achille occhetto

“HO INCONTRATO LA MORTE E MI HA TOLTO MALCOLM” – ACHILLE OCCHETTO PARLA DELLA SCOMPARSA DEL FIGLIO, COLPITO DA INFARTO NEL SONNO A 52 ANNI: “INSIEME ABBIAMO CAVALCATO MILIONI DI ONDE DA PAURA NEL MEDITERRANEO. LUI SEMPRE UN PO’ PIÙ A SINISTRA DI ME” – LA SVOLTA DELLA BOLOGNINA: “NON SONO STATO IO CHE, UN GIORNO, MI SONO ALZATO E HO CHIUSO IL PCI. IN QUESTI 30 ANNI DI SOLITUDINE, HO ORGANIZZATO DA SOLO LE CELEBRAZIONI” – TIFA PER LA CANDIDATA MULTIGENDER DEL PD ELLY SCHLEIN E LANCIA UNA FRECCIATA A D'ALEMA (“IL LOBBISMO DEI POLITICI MI SCANDALIZZA”)

Claudio Bozza per “Sette – Corriere della Sera”

achille occhetto nella sua casa romana - foto sette

 

Seduto sul divano di casa, a due passi da piazza Venezia, l’ultimo segretario del Pci ha davanti a sé una parte della sua sterminata collezione di pipe. Sono più di cento. A un certo punto ne afferra una. E probabilmente ha in testa ciò che diceva Sandro Pertini: «Fumo la pipa per bruciare le amarezze».

 

Ma stavolta non ci sono più da bruciare solo quelli che definisce i suoi «30 anni di solitudine» dopo la Svolta della Bolognina. Stavolta Achille Occhetto deve sopportare il più straziante dei dolori: la perdita di un figlio. Malcolm, 52 anni, se ne è andato a ottobre, colpito nel sonno da un infarto: «Insieme abbiamo cavalcato milioni di onde nel nostro Mediterraneo. Lui sempre al mio fianco, sempre un po’ più a sinistra di me», ricorda commosso.

 

Ma «Akel», così lo ribattezzò suo padre Adolfo, è uno che non si arrende. Che non è, e non vuole essere sconfitto. Così dice che suo figlio vivrà sempre nella sua memoria. E sogna una sinistra risorta. Prima fa una disamina (lucidissima) della crisi in cui si è cacciata la sua parte politica. Poi dice che «Elly Schlein è la ventata di aria fresca che si può far entrare dalla finestra». A 86 anni, andando indietro di decenni, non toppa una data, una citazione, il «Segretario».

 

achille occhetto, la terza moglie aureliana alberici e i figli massimiliano e malcolm

Il primo ricordo della sua vita?

«Avevo 6 anni. A Champoluc, in Valle d’Aosta, eravamo sfollati durante la guerra. Nella canonica che ci proteggeva viene portato improvvisamente un partigiano con la testa tutta fasciata. Grondante di sangue. E sono svenuto».

 

La folgorazione per la politica. C’è stato un momento preciso?

«A casa mia a Torino, durante la Resistenza, c’era la sede clandestina della sinistra cristiana, dove entravano nottetempo gappisti, oltre a cattolici, comunisti, socialisti... Il Partito d’Azione. Il 25 aprile i miei genitori mi dissero: “Vieni a vedere!”.

 

malcolm occhetto

Era una giornata tersa di sole: dal balcone vedevo sfilare i carrarmati, sui quali svettavano la bandiera rossa e quella tricolore. Erano i carrarmati che gli operai della Fiat avevano preparato per il giorno in cui le brigate partigiane sarebbero scese dai monti per liberare la città. Quella giornata è rimasta nel mio cuore: fu lì che decisi che sarei stato sempre a sinistra».

 

Per chi ha votato il 25 settembre scorso?

«Faccio una premessa: la mia critica al Pd parte dal suo difetto di fondo, cioè che invece di essere stata una contaminazione di valori veri, così come appunto avvenne per la ricostruzione post fascismo, è stata una contaminazione di apparato, una fusione a freddo. Questo difetto di fabbrica è ormai irrimediabile. Però, consapevole che la destra avrebbe vinto con ampio margine, dopo tanto tempo ho deciso di votare il Partito democratico per diminuire la distanza dal primo partito, FdI».

 

achille occhetto svolta della bolognina

Trentatré anni dopo la Bolognina la sinistra è di nuovo in profonda crisi. Questa è più o meno nera di quella di allora?

«La situazione è profondamente diversa. Allora non si trattava solamente di noi. Dovevamo fare i conti con un mutamento epocale: cambiavano tutti i parametri della politica mondiale e tutta la geopolitica. Questo era il grande problema: non era fare i conti con il Pci, bensì con il mondo. E allora lo dissi chiaramente: “La campana del nuovo inizio suona per tutti”».

 

Lei archiviò il Pci. Oggi è il Pd che deve essere superato?

«Non mi piace la parola “archiviare”. Non sono stato io che, un giorno, mi sono alzato e ho chiuso il Pci. Io mi sono assunto l’onere della proposta. Ma è il Pci che, in ben due congressi, in una discussione capillare che ha coinvolto intere famiglie, tutte le cellule di fabbrica e di scuola ha portato i comunisti italiani, e non Achille Occhetto, a cambiare quella storia. È stata la più grande discussione democratica che un partito abbia mai fatto. Altro che primarie!».

 

achille occhetto massimo d'alema claudio petruccioli

Il Pd rischia di fare la fine dei socialisti francesi?

«Spero di no. Dipende ancora da tutti loro. È vero, tuttavia, che la crisi del Pd si inscrive in quella di gran parte del socialismo europeo: subalternità al neoliberismo sul piano economico e il rifugiarsi esclusivamente dietro i diritti civili, abbandonando la centralità del mondo del lavoro e dei lavori».

 

Elly Schlein ha preso la tessera del Pd proprio nel quartiere della sua storica svolta. Può essere lei, una donna, la “nuova Bolognina”?

achille occhetto simbolo pds

«Ho accolto con gioia questa scelta altamente simbolica in un locale in cui, accanto alla fotografia di Berlinguer c’è la bandiera rossa da me autografata. Tanto più che, in questi 30 anni di solitudine, ho dovuto organizzare da solo le celebrazioni ogni 10 anni di quell’evento. Il Pd non ha capito che senza la Svolta non ci sarebbe stato né l’Ulivo, né il Pd».

 

Ma torniamo a Schlein.

«Siamo due generazioni diverse: io vengo dalla storia del Novecento, non ho mai abbandonato le basi fondamentali della storia della sinistra italiana, e sono abituato al ragionamento a tutto tondo, che cerca la sintesi.

 

MASSIMO DALEMA ACHILLE OCCHETTO 1992

Però io mi ricordo che Togliatti, quando ero segretario della Fgci, ci inviò un messaggio in cui diceva, salvando bonariamente le nostre intemperanze: “Ogni generazione arriva agli ideali del socialismo per vie profondamente diverse”.

 

Ho incontrato Elly alla presentazione del mio libro Perché non basta dirsi democratici Ecosocialismo e giustizia sociale: c’era una grande sintonia intorno a un problema di fondo, cioè la ricerca di una sintesi alta tra questione sociale e ambientale, che è di grandissima attualità, perché sono i temi che vengono dalle nuove generazioni».

 

Chi vincerà le primarie del Pd?

«Non lo so, ma una cosa è certa: Schlein, indipendentemente da una sua vittoria, mi sembra che stia iniziando a cambiare la base e potrebbe portare forze nuove, spalancare le porte e dimostrare di essere davvero contro le consorterie, dal momento che vuole ribaltare, come dice, la piramide. È un valore aggiunto».

 

achille occhetto

Suo padre Adolfo fu l’amministratore delegato di Einaudi. Da ragazzino, nella vostra casa a Forte dei Marmi, avevate ospiti come Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Italo Calvino... Che estati erano?

«Di Pavese ricordo che una volta, discutendo a tavola, si lamentò, perché una rivista comunista aveva censurato un suo articolo. Io sbottai: “Anche i comunisti fanno queste cose?”. E lui mi disse: “Achille ricordati che, dappertutto, oltre al buono c’è sempre in agguato anche il cattivo”. Ma soprattutto ho ben impressa la cartolina che Cesare ci inviò appena rientrato a Torino: “Vi ringrazio dell’ospitalità e vi auguro una vita felice”. Una settimana dopo si tolse la vita: quelle parole, purtroppo, erano il segno che aveva già preso questa tragica decisione. Calvino era un simpatico giocherellone. Natalia Ginzburg passava interi pomeriggi con mia madre, parlando di cose di donne, con quella puntigliosità che poi ritroveremo in Lessico famigliare».

 

ACHILLE OCCHETTO

Un rimpianto?

«Una delle mie canzoni preferite è Non, je ne regrette rien di Édith Piaf. No, non rimpiango niente».

 

La delusione più forte?

«Che sia stata contestata nei fatti la mia affermazione che, con la svolta, bisognava uscire, da sinistra, dalle rovine del cosiddetto socialismo reale. Il che ha condotto alla deriva pericolosa che tutti conosciamo».

 

Un desiderio?

«Per la politica vorrei vedere rinascere una sinistra degna di questo nome. Diversa, perché diverso è il mondo che ci circonda, ma che sappia ricollegare passato, presente e futuro uscendo fuori dall’eterno presente. E poi vorrei tanto partire a vela, come i grandi navigatori, dal monumento alle Scoperte, situato a Belém sulla riva del fiume Tago in Portogallo, per giungere in America sotto la Statua della Libertà, come i nostri emigranti. Ma non ho più l’età».

 

BONACCINI - PAOLA DE MICHELI - ELLY SCHLEIN ALLA MANIFESTAZIONE PD A PIAZZA SANTI APOSTOLI

Un aneddoto per ciascuno di questi personaggi: Berlinguer, Berlusconi, Craxi, Moro, Andreotti? E sul suo arcinemico D’Alema? Si aspettava che finisse a fare lobbista, anche per aziende che operano nella Difesa?

«Ho avuto tanti amici, ai quali dovrei chiedere il permesso per nominarli. E nessuno di questi personaggi merita di essere ridotto in un flash. Per quanto riguarda il lobbismo dei politici sono scandalizzato in generale. Perché indipendentemente dai risvolti giudiziari, ritengo inconcepibile che una persona che ha ottenuto notorietà e influenza grazie al voto di cittadini che li hanno votati, perché rappresentassero i loro interessi privati e questi valori, la usino invece per interessi privati e ultronei».

ELLY SCHLEIN

 

Immagino si riferisca a D’Alema...

(Occhetto rimane impassibile).

 

Ha paura della morte?

«Francamente non mi fa piacere. Più della morte temo la malattia invalidante, e uno Stato che mi impedisce di decidere della mia vita».

 

E dopo?

«Invidio quelli che sanno cosa c’è. Io la penso, aggiornando il suo pensiero, come Montaigne. Con la morte viene smagnetizzata la scheda della nostra memoria. Quindi non solo non ci siamo più noi, ma è come non ci fossimo mai stati: né noi, né l’universo che ci circonda. Ma l’assurdità dell’esistenza, di cui parlava Camus, ha un meraviglioso risvolto vitale che ci consente di essere, comunque, i piccoli mattoni di una vicenda tanto misteriosa quanto affascinante. Amo la vita».

 

malcolm occhetto

A ottobre ha perso Malcolm, uno dei due suoi figli. Con che forza reagisce al dolore, alla morte, una persona come lei, che è già nei libri di storia?

«Ecco, la morte di cui ho sempre avuto paura è quella di un figlio. Purtroppo l’ho incontrata e mi ha detto: “Non è vero, quanto dicono gli antichi, che quando ci sei tu non ci sono io e quando ci sono io non ci sei più tu. Eccomi, sono qui davanti a te”. Ma per fortuna c’è ancora la mia memoria che tiene il mio Malcolm in vita. La sua gentilezza, la sua vitalità, le cavalcate su onde da paura che ci hanno fatto solcare i mari del nostro Mediterraneo, il suo starmi vicino, sempre un po’ più a sinistra ma con rispetto. E poi i suoi furori, in cui ribolliva la parte di sangue somalo, contro il razzismo, ma anche contro ogni forma di razzismo alla rovescia. E tante altre cose ancora».

achille occhetto

 

Quando lei ha annunciato la morte di suo figlio, via Facebook, ha ricevuto centinaia di migliaia di messaggi di vicinanza.

«Sono rimasto colpito dal cordoglio generale. Ho pensato che questo è forse il dolore universale che unisce tutti: la morte di un figlio. Malcolm era volato da suo fratello. Dopo aver abbandonato il cinema, con tanti anni passati negli Usa, si era messo a studiare ingegneria. E aveva deciso di andare a cercare un nuovo lavoro alle Canarie. Là c’era già suo fratello Massimiliano, che con la sua compagna ha aperto una libreria che sta avendo successo. Malcolm era partito il giorno prima delle elezioni. È l’ultima volta che l’ho visto, ma sarà sempre con noi».

ACHILLE OCCHETTOachille occhetto e aureliana 2ACHILLE OCCHETTO MASSIMO DALEMA scalfari luciana castellina achille occhettoACHILLE OCCHETTO ENRICO BERLINGUER jpegachille occhetto leoluca orlando fausto bertinottiachille occhetto foto di baccoACHILLE OCCHETTO E MASSIMO DALEMAACHILLE OCCHETTOachille occhetto ezio mauro foto di baccoMASSIMO DALEMA ACHILLE OCCHETTO

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…