zeudi araya

“RICORDO CHE PER STRADA UN RAGAZZO MI URLÒ: MA CHE SEI UN DIPINTO? ME NE DAI UNA COPIA?” - VITA, OPERE E NUDI DI ZEUDI ARAYA, STAR DEL CINEMA EROTICO ANNI 70 – "IN ITALIA SOLO QUALCUNO MI CHIAMAVA BELLA NEGRETTA. NON MI OFFENDO SE DITE SEX SYMBOL. LA RAGAZZA DALLA PELLE DI LUNA DIVENNE UN TORMENTONE RISPETTO AL QUALE PROVO SOLO GRATITUDINE" – LE SERATE DIVERTENTI CON ARBORE, IL RAMINO FINO A NOTTE FONDA CON MONICA VITTI, IL DRAMMA DELLA MORTE DEL MARITO FRANCO CRISTALDI – IL RIMPIANTO PER AVER DETTO NO A... - VIDEO

 

 

Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera” - Estratti

zeudi araya12

 

Come riesce a non farsi schiacciare dal passato ?

«Ma io lavoro per far rivivere il passato», dice Zeudi Araya. Bella, un po’ algida, professionale, tailleur da manager.

 

Siamo nel suo ufficio ai Parioli. Alle pareti i tre Oscar (Divorzio all’Italiana di Germi, Amarcord di Fellini, Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore), il Leone d’oro a Venezia (Vaghe stelle dell’orsa di Visconti) e i tre Leoni d’argento, i 21 David di Donatello e i 5 Bafta, gli Oscar inglesi.

 

Tutto cominciò quando fu eletta Miss Eritrea.

«Era la prima edizione. Avevo 16 anni, me ne aggiunsi due per poter partecipare. Mi iscrissi quasi di nascosto. Mio padre, governatore di Decameré la cittadina dove sono nata, non sapeva nulla. Ero una ragazzina vanitosetta, mi iscrissi al concorso perché sapevo che avrei partecipato a tante sfilate con dei bei vestiti da indossare. C’erano tante altre belle ragazze, la seconda arrivata era di religione musulmana, la terza era una italo eritrea».

 

E lei?

zeudi araya

«Io sono cristiano copta. Il premio consisteva in una corona con la coppa, un bracciale, una Mercedes, un orologio e un viaggio in Italia. Prima andai nel previsto hotel di via Veneto, poi andai a vivere a casa dell’ex fidanzata di uno dei miei otto fratelli, che a Roma è stato un bravo oculista, ora non c’è più. In famiglia ero l’unica ad aver frequentato in Eritrea la scuola italiana. Poi dicono che non esiste il destino».

 

In cosa è rimasta africana?

«In tutto, ma sono prima di tutto eritrea. È un Paese abituato a etnie e religioni diverse. Nella mia scuola c’erano italo eritrei, arabi, c’era di tutto. Il primo scheletro umano, di oltre 3 milioni di anni fa, è stato rinvenuto nella vicina Etiopia. È il Paese più antico del mondo. E non siamo più sottomesse come in passato, dove le donne erano come le siciliane di una volta. Oggi le eritree lavorano e sono abbastanza indipendenti».

zeudi araya 9

 

Lei come viveva la sua bellezza?

«Ad Asmara, dove presi il diploma di geometra, la gente non mi diceva: guarda come sei carina. Arrivata in Italia, qualche commento c’è stato, ma nessuno mi ha mai mancata di rispetto. Ricordo che per strada un ragazzo mi urlò: ma che sei un dipinto? Me ne dai una copia?».

 

Quando arrivò a Roma si utilizzava il termine «negra». Oggi sarebbe inimmaginabile.

«In Eritrea c’era una base navale americana con tanti afroamericani. Noi li chiamavamo negri americani. Era consuetudine. Non c’erano significati razzisti. In Italia solo qualcuno mi chiamava bella negretta. Sono stata fortunata. Un agente di cinema mi presentò tutta gente carina, con Renzo Arbore e i suoi amici ho passato serate divertenti. Poi Renato Guttuso mi incontrò a un ristorante e volle farmi alcuni ritratti».

 

Capitolo Franco Cristaldi.

«Lo conobbi a Los Angeles. Ero andata per studiare l’inglese. Gli chiesi di portarmi con lui agli Oscar. Vinse con Amarcord , mi disse di restare che gli portavo fortuna».

 

Improvvisamente un tonfo 

zeudi araya 8

«A 39 anni, dopo una vita di attese e di medici, aspettavo una bambina. La persi a sei mesi di gravidanza. Era marzo. Il nostro sogno sparì. Dopo quattro mesi, il primo luglio 1992, Franco Morì».

 

Come reagì?

«Mi cadde addosso il mondo, il dolore entrò dentro di me non subito, all’inizio ci fu solo lo shock. Vivo con i premi, i copioni, gli appunti di Franco. È come se vivesse con me. Cosa mi manca di lui? La sua energia. Se n’è andato quando prendevano piede i computer. Gli piaceva tutto quello che è nuovo. Il suo soprannome era tabellina. Io sono un tipo pratico. Mi rimboccai subito le maniche».

 

Come convive con ricordi così dolorosi?

«Non dico che è un dramma ma quasi. Il dolore fortifica, e ho cercato di superarlo continuando il lavoro di Franco. Nel tempo è subentrata la malinconia. Il dolore rende più consapevole rispetto a quelli che possono capitare in futuro. Ho mille bei ricordi ed emozioni che fanno male.

 

zeudi araya 7

Sono morte tante persone a cui ero così vicino. Monica Vitti, con cui giocavo a ramino fino a notte fonda, era stata mia testimone di nozze insieme a Fellini, che mi faceva disegni con i fiori. Con Monica andavo d’estate in Sardegna, solo che lei aveva paura degli aerei e ci raggiungeva in nave».

 

Come fu il suo matrimonio?

«Con Franco mi sposai nella sua villa in Toscana, dove c’è anche una chiesa. Io ero la più giovane tra loro. Un mondo che non esiste più. Vedevamo Sordi, Mastroianni, Rosi. Le idee dei loro film venivano così, conversando, ridendo».

 

L’ultimo suo film è del 1987, quasi 40 anni fa.

«Non ho rimpianti. L’unico forse è per aver detto no a 007, la spia che mi amava , con Roger Moore».

 

È stata più sex symbol o attrice?

«Ditelo voi. Non mi offendo se dite sex symbol. Non è un peccato. I miei film erano diversivi rispetto a quelli dei giganti, Fellini, Antonioni... Non volevo fare chissà quale film. La gente in Italia mi guardava con curiosità. Ero spontanea, istintiva. Se giravo in spiaggia è chiaro che ero mezza nuda, non c’era nessuna volgarità».

 

La ragazza dalla pelle di luna divenne un tormentone.

«Rispetto al quale provo solo gratitudine».

zeudi araya 5

 

Lei è ancora di una bellezza abbagliante. Quale parte del suo corpo le piace di più?

«Mani, piedi, occhi».

 

Ci sono più ruoli per un’attrice di colore?

«No, ma è un falso problema. Si fanno meno film di una volta».

(…)

Suo figlio l’ha avuto da Massimiliano Spano, il regista.

zeudi araya 6zeudi araya 3zeudi araya 2zeudi araya 14zeudi araya 11zeudi araya 1mastroianni zeudi araya 3zeudi araya 4zeudi araya foto di baccozeudi araya la peccatrice zeudi araya luc merenda la ragazza fuoristrada zeudi araya luc merenda la ragazza fuoristrada zeudi araya, ugo pagliai la ragazza dalla pelle di luna 2 luc merenda zeudi araya la ragazza fuoristrada 2zeudi araya, beba loncar la ragazza dalla pelle di luna 1 zeudi araya la ragazza dalla pelle di luna zeudi araya franco gasparrizeudi araya (1)Zeudi Araya massimo spano zeudi arayazeudi araya la preda

«Sono felicemente single da un bel po’ di anni e sto benissimo così. Sono felice» .

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....