nancy pelosi donald trump

ALMENO SONO SINCERI - ''TRUMP È UN PERICOLO PER LE ELEZIONI 2020''. I DEMOCRATICI SMETTONO DI PARLARE DELL'UCRAINA, DI CUI NON FREGA NIENTE A NESSUNO, E LA METTONO GIÙ CHIARA: L'IMPEACHMENT È UNA CHANCE PER TOGLIERCELO DALLE PALLE PRIMA DI NOVEMBRE. SPERANO COSÌ DI RINGALLUZZIRE LA BASE ANCORA TRAUMATIZZATA DALLA SCONFITTA, CHE LO CONSIDERA UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO. QUESTA SCELTA PAGHEREBBE SE ALMENO CI FOSSE UN CANDIDATO PRONTO E CAZZUTO. INVECE…

 

Paolo Mastrolilli per ''la Stampa''

 

nancy pelosi

«La condotta del presidente Trump è il peggior incubo dei padri fondatori». Perché abusando del proprio potere, per costringere il collega ucraino Zelensky ad aprire un' inchiesta sul suo avversario politico Joe Biden, ha messo a rischio la sicurezza nazionale, e poi ostruendo l' indagine del Congresso ha creato «un serio pericolo per i nostri checks and balances costituzionali».

 

È l' argomento usato dai procuratori della Camera, per chiedere al Senato di approvare l' impeachment. I legali del capo della Casa Bianca però hanno risposto che si tratta di un tentativo «sfacciato e illegale di rovesciare il risultato delle elezioni del 2016, e interferire con quelle del 2020». I due capi d' accusa infatti «sono costituzionalmente non validi», in quanto «non affermano alcun crimine o violazione della legge».

 

La sfida processuale è cominciata sabato sera, con la memoria di 111 pagine presentata dai sette parlamentari democratici guidati da Adam Schiff, che la Speaker Nancy Pelosi ha incaricato per gestire l' accusa. Poco dopo i legali del presidente, cioè il consigliere della Casa Bianca Pat Cipollone e l' avvocato Jay Sekulov, hanno risposto con un documento di sei pagine. Il dibattito comincerà domani mattina, proprio mentre Trump sarà a Davos per vantare i suoi successi economici, mentre le arringhe delle parti sono previste a partire da mercoledì.

donald trump melania trump

 

I due articoli di impeachment accusano il presidente di abuso di potere e ostruzione del Congresso, e il testo dell' accusa sostiene che la prova è la telefonata del 25 luglio 2019 con Zelensky.

 

Il capo della Casa Bianca infatti gli aveva chiesto di «farci un favore», ossia aprire un' inchiesta sulla compagnia energetica Burisma per cui lavorava Hunter Biden, allo scopo di trovare informazioni capaci di deragliare la campagna presidenziale del padre Joe. Nello stesso tempo l' amministrazione aveva congelato gli aiuti militari a Kiev, come forma di ricatto, e giovedì scorso il Government Accountability Office ha affermato che era un reato.

 

ADAM SCHIFF

Gli avvocati di Trump non hanno contestato i fatti, ma hanno affermato che non giustificano l' impeachment, perché non provano crimini. La telefonata con Zelensky aveva lo scopo di spingere il leader ucraino a combattere la corruzione nel suo Paese, e gli atti del presidente rientravano nelle sue prerogative di stabilire la politica estera degli Usa. Gli aiuti poi erano stati consegnati e quindi non c' è stato do ut des.

 

Quanto all' ostruzione del Congresso, secondo i legali, Trump ha solo esercitato il diritto di proteggere la riservatezza delle conversazioni con i suoi collaboratori, e se volevano i democratici, potevano contestarlo in tribunale: «Esercitare una prerogativa costituzionale non può costituire una causa per l' impeachment».

 

volodymyr zelensky

Quanto alla presa di posizione del Gao, che rimprovera all' amministrazione di aver violato la legge bloccando gli aiuti, durante una conference call con i giornalisti il team degli avvocati ha detto che non va presa in considerazione perché non era nei due atti d' accusa.

 

Ora la sfida si sposta sui nuovi testimoni richiesti dai democratici, come l' ex consigliere per la sicurezza nazionale Bolton e il socio di Giuliani Parnas, che ha accusato Trump di aver orchestrato il do ut des. I suoi avvocati non li vogliono, ma se quattro senatori repubblicani voteranno in favore, saranno convocati. In aula ora non ci sono i 67 voti necessari alla condanna, ma nuove prove potrebbe cambiare il processo.

rudy giuliani donald trump

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