antonio tajani giorgia meloni andrea orcel matteo salvini giancarlo giorgetti giuseppe castagna

GOLDEN CAZZATA, GOVERNO CAOS: “A RISCHIO 250 AZIENDE ITALIANE IN RUSSIA” - C’È UNA RAGIONE SE TAJANI È RITORNATO A CONTESTARE IL GOLDEN POWER CHE IMPONE A UNICREDIT, SE VUOLE ACQUISIRE BANCO BPM, CARISSIMO ALLA LEGA, DI DISFARSI DELLA SUA BANCA IN RUSSIA - IL MOTIVO È CONTENUTO IN UN DOCUMENTO FIRMATO DA CECILIA PICCIONI, L’AMBASCIATRICE ITALIANA A MOSCA, CHE AVVERTE SUI RISCHI LEGATI ALL’USCITA DI UNICREDIT DALLA RUSSIA – COME MAI I GIORNALONI NON HANNO SBATTUTO IN PRIMA PAGINA LA GRAVE MINACCIA DI GIORGETTI DI DIMETTERSI DA MINISTRO DELL’ECONOMIA SE MELONI E TAJANI ALLENTANO LA MORSA DEL GOLDEN POWER SU UNICREDIT? AH, SAPERLO…

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA

L’AMBASCIATA A MOSCA AVVERTE “A RISCHIO LE NOSTRE AZIENDE”

Giuseppe Colombo e Giovanni Pons per “la Repubblica”

 

C’è una ragione se Antonio Tajani è ritornato a contestare il golden power contro Unicredit. Il motivo è contenuto in un documento che il ministro degli Esteri ha ricevuto il 12 aprile. Il titolo dice già molto: “Ruolo sistemico di Unicredit a sostegno delle imprese e del sistema Italia nella Federazione russa e conseguenze di un’eventuale uscita da questo mercato”.

 

A firmare la relazione è Cecilia Piccioni, l’ambasciatrice italiana a Mosca. Quando scrive alla Farnesina mancano sei giorni al Consiglio dei ministri chiamato a esaminare il Dpcm che fissa i paletti all’Ops lanciata da Unicredit per l’acquisizione di Banco Bpm. Alla fine, il provvedimento passerà in Cdm, ma solo dopo che Tajani, a nome della delegazione di Forza Italia, avrà messo a verbale la sua contrarietà. 

cecilia piccioni vladimir putin

 

E qui rispunta la relazione. L’ambasciatrice avverte sui rischi legati all’uscita della banca dalla Russia. «Ove la presenza di Unicredit nel Paese venisse meno - si legge in un passaggio gravi sarebbero le conseguenze per l’operatività del Sistema Italia nelle sue dimensioni pubblica e privata in primis e degli operatori di Paesi terzi che si avvalgono di questo istituto di credito». 

 

A pagare il conto delle prescrizioni sarebbero le 250 imprese italiane che operano nel territorio della Federazione russa e che già devono fare i conti con le sanzioni internazionali.

Andrea Orcel giuseppe castagna

 

«Il messaggio» dell’obbligo a lasciare il Paese -spiega l’ambasciatrice -sarebbe percepito come un inatteso e incomprensibile abbandono non solo nei confronti della collettività italiana in generale (4.992 italiani), ma soprattutto di chi, operando nel rispetto dei regimi sanzionatori Ue, ha affrontato sensibili difficoltà e gestito le crescenti limitazioni imposte dalla congiuntura internazionale».

VORTICE DI MAGGIORANZA - IL GIORNALONE - LA STAMPA

 

 

 

 

L’inopportunità di procedere con i poteri speciali, e quindi evitare contraccolpi economici, emerge da un’altra considerazione di Piccioni. Lì dove mette nero su bianco che «un’eventuale uscita dal mercato russo di Unicredit si configurerebbe come provvedimento anticiclico assunto in una fase che vede moltiplicarsi le aspettative di apertura di una finestra di opportunità connessa agli sviluppi del dialogo russo-statunitense che lasciano intravedere possibilità, con tempi e modi tutti da definire, di rientro nella Federazione di investimenti occidentali».

 

sergio mattarella cecilia piccioni.

 

 

Altre ragioni, in questo caso di natura politico-diplomatica. «Un ritiro di Unicredit» dal mercato russo «incrinerebbe la credibilità dell’azione delle istituzioni italiane in Russia, soprattutto alla luce dell’apprezzatissimo impegno del vertice politico nazionale in un articolato e produttivo ingaggio con questa comunità d’affari».

 

Nel documento si fa anche riferimento al rischio di compromettere «seriamente» la funzionalità degli uffici dell’ambasciata, oltre a quelli del Consolato a Mosca e dell’Ice (Istituto per il commercio estero) insieme all’Istituto italiano per la cultura. Un incremento «massiccio» delle richieste di assistenza agli italiani - recita il documento - si tradurrebbe in un aumento dei carichi di lavoro e impatterebbe negativamente sulla qualità dei servizi offerti. 

orcel giorgetti

 

GIORGETTI: «ALLINEATI SUL GOLDEN POWER». TAJANI CHIEDE PRUDENZA SULLA RUSSIA

Francesco Bechis per “il Messaggero” - Estratto

 

Ieri sul golden power è tornato Giorgetti parlando al Senato a margine di un evento sulla riforma della legge di contabilità. Il governo andrà avanti sul monitoraggio delle prescrizioni, nessuna esclusa, il monito del titolare dei conti. 

luigi lovaglio giancarlo giorgetti andrea orcel

 

Che nega frizioni sulla linea da tenere tra via Venti Settembre e la presidenza del Consiglio. Le risposte nell’ambito del monitoraggio saranno date «in assoluto coordinamento tra Mef e Palazzo Chigi, assoluto». «Dall’inizio del primo giorno c’è coordinamento tra Giorgetti e Meloni» ha rincarato il ministro. «Se ci fosse un minimo disallineamento non troverete l’annuncio delle dimissioni, troverete le dimissioni perché le dimissioni non si annunciano ma si fanno, è chiaro?».

giancarlo giorgetti (7)

 

Poche ore dopo la replica netta di Tajani che sulle prescrizioni del golden power ha già manifestato dubbi esprimendo la contrarietà - sua e dei ministri di Forza Italia - in Consiglio dei ministri lo scorso 18 aprile.

……………………………

Per ora la linea del governo non cambia. Giorgetti promette: il monitoraggio sulle prescrizioni andrà avanti. Senza eccezioni.

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VANCANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIN, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, MEZZI SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO