nicky pende stefania sandrelli

STEFANIA SANDRELLI APRE IL CUORE E RACCONTA LA MORTE DEL SUO EX MARITO, IL PLAYBOY NICKY PENDE: ''NESSUNO CI HA AVVERTITO. QUANDO GLI HANNO CHIESTO CHI VOLESSE CHIAMARE, LUI HA REPLICATO: 'CON MIO FIGLIO NON ABBIAMO BUONI RAPPORTI'. LUI SI ERA ALLONTANATO PERCHÉ… - NEL MOMENTO IN CUI MI SONO ACCORTA CHE NON POTEVA ANDARE AVANTI, D’ACCORDO CON GINO PAOLI DECISI DI MANDARE A STUDIARE LA NOSTRA AMANDA A MILANO. È STATA UNA RINUNCIA TERRIBILE''

 

stefania sandrelli e giovanni soldati foto di bacco

 

Enrico Caiano per ''Liberi Tutti - Corriere della Sera''

 

Ragazza sognante e maliziosa: quel suo piedino in bianco e nero che in Divorzio all’italiana già stuzzica il marinaio della barca, mentre la bocca ancora bacia il cugino barone Fefé che per averla si è macchiato di uxoricidio, è già entrato nella storia del cinema e del costume italiani. Poi, donna sofferente e consapevole. Madre esuberante. Infine moglie innamorata e tenera nonna. È stata tutto questo, Stefania Sandrelli, sul grande e piccolo schermo. Ed è stata tutto questo anche nella vita. In momenti diversi e nello stesso istante: è ragazzina, donna, madre, moglie e nonna.

 

 

Stefania, a 72 anni, può dire che la sua vita è il cinema e il cinema è la sua vita?

«Non credo smetterò mai con il cinema. Quando sarà succederà per forza maggiore. Un giornalista geniale mi definì il termometro del cinema italiano. È così! Ho sempre fatto di necessità virtù: mi sono accontentata dell’intuito nella lettura delle sceneggiature. Ma alla fine il cinema è venuto come lo volevo io. Mi sono fidata del mio istinto e i conti tornavano. Poi ho avuto la fortuna di imbattermi in eventi sociali davvero rari tutti insieme: divorzio, delitto d’onore, femminismo...».

 

L’istinto per i ruoli lo ha avuto da subito: era minorenne quando ha fatto «Divorzio all’italiana». 

«Non sono presuntuosa e se lo dico è perché mi sono guardata indietro e l’ho verificato: ero pronta. Certo, non avevo la tecnica e gli strilli del regista, il grande Pietro Germi, ancora me li ricordo: ogni tanto me ne andavo in quei bellissimi vicoletti siciliani a mangiare il gelato o a comprare catenine e anellini. Non avevo ancora il senso del lavoro. Però ero estremamente preparata come spettatrice e poi grazie al mio fratellone Sergio, maggiore di 7 anni, sapevo tutto del cinema: il montaggio, il doppiaggio...».

 

A proposito: nei primi film lei è stata doppiata. 

«Purtroppo è vero. Ma per i film di Germi non poteva essere altrimenti: a fare la sicula non ero pronta, in altri invece ero io a non volermi doppiare perché ero una mascalzona... Io, finito il film, dovevo andare da Gino Paoli, oppure... Insomma c’avevo da fa’ e anche il doppiaggio, beh no!».

 

Con suo fratello facevate veri e propri film in 8 millimetri. Li ha ancora? 

«Ho giusto un Dracula il vampiro tutto mezzo smangiucchiato. Facevamo sul serio, veri film con la troupe dei nostri amici. Io ero sempre una delle interpreti. Sergio era proprio un malato di cinema. Mi ha fatto da papà, assolutamente (il padre di Stefania morì quando lei aveva 8 anni; ndr). Lui era il mio babbo ed io la sua mamma. C’era un rapporto davvero molto affettuoso e forte. È mancato da 5 anni ma non passa mica mai. Abbiamo vissuto una bellissima vita a Viareggio. Finché Sergio andò a Firenze a studiare come concertista, con molti sacrifici di mamma, che era vedova e doveva lavorare».

 

Ma sua madre di quei sacrifici è stata ripagata. 

«A denti stretti ma era molto orgogliosa di me. Nel suo dialetto pistoiese mi diceva O’ Stefanina ma tu se’ proprio sicura che tu vo’ fare l’attrice? Perché non è che ci guadagnassi a fare i primi film. Poverina. Era molto vivace e volitiva. Piena di amiche, giocava a carte... scala 40 e ramino, non certo poker. Molti dei miei amici venivano da me ma per trovare lei, perché era molto piacevole e ridanciana».

 

Il film più importante di Stefania Sandrelli? 

«Partiamo da un presupposto: la cosa fondamentale è partecipare a un bel film, tanto amo il cinema. Sono disposta a tutto sul set, anche a battere il ciak. Tolgo i fili dai vestiti, spolvero, faccio, brigo, cerco di rendermi utile. Però devo dire che Io la conoscevo bene è un film irripetibile, uno di quelli che capitano una volta nella vita. Sì, è forse il film più rappresentativo mio: questo ritratto così bello e dolente di Adriana, giovane donna disarmata e candida».

NICKY PENDE STEFANIA SANDRELLI

 

E l’ultimo in ordine di tempo come sarà? In questi giorni sta girando a Napoli un’opera prima tratta dal romanzo di Lorenzo Marone La tristezza ha il sonno leggero, regia di Marco Mario De Notaris. 

«Sono molto contenta di dare il mio contributo a una prima regia, a una persona che stimo e che credo abbia scritto un’ottima sceneggiatura. Il mio personaggio è particolare: Renata Ferrara, che ha fatto politica nella Dc. Siamo a fine anni 80. La chiamano tutti “il dittatore”. Anche i figli e i figli acquisiti. Non è certo un personaggio molto positivo. Una madre che pensa più a sé che agli altri».

 

Un ritorno al set che arriva subito dopo un grande dolore personale, la morte improvvisa del suo ex marito Nicky Pende, da cui ha avuto Vito, suo secondo figlio. Un’unione burrascosa durata appena 4 anni. 

nicky pende stefania sandrelli

«Lo sposai per amore, sapeva che mi fidavo di lui in tutto, certo che sarebbe stato un bravo medico, un bravo marito e un bravo padre. Ma la vita non va mai tutta dritta...».

 

Cosa andò storto? 

«Nicky era estremamente corretto ma un po’ Dottor Jekyll e Mister Hyde. Aveva probabilmente dei problemi caratteriali che non potevo conoscere prima delle nozze. Quando ci siamo lasciati però mi sono sentita come nuda in una foresta, sola e di notte. Ero veramente disperata».

 

Sente di aver avuto delle colpe? 

«No. Ho cercato di fare il possibile. Nel momento in cui mi sono accorta che non poteva andare avanti, d’accordo con Gino Paoli decisi di mandare a studiare la nostra Amanda a Milano. È stata una rinuncia terribile, perché i figli li ho fatti per averli con me. Nel momento in cui Amanda se n’è andata — giustamente perché litigavamo un giorno sì e l’altro pure — io sapevo che avrei divorziato. Anche se all’epoca il divorzio ancora non c’era ed è stato molto tosto per me. Nicky non voleva e quindi gli ho dato tempo, molto più del necessario. Almeno due anni e mezzo. Perché fosse pronto anche lui. Ma la situazione era al limite».

 

nicky pende stefania sandrelli

Le pesa di non essersi riconciliata in tempo con lui?

«La riconciliazione non c’è stata ma le motivazioni lui le conosceva bene. Non è che io gli ho tolto il saluto: è lui che ha fatto in modo di rimanere solo. Mi dispiace molto perché è davvero morto solo, solo, solo. E questa è la cosa che più mi fa male e il dolore lo sentirò ancora per molto tempo. D’altronde abbiamo avuto anche una bellissima vita insieme e cerco di ricordarmi questa. Comunque sia, è importante che suo figlio si sia riappacificato con lui».

 

Racconti... 

nicky pende stefania sandrelli

«Vito è una bella persona, non perché sia mio figlio. Essendo di natura molto buona andava in crisi per come lo trattava Nicky. A un certo punto ha deciso di allontanarsi da lui: “Se per mio padre non conto nulla, allora ciao e ci vedremo quando sarà”. Il giorno del funerale guardavo quella bara e non potevo pensare che una persona così vitale, che ho amato così tanto e con cui ho riso da pazzi potesse essere improvvisamente lì. Ma poi ho sentito il meraviglioso discorso a braccio di mio figlio, che proprio non mi aspettavo. Ed è stato come una magia che ha chiuso il cerchio. Non dico che fossi felice, ma serena, pacificata, sì».

stefania sandrelli

 

La morte improvvisa vi ha scossi? 

«Nessuno ci ha avvertito, sa? L’ospedale ha preteso l’autopsia perché anche loro non si capacitavano... È morto per un problema al sangue. Gli hanno chiesto: “Chiamiamo suo figlio che è medico?”. E lui: “No, non abbiamo buoni rapporti”. Le pare che per una questione di privacy il medico non ha potuto avvertire Vito, il figlio del paziente che poi il giorno dopo è morto? Una follia. Altre persone potevano chiamare e non l’hanno fatto. Non ho parole».

Suo figlio è medico come il padre. 

«È chirurgo laparoscopico, molto stimato e bravo. Ha tre figlie femmine, adora il suo lavoro, non si tira mai indietro e fa guardie su guardie».

 

Sua figlia Amanda, attrice, l’ha avuta con Gino Paoli a 18 anni: è più figlia o sorella minore? 

«Amanda è una persona che... se io ho un problema di qualsiasi tipo chiamo lei. È più di una sorella. Ma se l’è guadagnato sul campo questo. È bello il rapporto che c’è tra lei e Vito. È molto forte e mi dà sostegno».

stefania sandrelli giovanni soldati foto di bacco

 

Le manca un terzo figlio, quello che avrebbe suggellato l’unione di oltre 35 anni col suo compagno Giovanni Soldati? 

«Mi è mancato per un periodo. Ma mi dispiaceva più per lui che per me. Poi invece mi sono consolata perché ho capito che Giovanni è più idoneo con i figli degli altri. È stato bravissimo con i miei ma... io mi sento un pochino anche la sua mamma. Un genitore deve cercare di non perdere la parte infantile però deve essere anche adulto. E lui questo non ce l’ha tanto... Però mi piace talmente così com’è! Mia cugina, che a volte chiamo un po’ disperata mi interrompe e dice “Stefania, te lo sei scelto così, lo ami per come è e te lo tieni così”. Giovanni è una bella persona, ha dedicato tutta la vita a me e gliene sono molto grata. Abbiamo una grande confidenza, forse la cosa più importante».

stefania sandrelli sharone stone richard gere (1)

 

 

Invece del sesso ha detto che dopo i 70 ci si può anche rinunciare. Vero? 

«L’importante dopo i 70 è poterlo fare quando voglio. Anche facendo passare un bel po’ di tempo. Però è bene sapere che se vogliamo c’è. E comunque quando uno ha la possibilità di darsi un bacio d’amore... ma che vuoi di più da Dio!».

 

Non le mancano certo nipoti e nipotini: ne ha 5! 

stefania sandrelli e bernardo bertolucci 1

«Sono uno diverso dall’altro, cinque creature meravigliose. Ho passato con loro un Natale favoloso: mio figlio il 25 ha lavorato e io mi sono pappata tutti i nipoti nel mio grande appartamento romano. Quando posso cerco di coinvolgere i due di mia figlia portandoli alle mostre. Sono riuscita a portarci anche Francisco, il 14enne. Sulla cultura fa un po’ il superiore. Io gli dico sempre che ho fatto la terza commerciale perché ai miei tempi se eri una femmina quando eri stenografa o dattilografa era grasso che colava. Però per me poi è stato tremendo non continuare a studiare. Ho capito che la cultura, l’arte, sono tutto».

stefania sandrelli 4

 

Da tempo si sta dedicando all’arte del vino: con il suo compagno Giovanni Soldati e l’imprenditore Sandro Bottega ha firmato il Chianti Acino d’Oro — Gallo Nero che ha vinto premi internazionali e si vende da Stoccolma a Singapore. 

«Vero e mi piace. Adoro la campagna, i miei sensi si accendono, diventano molto alleprati. Ma ritirarmi lì no. Amo Roma, un vero colpo di fulmine. Sa, io soffro di colpi di fulmine... Mi spiace sia ridotta così. Però c’è sempre la speranza di vedere uno spettacolo teatrale, un concerto. E le mostre: Pollock, Zerocalcare».

 

C’è chi ha detto che Morandi sta alla musica leggera come Sandrelli sta al cinema. È così? 

«Gianni ne ha fatta di strada. È molto caro, una bella figura di italiano generoso e talentuoso che... ancora gliela scrocca! Come me? Beh, grazie».

 

 

 

stefania sandrelli 5stefania sandrelli e bernardo bertoluccistefania sandrelli di elisabetta catalano 1967stefania sandrelli di elisabetta catalano 1967stefania sandrelli stefania sandrellipaolo villaggio beatrice jannozzi stefania sandrellistefania sandrelli 11novecentosandrelli 14stefania sandrelli 16stefania sandrelli 20stefania sandrelli 21stefania sandrelli sedotta e abbandonataagenzia dufoto stefania sandrelli roma primi anni 60 stefania sandrellisaverio ferragina stefania sandrellistefania sandrelli col nipote roccostefania sandrelli con duccio trombadoriAMANDA E STEFANIA SANDRELLIstefania sandrellide niro depardieustefania sandrelli a viareggiostefania sandrelli e vittorio gassmanstefania sandrelli e gerard depardieu

 

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?