trump in wisconsin

AMERICA FATTA A MAGLIE - TRUMP SCARICA SUI MEDIA E LE FAKE NEWS LA ''RABBIA'' CHE STA DIETRO AI (MANCATI) ATTENTATI, E I SUOI NEMICI RISPONDONO CHE È COLPA SUA E DEL SUO ODIO. MA ODIO C'È DA TUTTE LE PARTI: GLI AMERICANI CHE LO HANNO VOTATO SONO ''UN MUCCHIO DI MISERABILI'' (COPY HILLARY), ATTRICI COMICHE SI PRESENTANO CON IN MANO LO SCALPO DEL PRESIDENTE SANGUINANTE, ALTRE CHIEDONO L'INTERVENTO DELL'ESERCITO, DE NIRO DICE CHE LO VUOLE PRENDERE A PUGNI - L'ARTICOLO DEL ''WSJ'' DI CUI NESSUNO PARLA

Maria Giovanna Maglie per Dagospia

 

Trump non abbassa la guardia, e se tutte le dichiarazioni sue, della moglie Melania, dei membri del governo, condannano qualunque tentativo di violenza e promettono una indagine con tutto lo spiegamento di forze possibile, a fare il mandante morale non ci sta.

trump in wisconsin

 

“A very big part of the Anger we see today in our society is caused by the purposely false and inaccurate reporting of the Mainstream Media that I refer to as Fake News. It has gotten so bad and hateful that it is beyond description. Mainstream Media must clean up its act, FAST”’.

 

Una grandissima parte della rabbia che oggi vediamo nella nostra società è causata dal racconto appositamente falso e non accurato che i principali media continuano a imporre e che io chiamo fake news. È diventato così cattivo e pieno di odio da essere indescrivibile. I media devono fare pulizia e al più presto.

 

Difficile dargli torto e prendere per buone le accuse furibonde che in queste ore si levano dai politici democratici , da mezza Hollywood, dall'ex direttore della CIA Brennan,  dalla CNN, alla quale è arrivato  un pacco proprio indirizzato all'ex capo della Cia.

 

  Loro montano il caso politico sul clima di odio scatenato da Donald Trump,che non e’ un mite o uno che porge l'altra guancia.  Ma qui a odio nessuno è inferiore all'altro, anzi,  sono due anni che qualsiasi rispetto per il presidente degli Stati Uniti è stato completamente cancellato.

chi ha ricevuto ordigni esplosivi

 

Per loro gli americani che lo hanno votato sono a basket of deplorables, un mucchio di miserabili, dalla pubblica definizione tristemente famosa di Hillary Clinton, attrici comiche non esitano a presentarsi con in mano lo scalpo e la faccia del presidente sanguinanti,  altre chiedono l'intervento dell'esercito per tirarlo fuori dalla Casa Bianca e deporlo,  Madonna marcia su Washington, De Niro dice che lo vuole prendere a pugni, e avanti così.

 

Nel gran casino soprattutto mediatico, ma anche nel giustificato allarme per i pacchi bomba che arrivano tutti a oppositori e avversari del presidente, in testa Obama,  Joe Biden e la Clinton, gli investigatori si dicono pronti a identificare chi ci sia dietro perché, spiegano, fortunatamente per le vittime e gli investigatori stessi, sono bombe rudimentali, nessuna è esplosa, e contengono una quantità di tracce tale da rendere facile identificare chi le ha preparate e spedite.

 

Naturalmente la spedizione di bombe a tappeto a dieci giorni dalle importanti elezioni di midterm suscita polemica politica violenta. Tra i repubblicani c'è chi non esita pur nella condanna della violenza a sospettare un tentativo di amici dei democratici di boicottare il voto ai repubblicani, che sono in forte recupero non solo al Senato ma anche alla Camera, che era data per inesorabilmente perduta.

 

C'è chi pensa invece al gesto di qualche folle seguace di Donald Trump convinto così di fare giustizia degli avversari. Chi infine pensa all'Isis, ma il metodo  non è quello dei terroristi islamici e non è arrivata alcuna rivendicazione. Tra i timori dell' FBI si nasconde anche quello di gesti volutamente rozzi ma di grande richiamo, per distrarre l'attenzione dal Big One, un attentato pesante è molto più seriamente preparato.

 

bombe destinate ai leader democratici

Vedremo, e speriamo di no, certo è che il livello d'allarme è stato tenuto altissimo fin dall'inizio per una scelta del governatore Andrew Cuomo, che ha organizzato una conferenza stampa con una cinquantina di persone , denunciando il pericolo con toni decisamente eccessivi .

 

Certo è che la CNN strilla contro Trump in modo talmente scatenato che uno dei suoi opinionisti, l'ex capo della polizia di New York, Bernard Kerik, si e’ alzato e se n'è andato mercoledì sera in prime time. Kerik e’ uno  degli eroi dell'11 Settembre, era stato invitato come succede spesso a parlare da tecnico delle indagini e delle ipotesi.

 

Quando ha capito che il taglio era quello delle accuse di Brennan a Trump, e che sarebbero andati avanti a lungo facendo parlare solo lui che attaccava il presidente, ha fatto una cosa abbastanza tipica dei nostri Talk Show televisivi, ma non di quelli americani: si è tolto auricolare e microfono, si è alzato e se n'è andato spiegando che non ha nessuna intenzione di essere complice di un tale genere di attacchi pretestuosi, che va in tv per orientare i telespettatori e non per aizzarli contro il presidente; e infine si e’ chiesto come mai se si deve parlare di politica che incita la violenza,  come mai i giornalisti della CNN non ricordano gli insulti di Maxine Waters, la deputata nera scatenata contro Trump, come mai non ricordano Eric Holder che incoraggia la gente alla violenza contro l'attuale governo.

 

È tutta così la discussione mediatica e il dibattito politico negli Stati Uniti, improntati a una polemica furibonda, ma non ricca di argomenti, anzi spesso priva di argomenti reali il che la rende ardua e ostica per l'americano medio, che è sempre più infastidito. Per dirla tutta, da una parte la classe intellettuale e accademica liberal è infastidita dalle richieste e dalle esigenze dell'americano medio, solo che ora ne è caldamente ricambiata.

 

bombe destinate ai leader democratici

A Donald Trump che pure è un miliardario di New York, un po' come Ronald Reagan era un attore di Hollywood, quindi fuori dalle due tipologie, capita però di rappresentare le esigenze e la rabbia dell'americano medio. Quindi gli capita anche di attirare l'odio degli intellò, benevoli con lui e persino contigiani finché faceva solo il palazzinaro e il proprietario di casinò o il personaggio TV

 

Con l'eccezione del solito Atlantico Quotidiano, la pubblicazione più attenta all'analisi e al dibattito internazionale, nessun giornale italiano ha ritenuto di riprendere dal Wall Street Journal le brillanti e coraggiose osservazioni del professor David Gelernter, Yale university, che in un articolo che si chiama. ”La vera ragione per cui odiano Trump” questo ha detto, ovvero che nelle prossime elezioni di midterm i democratici si distinguono per la mancanza di argomenti visto che l'economia va alla grande e la politica internazionale pure.

bombe destinate ai leader democratici

 

Quanto alla epica e  recente battaglia per evitare l'ingresso alla Corte Suprema del giudice Brett Kavanaugh: “Per le generazioni future, la battaglia di Kavanaugh rappresenterà un indicatore della bancarotta intellettuale del Partito Democratico, la luce rossa lampeggiante sul cruscotto che dice ‘Vuoto’. La sinistra è sconfitta.”

Gelernter non ama Trump, solo non ha mandato il cervello all'ammasso, infatti  lo dice con chiarezza.

 

“Le persone di sinistra che conosco odiano la volgarità di Mr. Trump, la sua riluttanza ad evitare gli scontri, la sua schiettezza, la sua certezza che l’America è eccezionale, la sua sfiducia nei confronti degli intellettuali, il suo amore per le idee semplici che però funzionano e il suo rifiuto di credere che uomini e donne sono intercambiabili”. Questo ritratto è il ritratto dell'americano medio, e chi odia Trump odia gli americani,  in fondo è un anti americano.

 

kavanaugh

Ma sul percorso minato dell'odio per Trump sono sempre volersi fermare. Anzi, il tiro si alza. Basta prendere l'ultimo articolo del New York Times che parte dalla frase del presidente durante un comizio in Texas quando ha detto “ Io sono nazionalista, ok? Ricominciamo a usare questa parola. Usate questa parola!”. In un'altra occasione subito dopo ha accusato il globalismo di essere un fenomeno che si occupa di tutto il mondo tranne che della  propria nazione, essere in realtà avido di potere  e corrotto.

 

Quanto basta perché il giornale lo accusi di evocare il fascismo e il nazismo, dopo aver rischiato le stesse accuse scegliendo lo slogan “America first”; gli rimprovera di parlare al ventre del paese, incurante di quel che pensano le classi più istruite delle coste. E tra chi la pensa così e chi sta con Trump la guerra continua.

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