giuseppe beppe sala

SALA DI PRONTO SOCCORSO (PER IL PD) - IL SINDACO DI MILANO PROGETTA, CON LA BENEDIZIONE DI ZINGARETTI E GENTILONI, UN MOVIMENTO “GREEN” DA AFFIANCARE AL PARTITO DEMOCRATICO - LA SUA PROPOSTA DI “DASPO URBANO” PER ROM E NOMADI PER FERMARE LA PROLIFERAZIONE DI INSEDIAMENTI ABUSIVI

Carlo Tecce per il “Fatto quotidiano”

 

BEPPE SALA

Beppe Sala, non oggi, tra un po'. Beppe Sala, senza la tessera del Pd, però attorno al Pd. Beppe Sala, ispiratore di un partito che copra il versante ambientale e sociale. Con il voto da qui a un anno, non oltre per ragioni di fragili equilibri, di resistenza di una classe dirigente non all' esordio, di stanchezza fisica nonché politica: è il sindaco di Milano l' uomo che allarga e completa i dem di Nicola Zingaretti segretario e Paolo Gentiloni presidente.

 

BEPPE SALA

Beppe Sala pianifica con discrezione - e le rituali smentite - un progetto/movimento/cartello elettorale per proiettare la sua gloria milanese in Italia, per seminare in uno spazio di consensi che cresce incolto e che è attiguo ai dem. Ha l' ambizione. Ha il supporto. Ha il tempo. Così pure da commissario Expo - ora aspetta la sentenza di primo grado per l' inchiesta, dopo la richiesta di condanna a 13 mesi - si era già preparato a raccogliere il testimone di sindaco da Giuliano Pisapia.

 

Adesso può contendere a Zingaretti e Gentiloni una porzione del centrosinistra o ratificare un accordo col Nazareno. Più plausibile la seconda ipotesi. Già dirigente di azienda, tra Pirelli e Telecom, Sala frequenta il comune di Milano dall' epoca di Letizia Moratti, e la provenienza era il giro di Silvio Berlusconi. Più di un decennio, con vari cambi di muta e, dopo la carriera di manager, al vertice di Milano, però sempre Milano, che soddisfa, di certo lusinga, forse non basta.

BEPPE SALA MATTEO SALVINI

 

Ai politici capita spesso di soffrire di claustrofobia, di sentirsi oppressi in un luogo o in una divisa, di convivere troppo con un' immagine pubblica che risente di esagerazioni, iperboli, piaggeria. Questo è il momento di Sala. Il mandato di sindaco scade nel giugno del 2021, Sala ha promesso ai milanesi, ovvio, che non lascia le opere incompiute, ma è altrettanto ovvio che la fine della legislatura nel 2019 e nel 2020 gli offre un' occasione non ripetibile: fare politica non soltanto a Milano.

 

BEPPE SALA MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA MILANO

Zingaretti era un giovane comunista, Sala s'è laureato alla Bocconi. Hanno un buon rapporto, non solido, ma funziona per le reciproche esigenze. Zingaretti ha bisogno di ampliare il campo del centrosinistra per "assimiliazione", non per "scissione". La politica non è una scienza esatta, però ha familiarietà con la matematica e soprattutto la logica, dunque un' uscita dal Nazareno di un Carlo Calenda per fondare un ennesimo partitino non toglie né aggiunge. Sala è un tipo cauto, non si sporge mai troppo, sa che può cadere per eccesso di ego, come quelli che si candidano a tutto e non vincono niente.

 

giuseppe beppe sala manifestazione antirazzista milano

Tant' è che adesso, al prologo del futuro, dice che è disponibile a sostenere chi fa politica per incentivare i "temi sociali e ambientali". Sala non è un iscritto del Nazareno, ma ormai è un riferimento (civico) che si contrappone ai gialloverdi, a Matteo Salvini oppure a Giorgia Meloni, anche se utilizza un vocabolario - come successo con la proposta per il "Daspo per i rom" - poco consono al garantismo lessicale dei dem.

BEPPE SALA E ATTILIO FONTANA

 

Sarà vero che il centro della politica è disabitato e un motivo ci sarà e che, per dirla con Massimo D' Alema, la sinistra deve ricominciare dai vecchi valori, ma la vocazione maggioritaria del Partito democratico non esiste più e, come ripete Sala, il Nazareno in solitudine non tornerà mai al potere. Ecco il patto di Sala con "Zinga". Da qui a un anno, non oltre.

 

beppe sala carlo calenda

Per Beppe Sala, che può sottrarsi a una complicata replica da sindaco di Milano. Per Nicola Zingaretti, che è riuscito a mantenere il respiro dei dem anche se non scoppiano di salute. Per Paolo Gentiloni, che potrebbe tentare di correre da premier (senza misurarsi proprio con Sala). E Matteo Renzi? È tra i dem, non si vede, forse si percepisce, se saluta Sala&C. non si disperano. Che si decidano. Da qui a un anno, non oltre.

 

2 - SICUREZZA: SALA, RAGIONIAMO DASPO URBANO PER NOMADI

BEPPE SALA GIOVANNI TRIA BONOMI ASSOLOMBARDA

(ANSA) - Per quanto riguarda la problematica degli insediamenti abusivi di rom e nomadi a Milano "stiamo cercando di capire se si può lavorare bene con un Daspo" urbano e "ne stiamo discutendo anche con il prefetto", Renato Saccone. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della colazione con i cittadini del Municipio 7, che si sono lamentati della presenza di insediamenti abusivi nel quartiere.

 

Il Daspo urbano "sarebbe relativo ad alcuni spazi perché poi alla fine ritornano sempre nello stesso punto e bisogna trovare delle formule affinché non ritornino - ha detto ancora Sala -. Effettivamente vediamo che là dove ci sono i cittadini giustamente si lamentano, bisogna trovare delle formule diverse". A Milano "ci sono 3 mila nomadi, io non è che sono contrario alla chiusura dei campi - ha concluso - ma chiuderli vuol dire che saranno ancora più in giro".

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....