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TREDICI POLIZIOTTI SONO INDAGATI PER LE MANGANELLATE AGLI STUDENTI DI PISA DURANTE IL CORTEO PER LA PALESTINA DELLO SCORSO 23 FEBBRAIO – COINVOLTI ANCHE AGENTI DEL REPARTO MOBILE FIORENTINO – LE ACCUSE SONO DI ECCESSO COLPOSO DI LEGITTIMA DIFESA E LESIONI LIEVI COLPOSE – ALL'EPOCA DEI FATTI, SERGIO MATTARELLA CHIAMÒ IL MINISTRO DELL’INTERNO PIANTEDOSI: “CON I RAGAZZI I MANGANELLI ESPRIMONO UN FALLIMENTO"

Da tg24.sky.it

 

 

la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 4

La procura di Pisa ha iscritto nel registro degli indagati una decina di poliziotti in relazione negli scontri contro gli studenti durante un corteo pro Palestina, avvenuti il 23 febbraio. Le accuse, a vario titolo, sono eccesso colposo di legittima difesa e lesioni lievi colpose. Lo si apprende da fonti sindacali. Tra gli agenti indagati ci sarebbero poliziotti del reparto mobile fiorentino, impiegati nel servizio d'ordine pubblico, e anche i responsabili sulla piazza del dispositivo di sicurezza. Dopo la manifestazione, sette poliziotti in servizio in piazza il giorno degli scontri si erano autoidentificati, informando la procura.

 

Gli scontri del 23 febbraio

Le indagini condotte dalla polizia scientifica pisana hanno portato alle identificazioni degli agenti coinvolti negli scontri, quando un cordone di polizia caricò una cinquantina di studenti medi superiori per impedire che il corteo raggiungesse la centralissima piazza dei Cavalieri. I disordini innescarono una serie di polemiche con critiche alla condotta della polizia.

la polizia carica gli studenti durante i cortei pro palestina a pisa 5

 

Il monito del presidente Mattarella

All'epoca dei fatti, quelle immagini in cui studenti e manifestanti sono stati caricati e colpiti da agenti della polizia mentre protestavano a favore della Palestina, avevano spinto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a chiamare il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per fargli presente, "trovandone condivisione", che "l'autorevolezza delle Forze dell'ordine non si misura sui manganelli ma sulla capacità di assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni". "Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento", concludeva la nota con cui il Quirinale aveva fatto sapere del colloquio fra il capo dello Stato e il titolare del Viminale.

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