giorgia meloni roberto vannacci

“LA BASE LA PENSA ESATTAMENTE COME L’UFFICIALE DELLA VERGOGNA” – CARMELO LOPAPA (“REPUBBLICA”): “LO SA BENE GIORGIA MELONI, LA QUALE HA PREFERITO INDIGNARSI VIA SOCIAL PER UN GRUPPO DI ITALIANI CHE SI È ALZATO DAL TAVOLO DI UN RISTORANTE ALBANESE SENZA PAGARE IL CONTO” – “IL GENERALE ANDAVA DIFESO, È L’IDEA DI QUESTA DESTRA CHE SI AGITA NEL VENTRE MOLLE DEL PARTITO. È A QUEL VENTRE CHE DÀ VOCE UN FEDELISSIMO COME GIOVANNI DONZELLI, IL QUALE NON HA MAI PRONUNCIATO UNA PAROLA CHE SI DISCOSTASSE DAL PENSIERO DELLA SUA LEADER…”

Estratto dell’articolo di Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

GIORGIA MELONI

[…] Nella ingiustificabile e indecorosa vicenda dell’ufficiale della vergogna — il nostalgico generale dell’Esercito Roberto Vannacci rimosso dal comando dell’Istituto geografico militare di Firenze per i contenuti del suo Il mondo al contrario — sta riemergendo in tutta la sua arcaica prepotenza il dna di una destra che in fin dei conti non è mai mutata.

 

Soprattutto, non si è mai estinta. Se il parà con le stellette […] rivendica oggi il suo pensiero è perché sa bene di godere della condivisione diffusa […] di una destra politica, più o meno estrema, ma vivace e attiva. Quella che gli ha già prospettato un approdo elettivo di successo, magari già alle Europee del 2024, con Gianni Alemanno o tra le file di Forza Nuova poco importa.

 

roberto vannacci a soldati ditalia 4

Se quel testo che nessun editore si era sognato di pubblicare […] diventerà manifesto basico di teste rasate e vuote sarà un problema col quale bisognerà fare i conti, da qui in avanti. Vannacci si sarà sentito pur legittimato se viviamo in un Paese in cui un vicepresidente del Consiglio predica l’alleanza con Marine Le Pen e con i neonazisti tedeschi di Afd, a conti fatti.

 

IL MONDO AL CONTRARIO DI ROBERTO VANNACCI PRIMO IN CLASSIFICA SU AMAZON

Ma quel che preoccupa forse ancor più del generale […] è che la destra che siede a Palazzo Chigi e in Consiglio dei ministri, cioè al gradino più alto delle istituzioni, sta cercando in queste ore di tenere insieme tutto. Da una parte, il ministro Guido Crosetto, che ha preso doverosamente le distanze attivando i vertici militari e agendo da sano anticorpo di una democrazia matura; dall’altra, e al contempo, anche la base in rivolta che la pensa esattamente come l’ufficiale della vergogna.

 

GIANNI ALEMANNO A ORVIETO PRESENTA IL FORUM DELL INDIPENDENZA ITALIANA

Perché c’è un’anima nera che pulsa in un angolo di quel trenta per cento dell’elettorato oggi pronto a ri-votare Fratelli d’Italia. Lo sa bene la leader populista ancor prima che nazionalista Giorgia Meloni, la quale non a caso ha preferito indignarsi via social per un gruppo di italiani che si è alzato dal tavolo di un ristorante albanese senza pagare il conto piuttosto che per un generale dell’Esercito che ha scritto farneticazioni su gay, ebrei, migranti, presunta “italianità” e via delirando.

 

Tanto che verrebbe da pensare che sia rimasta la stessa Meloni che nel 2019 ha cofirmato un libro in cui si discettava di “sostituzione etnica” e si distingueva tra “bianchi e neri” e non si sia invece evoluta nella premier che nel 2023 viene ricevuta alla Casa Bianca e partecipa ai G20.

 

marine le pen matteo salvini meme by edoardo baraldi

Sembra che in queste ore lo stesso Crosetto, che con l’amica Giorgia ha dato vita a Fratelli d’Italia, sia rimasto spiazzato e sorpreso per le critiche piovute — più in privato che in pubblico — dal loro mondo per la rimozione dell’ufficiale. Il generale andava difeso, è l’idea di questa destra che si agita nel ventre molle del partito

 

È a quel ventre che dà voce un fedelissimo come Giovanni Donzelli, il quale non ha mai pronunciato una parola che si discostasse dal pensiero della sua leader, spintosi fino alla difesa estrema.

 

Perché, a suo dire, “in un mondo democratico si scrive ciò che si pensa”. Ma questa è la democrazia distorta di chi non ne comprende la natura e il valore piegandola al proprio delirio. Si chiama libertarismo, porta a ritenere legittimo ogni pensiero estremo e pericoloso. Non ha nulla a che fare con la democrazia, che invece è tale perché respinge e condanna il pensiero intollerante e violento, discriminatorio e razzista.

 

guido crosetto in vacanza a ponza 7

Se la destra al governo non vuole diventare solo il volto presentabile di quell’anima nera deve dare un segnale prima che sia troppo tardi. La destituzione dall’Istituto geografico del portatore insano di un pensiero corto non basta per lavarsi la coscienza.

 

Le parole sono importanti, per parafrasare Nanni Moretti, e le condanne anche solo quelle verbali possono essere pesanti. Ma bisogna avere il coraggio e le carte in regola per pronunciarle. La scalata rapida al potere può dare la patente di abile e astuta leader fattasi dal nulla, ma non è sufficiente per acquisire quella di statista. Tanto meno di sincera democratica.

roberto vannacci a soldati ditalia 5

roberto vannacci 2roberto vannacci 1il mondo al contrario roberto vannacci

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA…