LA CALATA DEI BARBARESCHI: “FINI E’ UN CIALTRONE E UN MAGLIARO CIRCONDATO DA GENTE TIPO BOCCHINO, TIPO GRANATA...”

Fabrizio Roncone per Corriere.it

C'è questa storia che racconta «Il Fatto ». Brutta storia.
«Non è vera, capito? Non è veraaaaa!».

Quindi lei non fu tra i parlamentari comprati da Silvio Berlusconi, come sembra aver riferito ai magistrati napoletani l'ex senatore Sergio De Gregorio?
«Ora le spiego tutto... ma non le sto rilasciando un'intervista, sia chiaro. Io le do fiducia, però lei non deve tradirmi. Se no poi finisce che quando la incontro, le faccio fare la fine di quei cretini delle Iene ».

(Conoscete la voce di Luca Barbareschi, 56 anni, attore, regista ed ex parlamentare di Futuro e Libertà, poi passato nel gruppo Misto; adesso sostiene di essere negli uffici della sua casa di produzione, la Casanova. Lui seduto alla scrivania e, intorno, i suoi collaboratori. La telefonata avrà momenti in cui Barbareschi userà toni molto forti e parole irriferibili, tra recitazione e rabbia purissima. Che, come sanno quelli delle Iene, può tradursi in calci e pugni ).

«Allora, per cominciare: questo De Gregorio racconta cose che avrebbe sentito dire da Verdini. Mi chiedo: gli interrogatori della procura di Napoli sono una cosa seria o chiacchierate tipo quelle che fanno alla Zanzara ? Che poi, questo De Gregorio... Quando lo vidi la prima volta in Parlamento, pensai: un ciccione così volgare avrebbe potuto fare la comparsa in un film di quel grandissimo che fu Mario Merola, e invece fa il senatore della Repubblica... va' che roba».

Sì, ma il punto è un altro: lei lasciò Futuro e Libertà perché...
«Lasciai il partito perché Fini è un cialtrone, un magliaro, punto e basta! Circondato da gente tipo Bocchino, tipo Granata... gente che adesso, dopo aver tradito la destra, ha pure il coraggio di riunirsi per rimettere insieme Alleanza nazionale... Ma quale compravendita! Io me ne andai perché non ne potevo più di stare in un partito con persone così. E me ne andai nel gruppo Misto, non del Pdl! Porca miseria, porca! Accidenti... Roba da pazzi... Mhmmm... Non è che sta scrivendo, eh? Questa non è un'intervista...».

Ricorda quel giorno in cui, sul famoso voto per il caso Ruby, alla Camera, lei si astenne? Ignazio La Russa disse: «Siamo 316 più un astenuto».
«No no, aspetti... Premesso che fui tra i primi a dire a Berlusconi che, certe volte, un po' più di etica non guasterebbe... Su quella vicenda, quella di Ruby, quella per cui alla fine l'hanno condannato come il peggiore dei delinquenti, io sono sempre stato con lui!

L'hanno linciato, l'hanno! No, dico: lui trattato come un bandito e quelli che hanno sventrato il Monte dei Paschi di Siena ancora tutti a piede libero... le sembra giusto? Ma tanto è di altro che i giornali preferiscono parlare... oh, sì sì, molto meglio parlare di Barbareschi che lasciando Fli avrebbe ottenuto chissà quali favori in Rai!».

Leggo di sette serie tv per la Rai realizzate dalla sua casa di produzione dal 2012 a oggi.
«E legge male! Legge inesattezze! Porc...».

Però la fiction su Nero Wolfe è sua.
«Allora, sì, va bene: parliamo di Nero Wolfe?»

Sarebbe interessante.
«Interessante, dice! Se non le sapete, le cose... non per offenderla, eh... Ma d'accordo, io devo stare calmo e devo spiegarle... Allora: sa quando prendemmo i diritti? Nel 2009, accidenti! Ruby andava all'asilo! Ha idea poi di quanto tempo occorra per realizzarla, una fiction? Bisogna scrivere la sceneggiatura, poi fare il casting, poi girare... passano anni, capito? E invece niente, niente... descrivete un mondo che... tra l'altro, poi, con la Casanova in Rai non lavoriamo da mesi...».

Da mesi?
«E certo! Da mesi e mesi! Ma perché non vi andate a controllare bene i carteggi della Rai, eh? Perché non fate una bella inchiestina su tutte le porcate di cui godono in quell'azienda certi signori?».

Restiamo a lei, per ora, Barbareschi.
«Okay, certo, restiamo al mostro Barbareschi! Sa qual è la verità? La vuole scrivere? La verità è che sono dovuto andarmene a trovare lavoro in Cina! Si rende conto? In Cinaaaaa!... Mhmmm... Sta scrivendo? Prende appunti? No, guardi, la invito a non tradire la mia fiducia...».

Insomma, qui sembra che lei, alla fine, ci abbia quasi rimesso.
«Sta scherzando? È una battuta?».

Volevo dire che...
«No, guardi, perché è esattamente così: io, facendo politica, ci ho rimesso! Prima di mettermi a fare il deputato, la mia denuncia dei redditi oscillava tra il milione e il milione e mezzo di euro. Sa invece quanto ho denunciato quest'anno? Duecentomila euro... Due-cen-to-mi-la...».

Riepilogando: lei sostiene di non aver ricevuto favori in Rai e di aver lasciato Fli per ragioni strettamente politiche. Però poi...
«Sta riepilogando perché vuol trasformare questo nostro colloquio in una intervista?».

No no...
«Non mi fido: voglio la sua parola d'onore che non scriverà una riga di quello che ci stiamo dicendo. Allora, ho la sua parola, sì o no?».

Barbareschi, davvero, questa richiesta della parola d'onore è...
«Non me la vuol dare, eh? Ho capito, ho capito... sa cosa significa, questo, vero? Significa che lei deve sperare di non incontrami mai di persona...».

 

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