giorgia meloni giuseppe conte elly schlein

“BASTA GIOCHI DI PRESTIGIO”; “QUELLO DELLA PREMIER È UN MISERO ESPEDIENTE CHE CONFERMA L’IGNAVIA DEL GOVERNO” - LA MOSSA PARACULA DI MELONI DI SUBORDINARE IL RICONOSCIMENTO DELLO STATO DI PALESTINA A DUE CONDIZIONI AL MOMENTO IRREALIZZABILI (''LA LIBERAZIONE DEGLI OSTAGGI E L'ESCLUSIONE DI HAMAS DA GAZA”) SCATENA LA FURIA DI SCHLEIN E CONTE - DOPO AVER VISTO MIGLIAIA DI PERSONE IN PIAZZA PER GAZA E I SONDAGGI, LA SORA GIORGIA HA PROVATO LA SUPERCAZZOLA PROPONENDO ALLE OPPOSIZIONI UNA MOZIONE CONGIUNTA. MA...

Tommaso Ciriaco per repubblica.it - Estratti

 

meme giorgia meloni pranzo della domenica sullo sfondo delle macerie di gaza

Il traffico di Manhattan è un incubo. Giorgia Meloni evita l’auto di servizio e passeggia lungo la quarantaseiesima circondata da agenti. Si lascia alle spalle le Nazioni Unite, costeggia la Trump Tower e approda nel piazzale della rappresentanza italiana. Microfoni, domande. Quando inizia a parlare, si sente poco. Una giovane urla: «Basta con il genocidio di Gaza!!». «Presidente – insistono i cronisti - cosa dirà sullo stato palestinese?». La risposta è pronta, studiata con Giovanbattista Fazzolari: ci sarà una mozione parlamentare del centrodestra con l’impegno a riconoscere la Palestina, a patto di eliminare Hamas dal governo e liberare gli ostaggi israeliani.

 

È una mossa tattica. Difensiva. Necessaria per uscire dall’angolo. E decretata dopo aver compreso un punto cruciale di questa fase politica: il massacro nella Striscia è diventato anche un serio problema di politica interna. I sondaggi dicono che gli italiani premono per uno stato palestinese e contestano le politiche di Benjamin Netanyahu.

fratoianni schlein conte bonelli al monk

 

Schierandosi con Trump e contro il riconoscimento immediato, Meloni rischia di arrancare nel consenso. Tanto più che lei, al netto del rapporto politico costruito negli anni con “Bibi” – un sodalizio che si è tradotto in una linea vicina alla destra israeliana - sarebbe fin dai tempi del movimento giovanile sensibile alla causa palestinese.

 

E dunque, la mozione: «Annuncio - dice la presidente del Consiglio - che la maggioranza ne presenterà una per dire che il riconoscimento della Palestina deve essere subordinato a due condizioni: il rilascio degli ostaggi e l’esclusione di Hamas da qualsiasi dinamica di governo». A ben guardare, sono le due condizioni che anche Emmanuel Macron e Keir Starmer hanno rilanciato, dando l’annuncio. Due paletti che, a differenza della premier, non hanno impedito la loro mossa, sancita durante l’assemblea generale.

 

 

giorgia meloni comizio fenix

Per la presidente del Consiglio, la scelta anglofrancese ha complicato il quadro. Un problema che l’ha portata a disertare l’altro ieri il vertice organizzato da Macron. E a replicare ieri, saltando un nuovo appuntamento convocato dal francese qui a New York (mentre nella notte italiana vede il turco Erdogan). Ma per Palazzo Chigi è ancora più importante sottrarsi al pressing del centrosinistra. Allentarne la pressione, soprattutto: «Spero che un’iniziativa del genere possa trovare anche il consenso dell’opposizione: non trova sicuramente quello di Hamas e degli estremisti islamisti».

 

L’obiettivo è provare a ribaltare l’immagine di un governo che tentenna, sfidando la minoranza parlamentare a non mostrare incertezze su Hamas: «Ora nessuna ambiguità», rilancia non a caso dall’Italia Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza. Una presunta tentazione che, a leggere i resoconti degli ultimi tre anni, non ha mai sfiorato il centrosinistra.

 

MANIFESTAZIONE PER GAZA A ROMA – ANGELO BONELLI ELLY SCHLEIN NICOLA FRATOIANNI GIUSEPPE CONTE

Che intanto, ovviamente, reagisce. «Il riconoscimento “condizionato” - si arrabbia Giuseppe Conte - è un misero espediente che conferma l’ignavia del governo». E parla anche Elly Schlein: «La premier sta perdendo la faccia di fronte al mondo e alla nostra opinione pubblica. Riconosce la Palestina, come altri 150 Paesi, oppure no? Basta giochi di prestigio».

 

gli sguardi di giorgia meloni a donald trump video di smar gossip su tiktok 2

 

Il resto del ragionamento della premier ricalca quello dei giorni precedenti: va bene la scelta di Parigi e Londra di mettere «pressione politica» con il riconoscimento, ma farlo «in assenza di uno Stato che abbia i requisiti della sovranità non risolve il problema». E dunque, sostiene, il bersaglio del pressing deve essere Hamas, «che ha iniziato questa guerra e può terminarla, rilasciando gli ostaggi».

 

Altri due dettagli vanno registrati, ad ascoltare Meloni. Il primo: non solo su Gaza, ma anche sui temi identitari si mantiene in scia di Trump. Lo fa quando le chiedono delle critiche del tycoon alle politiche ambientaliste per contrastare il riscaldamento globale: «Ho condiviso molte cose del suo intervento. E buona parte di quello che dice sul Green deal». E lo stesso vale per le bordate contro l’Onu: «Gli organismi multilaterali devono saper rivedere quello che non funziona».

GIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU giorgia meloni a fenix 2bonelli schlein fratoianni conte manifestazione pro gaza a roma foto lapresse 2 2angelo bonelli elly schlein nicola fratoianni e antonio conte - manifestazione pro gaza a romaGIORGIA MELONI - BENJAMIN NETANYAHU

 

MANIFESTAZIONE PER GAZA A ROMA – ANGELO BONELLI ELLY SCHLEIN NICOLA FRATOIANNI GIUSEPPE CONTE

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