giorgia meloni

LA “CAMALEONTE” GIORGIA HA FATTO TUTTO IL CONTRARIO DI QUELLO CHE AVEVA DETTO UNA SETTIMANA FA – LA DUCETTA VENERDÌ, AL TERMINE DEL CONSIGLIO EUROPEO, MINACCIAVA IL VETO ITALIANO SUL PATTO DI STABILITÀ, E SUL MES PREDICAVA LA “LOGICA A PACCHETTO”: ASPETTARE IL PATTO E RATIFICARE IL FONDO SALVA STATI. ALLORA PERCHÉ È SUCCESSO IL CONTRARIO? – IL BLITZ, UNA RIPICCA CONTRO FRANCIA E GERMANIA, È STATO DECISO IN UNA RIUNIONE DEL CENTRODESTRA, MERCOLEDÌ – I CONTATTI DIRETTI CON IL LEGHISTA NO-EURO CLAUDIO BORGHI, LA CRISI DI GOVERNO SFIORATA E LA TENSIONE CON FORZA ITALIA

 

 

1. IL PATTO DI STABILITÀ INDIGESTO, LA COMPETIZIONE CON LA LEGA: COSÌ È NATO IL BLITZ. ALL’INSAPUTA DEL COLLE

Estratto dell’articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”

 

IL PACCO DI STABILITA - MEME SU GIORGIA MELONI BY DAGOSPIA

“Allora si va dritti”. L’ordine arriva da un salotto di un appartamento a sud di Roma. Da dove un’influenzata Giorgia Meloni continua a gestire il governo. La chiamata arriva di prima mattina a Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia tendenza Fazzolari come l’inseparabile collega Francesco Filini. Il blitz è stato pianificato 24 ore prima, c’è solo da accendere l’innesco.

 

Meloni chiama al telefono la parlamentare relatrice del provvedimento sul Mes in commissione Bilancio. Partirà così la rumba che porterà alla bocciatura dell’Aula intorno all’ora di pranzo.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1

Meloni ha fatto diametralmente l’opposto di quanto aveva detto venerdì scorso sotto la “lanterna” del Palazzo Europa di Bruxelles, al termine del Consiglio europeo. Sul Patto di stabilità diceva […] che l’Italia era a favore di uno slittamento e quindi di un veto tecnico durante l’inusuale riunione in video collegamento dell’Ecofin. E quanto al Mes la linea della famosa logica a pacchetto era di aspettare il Patto per poi approvarne la ratifica. E’ accaduto il contrario. […]

 

[…] La premier annusava l’aria da 24 ore. Quando capisce che non ha margini per arginare il pressing di Macron e Scholz sul Patto. E così riunisce i leader del centrodestra, ciascuno portatore di ipotetici problemi: Matteo Salvini che ha già dato segnali di voler far saltare il Mes, Antonio Tajani che da leader di Forza Italia ed esponente dei Popolari si trova un problema grande come una casa.

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Gli azzurri si astengono: certificando la fine della maggioranza Ursula che a Bruxelles sulle scelte importanti aveva continuato a sopravvivere. Alla riunione di mercoledì prendono parte anche Giancarlo Giorgetti, vaso di coccio tra i vasi di ferro, e Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario e custode dell’ortodossia di Fratelli d’ Italia: anni e anni di propaganda anti Mes.

 

Meloni si trova dunque in un certo senso circondata: in Europa sa che ne uscirà male come reputazione dopo un balletto che andava avanti da mesi e in Italia certo ha il problema del partito fondato da Berlusconi che non si prende però lo spavento di aprire una crisi di governo. Come in altri tempi sarebbe stato normale.

 

GIORGIA MELONI - VIGNETTA DI MANNELLI PER IL FATTO QUOTIDIANO

[…] Per calcoli politici, mediatici e di sfida interna tra sovranismi prende forma così l’operazione. La riunione fatale di mercoledì vede le seguenti posizioni: Salvini vuole subito il no, Giorgetti è per il sì per una questione di credibilità internazionale (andrebbero raccolte tutte le dichiarazioni del ministro dell’Economia con un’avvertenza: vanno lette sempre al contrario).

 

Meloni e Fazzolari sigillano la maggioranza ascoltando il richiamo della foresta e dando la linea: il nuovo Mes, al contrario di Misery di Stephen King, deve morire. Sergio Mattarella non viene avvisato di questa scelta. Dalle parti del Quirinale si registra una certa freddezza che arriva a toccare vette di amarezza.

 

MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHO

Chi ha in mente i discorsi di questi anni del Capo dello stato, europeista convinto, sa che più volte ha ripetuto che l’Italia non può andare da sola, che vince sempre il multilateralismo, che il Mes come l’unione bancaria sono sfide comuni.

 

Tuttavia Meloni va dritta: piegarsi al Patto e far cadere il totem del Mes sarebbe stato troppo. […] C’è un dato: a distanza di 36 ore nessuno dal governo ha spiegato il sì dell’Italia al Patto di stabilità. A partire dalla coppia Giorgetti-Meloni.

 

GIORGIA MELONI CON IL MAL DI GOLA AD ATREJU

2. MELONI INSEGUE LA LEGA LA LINEA DURA DECISA CON BORGHI “PRESSIONI ENORMI”

Estratto dell’articolo di Tommaso Ciriaco per “la Repubblica”

 

Il racconto, per certi versi strabiliante, lo consegna sull’uscio di Palazzo Madama Claudio Borghi, senatore leghista nemico dell’euro, dell’Europa e ovviamente del Mes. Sono le 16 e l’ispiratore del sovranismo di Matteo Salvini si confida. Ad ascoltarlo capita per caso anche l’azzurro Roberto Pella. «Mi ha chiamato Meloni subito dopo il voto della Camera contro il Salva Stati. Ci siamo congratulati a vicenda per la bocciatura. Negli ultimi due giorni ci siamo sentiti più volte, con Giorgia. Per gestire questa storia».

 

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Borghi squarcia il velo, regalando un retroscena che mostra la presidente del Consiglio intenta a studiare la strategia col leghista investito da Salvini del compito di affossare il Mes. E questo, mentre Giancarlo Giorgetti ripeteva in ogni sede: il trattato va assolutamente votato entro fine anno.

 

[…] E d’altra parte, è Salvini il primo a spiegare a Meloni che non c’è margine per cambiare idea, costi quel che costi. La premier ascolta e neanche troppo combatte (anzi, dirà Borghi, si coordina con loro in nome di una ostilità al Salva Stati che arriva da lontano).

 

GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI - PONTE SULLO STRETTO E LEGGE FORNERO - VIGNETTA BY OSHO

Abbandona anche un piano B che pure finisce sul suo tavolo: prevede di far astenere tutto il centrodestra, facendo approvare il Mes da centristi e Pd. I consiglieri le spiegano che così certificherebbe la fine della maggioranza in Parlamento. E poi, pesa la voglia di non stracciare lo slogan più sentito, quello su cui vuole costruire la corsa per le Europee: “Coerenza”.

 

A tutti i costi, come strategia in vista delle Europee. Ma anche come ritorsione politica allo schiaffo subito da francesi e tedeschi sul Patto di stabilità. A Palazzo Chigi si lascia intendere che esiste un cavillo dell’accordo siglato all’Ecofin che, tra gli altri, penalizzerebbe Roma: secondo alcuni, si tratta di quello che costringe i Paesi sotto procedura a concordare l’uso dei fondi pubblici con la Commissione europea nel rispetto delle traiettorie di aggiustamento del debito.

 

GIORGIA MELONI - EUROPA

Un paletto che in qualche modo […] inciderebbe anche sulle modalità di spesa dei soldi del Pnrr. In ogni caso, il ritorno all’antico della presidente del Consiglio […] ha effetti deflagranti anche su Forza Italia. Antonio Tajani fa una fatica infernale a tenere unito il gruppo sull’astensione. Alcuni deputati vorrebbero infatti votare a favore del Mes. Alla fine, con un enorme sforzo diplomatico e con la volontà di mandare un segnale distensivo a Bruxelles, l’azzurro Pella riesce a tenere la linea in commissione Bilancio.

 

Lo stesso fa il capogruppo Paolo Barelli, in Aula. Ed è proprio quest’ultimo, in Transatlantico, ad ammettere: «Quanto accaduto è il frutto di una competizione a destra. La nostra astensione? Mica siamo una caserma ».

 

Gli azzurri ancora sperano di tenere accesa la speranza in futuro: tra sei mesi […] la maggioranza potrebbe teoricamente ripresentare un nuovo disegno di legge che preveda la ratifica del Salva Stati, anche se con modifiche sostanziali. Dunque a luglio, dopo le Europee. Di certo, la scossa lascia scorie nel centrodestra, tanto da spingere Matteo Renzi a brindare con i suoi senatori con un ragionamento sibillino: «Ora si aprono prospettive interessanti…».

GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

 

La premier, intanto, prepara una campagna lunga sei mesi. Riprenderà anche a viaggiare di più, dopo la sessione di bilancio. Sta pianificando due missioni internazionali di livello in vista del G7 italiano: entro marzo potrebbe volare in Canada e Giappone. Poi, a ri dosso del summit in Puglia, non si può escludere un viaggio negli Stati Uniti.

giancarlo giorgetti giorgia meloni GIORGIA MELONI IN VERSIONE DUCETTA - MEME giorgia meloni e il presepe 4GIORGIA MELONI - ATREJU

 

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…