giorgia meloni silvio berlusconi matteo salvini

AVVISATE GIORGIA MELONI: IL FILM SULLA CRISI DI GOVERNO RISCHIA DI NON ESSERE DIVERSO DA QUELLO PER IL QUIRINALE - UN FILM IN CUI, PER TUTTO IL TEMPO, SALVINI E BERLUSCONI HANNO GIOCATO A DISTINGUERSI PER POI ELEGGERE ASSIEME MATTARELLA - MESSO ALLE STRETTE DA GIORGETTI E DAI GOVERNISTI DELLA LEGA, IL CAPITONE SI PREPARA AI "SUPPLEMENTARI": “HO ACCUSATO FINO A OGGI CONTE E I 5 STELLE DI ESSERE STATI IRRESPONSABILI. SE CI SONO DELLE POSSIBILITÀ CHE DRAGHI RIMANGA IN CARICA, MI METTO A FARE IO L’IRRESPONSABILE?” - LE TELEFONATE CON GIORGETTI, ZAIA, FONTANA E FEDRIGA

(ANSA) Incontri, telefonate e videocollegamenti oggi tra Matteo Salvini e i dirigenti della Lega. Lo riferisce una nota in cui viene sottolineato che c'è piena sintonia su cosa fare nei prossimi giorni e totale condivisione delle parole del Presidente Mario Draghi, secondo il quale lo strappo di ieri "ha fatto venir meno il patto di fiducia alla base dell'azione di governo", per le scelte irresponsabili dei 5Stelle, i più validi alleati del Pd. Salvini ha sentito Giorgetti, Attilio Fontana, Fedriga, Zaia, i vicesegretari, i capigruppo e Roberto Calderoli. "Faremo il bene dell'Italia e degli italiani", ha detto loro Salvini.

 

Tommaso Labate per il Corriere della Sera

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

«Da questo momento in poi non possiamo sbagliare nulla. Neanche mezza parola fuori posto». Cinque minuti dopo le 20.00, quando si conclude la lunga telefonata in cui si appone la ceralacca sulla strategia unitaria appena concordata con Silvio Berlusconi, Matteo Salvini si concede il primo momento di relax di una giornata interminabile. Mezz’ora prima, quando la formalizzazione delle dimissioni di Mario Draghi era già agli atti, il leader della Lega aveva licenziato un comunicato in cui chiamava in correità il Pd — oltre al M5S — per la crisi di governo e invitava tutti a «non avere paura di restituire la parola agli italiani».

 

Mezz’ora dopo tutto torna in discussione. Anche se la strada che porta il centrodestra di governo a mantenere in piedi il cantiere pericolante della maggioranza è sempre più in salita.

 

berlusconi meloni salvini toti

C’è un prima e un dopo, nella giornata di ieri, nella dialettica tra Forza Italia e Lega. Prima dell’annuncio ufficiale delle dimissioni di Draghi, arrivate all’inizio di un Consiglio dei ministri convocato solo per questo, Salvini interviene per telefono nella riunione improvvisata che si tiene tra le delegazioni dei due partiti in una stanza di Palazzo Madama. Antonio Tajani, Licia Ronzulli e la capogruppo forzista Anna Maria Bernini raggiungono il presidente dei senatori del Carroccio Massimiliano Romeo. Chiamato al telefono, il leader della Lega — che ha ottenuto il rinvio dell’udienza Open Arms — chiarisce che dei margini per evitare le elezioni anticipate ci sono. Pochi, pochissimi. Ma ci sono.

 

«Ho accusato fino a oggi Conte e i 5 Stelle di essere stati irresponsabili. Se ci sono delle possibilità che Draghi rimanga in carica, mi metto a fare io l’irresponsabile?», è il ragionamento svolto in viva voce. Gli accenti diversi sono agli atti: Salvini è più sbilanciato verso le elezioni, Berlusconi lo è decisamente meno («Anche se non abbiamo certo paura di andare al voto», ripete il Cavaliere). Ma un punto fermo è fissato: se c’è la possibilità di trascinare la crisi fino ai «tempi supplementari» (copyright Giancarlo Giorgetti), che la si esplori, senza sconti.

 

 

salvini meloni berlusconi

 

Quando maturano le dimissioni di Draghi, la situazione sembra precipitare. Basta che Meloni invochi le elezioni e chieda urbi et orbi di «non fare scherzi», riferendosi evidentemente al resto del centrodestra, e Salvini manda in rete la nota in cui chiede che venga «restituita la parola agli italiani». Sembra il precipitare di un patto appena sottoscritto, quello con Berlusconi; e invece non è così. Un forzista che ha seguito da vicino i contatti costanti tra i due leader offre una chiave di lettura che trova riscontri anche nel Carroccio. Questa: «Non possiamo lasciare a Fratelli d’Italia anche la bandiera del voto anticipato. Sarebbe come concedere a Meloni un vantaggio già troppo ampio…».

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI AL QUIRINALE

Salvini e Berlusconi, che si sentiranno di nuovo stamattina e probabilmente si vedranno anche, marciano apparentemente divisi per colpire uniti. Come in un gioco di specchi in cui nulla (o poco), fino a mercoledì prossimo, sarà davvero come sembra. In fondo, è quello che diversi esponenti di Fratelli d’Italia hanno sussurrato con preoccupazione all’orecchio di Giorgia Meloni, e cioè che «il film che sta per essere trasmesso rischia di essere non troppo diverso, nella trama, da quello che abbiamo visto con l’elezione del presidente della Repubblica».

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI CON MATTARELLA

Un film in cui, per tutto il tempo, i leader di Lega e FI hanno giocato a rincorrersi e distinguersi per poi eleggere assieme Mattarella. Certo, a differenza di allora, nessuno — fino all’ultimo secondo — lascerà impronte digitali sulla strada di una trattativa che pare complicatissima.

 

Pensa a questo in fondo Salvini quando ripete che«non possiamo sbagliare nulla», che «neanche mezza parola» dovrà essere «fuori posto». La strategia comune è agli atti. La lista unica Lega-Forza Italia sulla scheda elettorale lo sarà presto. Quando dipenderà dalla data del voto, su cui l’ultima parola non arriverà prima di cinque giorni.

SALVINI BERLUSCONI MELONIberlusconi salvini meloni

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA BY FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...