LA NUOVA CORTE DEI MIRACOLI - ALLA CENA PD C’ERANO COSTRUTTORI, IMPRENDITORI EX “FORZA ITALIA”, LOBBISTI, FORCHETTONI E VOLPINI: TUTTI IN FILA PER AVERE ACCESSO ALLE STANZE DEL POTERE

cena di finanziamento del pd a roma  james pallotta mauro baldissonicena di finanziamento del pd a roma james pallotta mauro baldissoni

Mattia Feltri per “la Stampa”

 

Tutti avevamo un motivo. Anche il cameriere: «Me lo ha chiesto il maitre». Si direbbe un maitre minaccioso, vista l’insistenza del ragazzo, smartphone già pronto per il selfie. Ecco, selfie, un termine di cui è vietato fare a meno: la definizione dell’epica universale. Sono ormai le undici di sera, siamo riusciti a raggiungere, oltre le colonne, l’area nobile dell’immensa sala da pranzo - una novantina di tavoli da dieci ospiti l’uno, guadagno abbondantemente oltre il milione di euro per il finanziamento del partito - e il premier, sepolto da corpi, pare un pallone da rugby sotto la mischia.

 

I camerieri hanno studiato la tattica, alzano le braccia e partono col ritornello, «Matteo Renzi... Matteo Renzi... Figo Renzi», composizione di un rapper che si fa chiamare Bello Figo. Ma non c’è verso, il muro non si sfonda: ogni tanto dall’affollamento entra qualcuno perché è uscito qualcun altro, iPhone e simili sul palmo, l’indice a scorrere sullo schermo per mostrare trionfanti lo scalpo. Bello figo. Bella serata, molto figa, molto fighi tutti quanti, all’inizio si cercava di individuare questo o quello da un dettaglio fisionomico perché eravamo tutti in uniforme, abiti in tinte comprese fra blu di Prussia e blu zaffiro, sfumature impercettibili a occhio umano. Scarpe nere, cravatte catacombali.

 

cena di finanziamento del pd a roma  james pallotta enrico luccicena di finanziamento del pd a roma james pallotta enrico lucci

Tutti avevamo un tavolo e un motivo. James Pallotta, presidente della Roma, si era portato dietro mezza dirigenza ed era ancora sugli scalini - fuori dal Salone delle fontane all’Eur - e già aggirava il vecchio potere del vecchio circuito piddino che, dice, fa mille storie sullo stadio nuovo; strette di mano, mezzi abbracci, mezze frasi.

 

Il suo tavolo era proprio sotto al palchetto su cui, dalle dieci alle undici, Renzi aveva parlato ai commensali che per un po’ avevano indugiato sulla parmigiana di melanzane e sui ravioli cacio e pepe e sul filettino con spinaci e mandorle, piluccavano, infilavano furtivamente il cibo in bocca, fino al cedimento da crapula.

cena di finanziamento del pd a roma  italo zanzi  james pallotta  mauro baldissonicena di finanziamento del pd a roma italo zanzi james pallotta mauro baldissoni

 

In fondo quello di Renzi era un the best of, un riassunto delle puntate precedenti. Ma quando ha finito è sceso e ha puntato Pallotta, gli ha detto che apprezza tanto gli imprenditori che vengono a investire dall’estero, e insomma Pallotta si è seduto e non sarebbe stato così contento nemmeno al terzo rigore contro la Juve.

 

cena di finanziamento del pd a roma  luca lotti (2)cena di finanziamento del pd a roma luca lotti (2)

Ecco, c’è lo stadio nuovo, c’è l’ordine feticista del maitre, in mezzo c’era l’intero mondo, c’era il tavolo di Google, c’era il tavolo della Clear Channel che fa bike sharing già a Parigi e Barcellona, c’era il tavolo della British American Tobacco, quello del gruppo Maccaferri, quelli degli storici dirigenti del Pd romano che si erano portati le loro piccole reti di imprenditori da introdurre nel castello fatato, ma non è che poi Renzi si sia messo a girare come lo sposo, e come ognuno si augurava.

 

È un’altra musica ormai. E infatti c’erano anche i tavoli dei pezzi grossi, di Luca Parnasi, dei fratelli Toti, cioè i grandi costruttori romani, l’amministratore delegato della Lamborghini, Umberto Tossini, nomi da elencare quasi a caso, ma probabilmente tutti affratellati dal dilemma riassunto da uno di quel calibro: «Una volta chiamavamo Goffredo Bettini e lui era a tiro di telefono da Massimo D’Alema e da Walter Veltroni. Adesso penso che Bettini non abbia nemmeno i numeri».

cena di finanziamento del pd a roma  goffredo bettinicena di finanziamento del pd a roma goffredo bettini

 

Non soltanto lui. Questi giovanotti bellissimi e cattivissimi che si sono presi il potere vivono dentro al palazzo, ed è impossibile incontrarli, perché è lì che si manifesta la vera differenza antropologica: fra il partito di relazione di ieri e il partito dei conquistadores che ci è capitato sulla testa oggi.

 

Sembrava quasi che Renzi avesse detto: mi rompete le scatole da mesi, bene, allora adesso si fa una serata tutti assieme, ma voi pagate. E così intanto che Maria Elena Boschi (come la madonna del petrolio, fantastica definizione di un amico) accoglieva la fila dei pretendenti alla foto ricordo, Luca Lotti accoglieva quella dei consegnatori di biglietto da visita, praticamente un sos in bottiglia.

cena di finanziamento del pd a roma  giuseppe fioronicena di finanziamento del pd a roma giuseppe fioroni

 

Ecco, mille ospiti, mille motivi. Era evidente il motivo dei lavoratori in mobilità del Pd, che si sono prestati al ruolo di receptionist e di guardarobieri perché «Renzi ci ha promesso che se la serata va bene si esce dalla mobilità». Era evidente il motivo di Gennaro Migliore, ex rifondarolo ormai preso per incantamento dalle serate anticastriste con Mario Vargas Llosa o, come venerdì, da quelle fra ricchi e arricchiti.

cena di finanziamento del pd a roma  fulvio lucisanocena di finanziamento del pd a roma fulvio lucisano

 

Un mare, e ci si erano buttati vestiti Giuseppe Fioroni, ultimissima variante di leopoldista, e i giovani renziani alla Ernesto Carbone che si godevano il trionfo, e il tesoriere Francesco Bonifazi che conteggiava l’affluenza con gli occhi a forma di euro, e giovani professionisti come il segretario generale dei chirurghi italiani, Sascha Thomas, o come l’ex berlusconiano Giancarlo Innocenzi, a vedere se questo è davvero un treno in corsa. E finita con un viavai di macchinoni, mentre noi - in un cedimento renziano - siamo rincasati con una Smart della Car2Go, moderna mobilità sostenibile.

cena di finanziamento del pd a roma  fausto brizzicena di finanziamento del pd a roma fausto brizzicena di finanziamento del pd a roma  ernesto carbonecena di finanziamento del pd a roma ernesto carbonecena di finanziamento del pd a roma  angelo antonicena di finanziamento del pd a roma angelo antonicena di finanziamento del pd a roma  maccaferri gaetanocena di finanziamento del pd a roma maccaferri gaetanocena di finanziamento del pd a roma  matteo orfinicena di finanziamento del pd a roma matteo orfinicena di finanziamento del pd a roma  luca lotticena di finanziamento del pd a roma luca lotticena di finanziamento del pd a roma  alessia moranicena di finanziamento del pd a roma alessia moranicena di finanziamento del pd a roma  italo zanzi  james pallottacena di finanziamento del pd a roma italo zanzi james pallottacena di finanziamento del pd a roma  alfonso dell erariocena di finanziamento del pd a roma alfonso dell erariocena di finanziamento del pd a roma  andrea santorocena di finanziamento del pd a roma andrea santorocena di finanziamento del pd a roma  chicco testacena di finanziamento del pd a roma chicco testacena di finanziamento del pd a roma  claudio toticena di finanziamento del pd a roma claudio toti

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...