“SBAGLIATO ATTACCARE CONTE. HA SPIEGATO LE SUE PAROLE SU TRUMP-PRIMARIE? SÌ, ANCHE SE NON CAMBIA LA LEGGE ELETTORALE” – GOFFREDO BETTINI, GRAN TESSITORE DEM DELLA COALIZIONE ANTI-MELONI - ELLY SCHLEIN SARÀ LA CANDIDATA PREMIER DEM. MA I GAZEBO SERVONO, ANCHE CON UN CANDIDATO CIVICO. RENZI È COLLOCATO NETTAMENTE ALL’OPPOSIZIONE. DA ALESSANDRO ONORATO SI ESPANDE UN MESSAGGIO POSITIVO. C’È SPAZIO PER TUTTI, SENZA VETI E COMANDI SOLITARI" - "LA DESTRA CHE ASSUME NEL SUO PANTHEON PASOLINI? PIER PAOLO ERA UN MARXISTA, VOTAVA COMUNISTA E AVEVA FIDUCIA NEI..."
Daniela Preziosi per “Domani” - EstrattI
Domani a Roma ci sarà l’Assemblea nazionale del Pd. Il campo progressista sembra una tela di Penelope, torna a disfarsi sulla politica estera. Sono i giorni della complicatissima trattativa per il cessate il fuoco in Ucraina. E secondo Goffredo Bettini – ex senatore, oggi direttore della resuscitata rivista Rinascita – non si può non partire da qui.
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Lei è d’accordo con le parole di Giuseppe Conte, «lasciamo fare a Donald Trump»?
Le ha spiegate, io le ho interpretate da subito come a dire che così tanti sono stati gli errori dell’Europa che si è arrivati a far decidere tutto a Trump. Non un auspicio, ma una dolorosa constatazione.
Una constatazione anche che nel campo progressista c’è un baratro sull’Ucraina?
No, e questa polemica contro Conte non la condivido: ha portato i Cinque stelle stabilmente nel campo progressista. Ha dato una mano, più di ciò che è apparso, per varare la coalizione in Toscana, Marche, Campania e Puglia. Ma ha un vincolo: la sua comunità politica è esigente e combatte e vota solo se è convinta. È giusto che chieda tempo per un percorso di consultazione nei territori. Parallelamente confronto e sintesi servono anche a noi del Pd. Sui temi cruciali. Nel frattempo ogni iniziativa unitaria della coalizione nella società e nelle istituzioni va cercata. Occorre incalzare Meloni sull’evidente fallimento nell’azione di governo.
Fra i temi cruciali c’è l’antisemitismo: vi siete divisi sulla proposta di Graziano Delrio, nata da una definizione di antisemitismo che avevate già accettato.
ELLY SCHLEIN - ROBERTO FICO - GIUSEPPE CONTE
L’antisemitismo richiama la parte orrida della civiltà occidentale. Gli ebrei sono stati e sono una testimonianza di impegno, cultura, arte, forza interiore. La parte “molle” e “vegetativa” di molti popoli li ha invidiati e perseguitati. Ogni ferita ai loro sentimenti è disgustosa.
Poi, però, c’è il governo di Israele. In molti periodi un piccolo Davide democratico, oggi un gigante spietato guidato da un criminale fuori controllo. Tenere distinti i due piani è difficile ma indispensabile. Ecco perché ogni iniziativa va pensata e promossa con il massimo della collegialità. Delrio ha sentito il dovere di fare qualcosa. In buona fede, ma ha agito da solo, o con un piccolo gruppo. Questo ha portato a una certa eterogenesi dei fini.
Il correntone ha chiesto più dibattito interno. Dall’Assemblea di domani ci sarà più dibattito nel Pd?
All’assemblea di Montepulciano non ho partecipato. Ho preferito proporre le mie idee presentando Rinascita, una rivista con piccoli mezzi ma una grande ambizione: unire politica e cultura. Ma la discussione è sempre utile. Ce n’è un urgente bisogno. A Montepulciano ho ascoltato interventi di valore, ma molto diversi tra loro. È emerso un generale orgoglio di partito per le vittorie in Puglia e Campania, ma non una linea. C’è stato un benefico rafforzamento di Elly Schlein che pressoché tutti hanno incoronato per la premiership. Ora sta di fronte a noi la costruzione della coalizione, tema abbastanza assente a Montepulciano.
La questione premiership resta il convitato di pietra dell’alleanza?
Il Pd ha Schlein. Sarà la proposta di tutto il Pd. Se la coalizione non potrà o non vorrà accettare il criterio che il partito maggiore indica il nome, ci saranno le primarie. E io le auspico, a prescindere del cambio della legge elettorale.
Anche con un candidato civico?
Sì. Tutto quello che sta emergendo da lì è degno di attenzione. Matteo Renzi è collocato nettamente all’opposizione. Da Alessandro Onorato si espande un messaggio positivo. Occorre muoversi in modo molto concreto, dal basso, con vero spirito civico, evitando politicismi e manovre di vertice tese a cambiare la natura della coalizione. C’è un grande spazio per tutti dove confluire senza veti e comandi solitari.
goffredo bettini a dimartedi 6
La destra assume nel suo pantheon Pier Paolo Pasolini. Lei lo ha conosciuto: era “anche” un po’ di destra?
No. Pasolini era un marxista, votava comunista e aveva fiducia nei giovani comunisti di allora. La destra ha sentito un’affinità con il poeta sui temi della tradizione e dei valori antichi. Ma non ha colto la profondità del suo ragionamento. In lui non c’era una nostalgia “passiva” del tempo passato, in attesa che torni; ma una nostalgia “attiva”, di combattimento, capace di sottrarsi al consumismo che distrugge i valori e le forme autentiche della vita. Dittatura e violenza per lui portavano al dispotismo anarchico e all’“inferno” di Salò, dove ogni espressione umana si trasforma in cosa, a disposizione della pura forza.
alessandro onorato foto mezzelani gmt 063
alessandro onorato foto mezzelani gmt 063
ANGELO BONELLI - ELLY SCHLEIN - NICOLA FRATOIANNI - GIUSEPPE CONTE - MANIFESTAZIONE PD AVS M5S PER GAZA - FOTO LAPRESSE
goffredo bettini dimartedì



