I PADRONI DEL VAPORE - DIETRO L’“OK” ALLA SIGARETTA ELETTRONICA, CI SONO I CATA-FALCHI CHE HANNO UCCELLATO LE COLOMBE DELLA PROIBIZIONISTA BEATROCE LORENZIN

Francesco Merlo per "La Repubblica"

Svapare con il falco o astenersi con la colomba? Galan e Lorenzin sfogano sul fumo elettronico il rancore che reprimono a palazzo Grazioli. E la schizofrenia, che è l'effetto collaterale delle larghe intese, sgoverna l'Italia. Dunque le sigarette elettroniche, che sei mesi fa erano diavoli, adesso sono arcangeli.

Lo "svapore" acqueo da nube proibita si muta in sollievo del cielo. Fumate, fumate, le sigarette son tornate. Ma non fatevi ingannare, anche il dibattito qui è un surrogato, fumo negli occhi. Insomma non c'entrano nulla né lo spirito libertario né le ragioni della salute pubblica e privata, Questa non è la storica controversia sulle origini dei focolai del colera o della peste, quando bisognava scegliere tra i perfidi untori e la natura matrigna.

È solo un miserabile duello politico che si incista nell'Italia squinternata del governissimo. Tutti comprendono infatti che la Commissione cultura, come dice la parola stessa, non dovrebbe occuparsi dei danni delle sigarette, vere o false che siano. E invece, con un agguato tecnico-parlamentare, l'abolizione del divieto, che era stato imposto dal ministro della Sanità, è stata inserita e approvata dentro un provvedimento - nientemeno - sulla scuola.

Non c'è logica e non c'è ritegno. È il tipico spurgo della malafede. Giancarlo Galan, che della Commissione Cultura è impudentemente il presidente, vuole offrire a Berlusconi lo scalpo della Lorenzin, che della Sanità è impudentemente il ministro.

E dunque lancia una strategia ben più astuta e più efficiente delle invettive della Santanché, un surrogato teoretico della macchina del fango: la caccia ai governativi con la dialettica surrogata ("libertari-proibizionisti"), il corpo a corpo similideologico ("bene-male") contro i traditori. E non potendosi però esercitare sui destini epocali, quelli contemplati nella legge di stabilità, va ad accanirsi sugli aspetti marginali ma chiassosi, sui dettagli rivelatori che appassionano (e distraggono) gli italiani. È un copione pronto per Crozza: Galan svapa e la Lorenzin fuma di nascosto.

Le sigarette elettroniche in Italia sono perfette - abbastanza futili e abbastanza serie - per alimentare il solito dibattito trasversale che appassiona chi fuma e, ancora di più, chi non fuma. E non solo perché coinvolge la bocca, gli occhi, il naso e la famosa gestualità dove tutti proviamo a destrutturare, a semiotizzare, tutti professori di Gestalt, tutti Umberto Eco, tutti medici della mutua, «io sto con Veronesi», «io sto con Garattini». E ci sono pure gli integralisti contro la nicotina, perché l'elemento di narcosi resta anche se non c'è più il catrame, e non c'è la cenere, e non c'è la puzza, ma c'è la nuvoletta e c'è la maleducazione che in Italia diventerebbe subito sbuffare sul prossimo.

E c'è, appunto, la "finta" che spiazza, rimanda, riaccende la disputa e sveglia l'intolleranza. E dunque Galan si frega le mani: è riuscito a surrogare il governo e la ministra traditrice parlando, letteralmente fuori luogo ma non fuori tempo, di protezione della libertà di mercato, di demagogia ambientalista, di eccessi di purismo... Anche la pubblicità, persino di quelle con la nicotina, è di nuovo permessa grazie a Galan, che ora sventola la sigaretta elettronica come la bandiera della Libertà che guida il popolo, nel dipinto di Delacroix.

Umberto Veronesi, che in materia di lotta al cancro è Cassazione, ha spiegato che la sigaretta elettronica potrebbe dare un grande aiuto e ridurre i casi di morte per tabagismo. E ha aggiunto che se il governo italiano davvero dal primo gennaio prossimo portasse la tassa sulle sigarette elettroniche al livello stratosferico dell'ottanta per cento, ebbene questo significherebbe fare, consapevolmente, gli interessi delle grandi multinazionali del tabacco che sono, come tutti sappiamo, persuasive e invasive. Chi si sente di dargli torto?

E tuttavia è sicuramente un colpo di scena tornare a fumare, sia pure surrogati, al teatro, al cinema, negli uffici e persino negli aeroplani. Ma sarebbe davvero così? La sigaretta elettronica appartiene alla specie moderna dell'inautentico, del simulacro, al caffè decaffeinato, al latte magro, alla cioccolata senza cacao, all'opera d'arte riproducibile tecnicamente.

E si vede subito che è goffo chi svapa, che è finto il suo piacere senza peccato, che non seduce nessuno come accadeva invece a Humphrey Bogart, e anzi forse vederli con quell'armamentario in bocca e in mano fa subito passare la voglia, «guarda quel poveretto, cosa gli tocca succhiare », non è pensabile che Rita Hayworth infili una sigaretta elettronica nel lungo bocchino di avorio.

Diciamolo chiaro: svapare può essere utile e necessario ma non è fumo, è "sfumo". Non c'è esibizione possibile, non c'è il felicemente innaturale di Svevo, di Thomas Mann, di Simenon, di tutta quella letteratura cancerogena che avevamo ormai archiviato... Solo il ministro Lorenzin, vietandole come se fossero vere, aveva promosso le sigarette elettroniche, aveva legalizzato il travestimento, mandato la realtà in vacanza. Solo il divieto può abolire la differenza tra la copia e l'originale, tra la luna nel pozzo e la luna nel cielo.

 

lorenzin Beatrice Lorenzin massaggio sulla spiaggiagalan e carfagna per il premio alla bonev sigaretta elettronica x SIGARETTA ELETTRONICA SIGARETTA ELETTRONICA UMBERTO VERONESI FAZIO LETTA STIRPE GARATTINI humphrey bogart

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