olaf scholz gerard schroder vladimir putin

“SCHRODER CHIUDA I RAPPORTI CON MOSCA” – VIA ALLA RESA DEI CONTI TRA I SOCIALDEMOCRATICI TEDESCHI. L'EX CANCELLIERE È NEL CONSORZIO CHE HA COSTRUITO IL GASDOTTO NORD STREAM ED È AMICO DI PUTIN: IL PARTITO GLI HA CHIESTO DI TAGLIARE TUTTE LE RELAZIONI D'AFFARI CON IL LEADER DEL CREMLINO, ”AGGRESSORE E GUERRAFONDAIO” – SCHRÖDER, CHE SIEDE NEL CDA DEL GIGANTE PETROLIFERO ROSNEFT E DA GIUGNO DOVREBBE ENTRARE A FAR PARTE DEL BOARD DI GAZPROM, SI ERA OFFERTO DI FARE IL MEDIATORE MA...

Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”

 

GERHARD SCHRODER CON IL WURSTEL

Nella Spd tedesca si stringe il cerchio intorno a Gerhard Schröder, l'ex cancelliere in affari con Putin, con il quale neppure di fronte all'invasione dell'Ucraina vuole tagliare i ponti. Per la prima volta, i co-presidenti socialdemocratici Lars Klingbeil e Saskia Esken gli hanno chiesto di rompere ogni rapporto d'affari con il leader del Cremlino, «aggressore e guerrafondaio».

 

Oltre a coltivare con Putin una forte amicizia personale, Schröder è diventato negli anni il principale lobbysta di Mosca in Germania e probabilmente in Europa. Egli è infatti membro dei consigli di amministrazione dei consorzi dei gasdotti Nord Stream 1, Nord Stream 2, del gigante petrolifero Rosneft e da giugno dovrebbe entrare a far parte del board di Gazprom, monopolista del gas russo e pilastro portante del sistema Putin.

 

olaf scholz gerard schroder spd

Soprattutto il Nord Stream 2, già completato ma mai entrato in attività e di cui il governo tedesco ha ora deciso il blocco, è una creatura di Schröder, che chiuse l'accordo per la sua costruzione durante il secondo mandato da cancelliere. «Un ex cancelliere non può considerare questi rapporti solo come fatti privati, è tempo di chiuderli», ha scritto Klingbeil. Esken ha definito Rosneft e Gazprom «infrastrutture di una sanguinosa guerra d'aggressione», aggiungendo che «Schröder danneggia l'immagine della socialdemocrazia».

 

VLADIMIR PUTIN

L'uscita di Klingbeil è tanto più significativa, in quanto egli è considerato un pupillo dell'ex cancelliere, per il quale ha lavorato nelle due campagne elettorali del 1998 e del 2002. Con lui, anche un dirigente molto vicino a Schröder, il premier della Bassa Sassonia Stephan Weil, lo ha invitato «a terminare ogni incarico nelle imprese russe, appoggiando gli sforzi del governo tedesco e dell'Occidente».

 

«Agire sul piano economico insieme al sistema Putin - ha detto il capogruppo socialdemocratico al Bundestag, Rolf Mützenick - in questa fase non è possibile». Fonti socialdemocratiche rivelano che nel fine settimana, prima di queste uscite, c'è stato un tentativo dello stesso Weil di contattare l'ex cancelliere per tentare di convincerlo, che però non ha avuto successo.

olaf scholz gerard schroder

 

Schröder avrebbe infatti rifiutato il colloquio che gli era stato chiesto dal ministro-presidente di Hannover, la città dove lui vive. È vero che nei giorni scorsi Schröder ha pubblicato una dichiarazione su Instagram, nella quale aveva parlato di «errori da entrambe le parti» a proposito della guerra in Ucraina. Senza mai fare il nome di Putin, aveva aggiunto che è «nella responsabilità del governo russo porre fine al conflitto al più presto». Poi non ha più detto nulla o reagito alle critiche.

 

GERHARD SCHRODER CON IL WURSTEL

Martedì scorso, la sua quinta moglie, la coreana So-yeon Schröder-Kim, aveva addirittura ipotizzato in un post su Instagram che suo marito potrebbe fare da mediatore nella crisi ucraina, ma che questo dipendeva dal governo tedesco. Il messaggio era stato poi cancellato. Nella Spd, l'uscita dell'ex cancelliere è stata giudicata del tutto inadeguata, soprattutto perché non è stata accompagnata fin qui da alcun gesto concreto di abbandono dei suoi incarichi per conto della Russia, profumatamente retribuiti. Intanto crescono le critiche e gli attacchi all'ex cancelliere anche da parte di esponenti di altri partiti politici.

 

olaf scholz gerard schroder.

Frank Oesterhelweg, leader della Cdu della Bassa Sassonia, dove i cristiano-democratici governano da junior partner della Spd, ha chiesto a quest' ultima di espellere Schröder dal partito e al governo federale di privarlo dei suoi privilegi da ex cancelliere, come l'ufficio e la scorta «pagati a spese del contribuente tedesco»: «I suoi rapporti con Mosca sono una vergogna per la carica di cancelliere che ha ricoperto», ha detto.

GERHARD SCHRODER CON IL WURSTEL GERHARD SCHRODER CON IL WURSTELI CANCELLIERI TEDESCHI

Ultimi Dagoreport

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…