anche un accento acuto nel cognome del premier spagnolo, che è Sánchez.

 

locandina io, io, io... e gli altri

Poi, in ossequio al suo ben noto conflitto permanente con le virgole, Belpietro aggiunge: «Secondo il senatore a vita, ciò che assolutamente il nostro presidente del Consiglio non deve fare, è trattare». La virgola dopo «fare» separa il soggetto dal verbo. Idem nella frase: «Il piacere ai nostri due partner europei, lo abbiamo già fatto nel 2011», con la virgola dopo «europei» a spezzare il periodo.

 

Infine, Belpietro osserva che Monti «ha praticato l’abolizione della democrazia, facendosi eleggere senza passare da un’elezione». Poiché l’articolo 92 della Costituzione stabilisce che «il Presidente della Repubblica nomina il Presidente del Consiglio dei ministri», la scelta del verbo nominare, anziché «eleggere», avrebbe evitato il nonsenso.

 

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I titolisti addetti alla prima pagina di norma dovrebbero essere i più esperti, invece al Giornale riescono ad ammazzare la rubrica Giù la maschera tenuta in prima pagina dal brillante Luigi Mascheroni, che mette alla berlina le previsioni di colleghi e commentatori perché si rivelano quasi sempre sbagliate, e scrive giustamente che «sono tutti bravi a fare i profeti del prima. È che mancano quelli del dopo».

 

adnkronos vance seconda moglie

Ma il titolo del commento, «Nemo profeta», è doppiamente sbagliato. Il riferimento è infatti alla traduzione latina di un detto che il Vangelo secondo Luca (4, 24) attribuisce a Gesù dopo l’insuccesso dell’iniziale predicazione nella sinagoga di Nazareth, suo paese natale: «Nemo propheta acceptus est in patria sua».

 

La frase, che ha paralleli in espressioni simili degli altri due vangeli sinottici (Matteo, 13, 57, e Marco, 6, 4) e nel Vangelo secondo Giovanni (4, 44), è comunemente citata in forma abbreviata ed è divenuta proverbiale: «nemo propheta in patria» o anche «nemo propheta».

 

MAURIZIO BELPIETRO

Il titolo doveva dunque essere «Nemo propheta» (in latino scritto con il ph) oppure «Nessuno è profeta» in italiano, ma certo non nella forma pubblicata, mostruosamente ibrida. Soprattutto il titolo è incongruo rispetto al commento di Mascheroni, incentrato sulle profezie sbagliate, in patria o meno è indifferente.

 

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Titolo dall’Adnkronos: «Vance in Groenlandia con la moglie. Trump: “Isola ci serve per pace mondiale”». Sommario: «Il vicepresidente degli Stati Uniti e la sua seconda moglie sono atterrati alla base spaziale di Pituffik».

 

Un redattore dell’agenzia ha voluto offrirci una libera interpretazione di second lady, che però negli Stati Uniti è una locuzione usata per indicare la moglie del vicepresidente (analogamente a first lady, la consorte del presidente), oppure J.D. Vance ci ha tenuto nascosta una prima moglie? (Risposta: la second lady Usha Chilukuri, avvocata figlia di indiani immigrati negli Usa, è la prima e unica moglie del vicepresidente Vance).

 

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corriere della sera un miliardo di sinergie

Michela Proietti sul Corriere della Sera introduce così un’intervista con l’ex compagno di Sarah Ferguson, duchessa di York: «Conte Gaddo della Gherardesca, nato a Firenze ma con la Maremma nel cuore. Imprenditore e pronipote del Conte Ugolino, Canto XXIII dell’Inferno». Peccato che l’illustre avo compaia nel canto XXXIII della Divina Commedia, non nel XXIII.

 

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Titolo dalla Verità: «Bimbi ammazzati dai cattolici? Spesi 216 milioni per trovare nulla». Frase grammaticalmente scorretta. Nessuno, niente, nulla e mai vengono impiegati senza la particella non soltanto nel caso in cui precedano il verbo.

 

la verita trovare nulla

Qualora siano usati, come nel titolo in questione, dopo il verbo, richiedono invece un’altra negazione all’interno della frase, quindi la forma corretta era «per non trovare nulla». Per il linguista Luca Serianni questa norma va «osservata scrupolosamente, almeno nello scritto formale» (Grammatica italiana. Italiano comune e lingua letteraria, Utet).

 

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Titolo dal Corriere della Sera: «Unicredit: 1 miliardo di sinergie con Banco Bpm senza fusione». Una sinergia è una sinergia, ma 1 miliardo di sinergie sono un’infinità. A meno che non si tratti di sinergie per 1,2 miliardi nel caso di fusione, che potrebbero ridursi a 1 miliardo, come correttamente specificato nel sottostante articolo di Daniela Polizzi.

 

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