renzi boschi fetish bdsm

“LA BOSCHI? E' UNO DEI PIU' GRANDI PROBLEMI DI RENZI” – L’EX ASSESSORE DI FIRENZE GRAZIANO CIONI FA A PEZZI IL “GIGLIO MAGICO”: "OGNI VOLTA CHE MARIA ELENA APRIVA BOCCA ERA LA CATASTROFE – LOTTI? PORTAVA I CAFFE’ - CARRAI? HA SEMPRE PARLATO POCO – SE RENZI FOSSE STATO COINVOLTO NEL CASO FONDIARIA..."

CIONI 1CIONI 1

Antonio Signorini per il Giornale

 

Graziano Cioni può permettersi il lusso di essere obiettivo e parlare bene dei suoi nemici. O quasi.

A Firenze, la presentazione del suo libro di memorie (Cioni Ti ama, persona informata sui fatti, Sarnus, pp. 160, 14 euro) era attesa come un evento.

 

Chiaro. Lui, assessore anni Novanta che impose a una città «bottegaia» la Zona a traffico limitato, lo sceriffo che mise da parte il buonismo in tempi non sospetti, ha attraversato tutte le ere geologiche della sinistra. Non ha niente da perdere e può dire la sua su tutto e tutti. In particolare su Matteo Renzi che in città non è amato. E non da oggi. Non molto tempo fa una matricola nel partitone, eppure leader da subito. «Già scelto ai piani alti come un predestinato».

 

renzi, lotti. fiorentina juve 2 1 16renzi, lotti. fiorentina juve 2 1 16

A lui, il vecchio leone della politica toscana riconosce diversi meriti, ma anche tratti preoccupanti per un capo. Vendicativo, implacabile. Incapace a scegliere i collaboratori. I renziani, sono cattivi senza qualità, nel libro di memorie del vecchio comunista. Cioni, che non può essere accusato di pregiudizi, visto che non lesina riconoscimenti ad esponenti della destra lontanissimi da lui, scrive pagine commoventi sulla famiglia e altre che grondano sarcasmo da maledetto toscano. Come quelle dedicate agli esponenti del Giglio Magico.

 

CIONICIONI

C' è, ad esempio la storia di Maria Elena Boschi. «È arrivata in Parlamento, credo in treno, da Arezzo, ma chi cerca qualche traccia dei suoi percorsi politici prima di fare il ministro, cade nel vuoto più assoluto». L' attuale sottosegretario alla presidenza Boschi ai tempi delle primarie per il sindaco di Firenze era nello staff di Michele Ventura, candidato contrapposto a Renzi. Insieme a Bonifazi, ex tesoriere Pd, poi fedelissimo dell' ex premier. Uno dei punti oscuri delle prime primarie di Renzi.

 

RENZI BOSCHI LOTTIRENZI BOSCHI LOTTI

Molti dubbi sulle qualità di Boschi che è «da sempre uno dei grossi problemi di Matteo.

Senza nessuna esperienza politica o diplomatica, se non una volenterosa e troppo improvvisa carriera di ministro, ogni volta che apriva bocca era la catastrofe, tanto che la domanda degli esperti di sondaggi a un certo punto era diventata: Toglie più voti al Pd lei o Verdini?».

 

Aneddoti irriverenti anche sul ministro allo Sport. Cioni mette su carta stampata un ricordo di Luca Lotti che è di molti fiorentini. Ai tempi delle primarie per il sindaco «appena ci sedevamo sui divani del suo ufficio, subito» Renzi «chiamava il suo segretario: Luca, portaci due caffè boni a me e a Graziano». E chi pensa che questo possa essere un ostacolo alla carriera, non ha capito come funziona la politica italiana. Ogni volta che Lotti si presentava in Parlamento ai tempi del governo Renzi, «subito si formava la fila di eminenti personaggi del Pd che gli volevano parlare. La sensazione era che quando parlavi con lui, dalla sua bocca usciva la voce di Matteo».

BOSCHI LOTTIBOSCHI LOTTI

 

Chi ha sempre parlato poco è Marco Carrai. Mite di temperamento, ma implacabile nel tessere rapporti. Unico momento da protagonista, il matrimonio a San Miniato ai Monti. Privilegio unico e cartina di tornasole di un' influenza costruita con tante amicizie potentissime. L' unico che, insieme a Lotti, ha accompagnato Renzi fin dall' inizio.

 

CIONICIONI

Poi c' è Matteo Renzi. Nasce portaborse di Lapo Pistelli e in breve lo surclassa. Avversario politico al quale Cioni riconosce doti umane e la correttezza di non avere utilizzato la dolorosissima vicenda giudiziaria (dalla quale è uscito pulito ma con le ossa rotte). Cioni era stato accusato di avere fatto da tramite tra Fondiaria e lo stesso Renzi, per favorire la compagnia di assicurazione.

 

L' allora presidente della Provincia riconobbe la sua estraneità ai fatti. Ma questo non impedisce a Cioni di notare che se il rottamatore fosse «rimasto coinvolto, come il sottoscritto» non si sarebbe aperta «l' epoca Renzi». Cioni avrebbe fatto le primarie da sindaco e avrebbe come minimo dato filo da torcere a Renzi. E a Firenze non ci sarebbe chi scrive su cartelli «Cioni, avevi capito già tutto».

 

RENZI LOTTIRENZI LOTTIBOSCHI LOTTIBOSCHI LOTTICARRAICARRAIBoschi e Lotti intervento del ministro Boschi e Lotti intervento del ministro BOSCHI LOTTIBOSCHI LOTTICIONICIONI

Ultimi Dagoreport

FLASH! – MENTRE SVANISCE LA MILANO DEI ‘’POTERI FORTI’’ E DEI “SALOTTI BUONI”, FINITI SOTTO IL TALLONE DEI “BARBARI ROMANI”, SI ALZA LA VOCE DEL 92ENNE GIOVANNI BAZOLI - IL GRANDE VECCHIO, CHE INSIEME A GUZZETTI HA RIDISEGNATO IL SISTEMA BANCARIO, HA CONSEGNATO ALLA FELTRINELLI LA SUA AUTOBIOGRAFIA (LA FIGLIA CHIARA, NONCHÉ COMPAGNA DEL SINDACO DI MILANO BEPPE SALA, LAVORA ALLA FONDAZIONE FELTRINELLI) – IL LIBRO PARTE DALLA GUERRA AI NAZIFASCISMO E LA PASSIONE PER ALESSANDRO MANZONI, CONTINUA CON LA CELEBRAZIONE DI NINO ANDREATTA, LE VICENDE DEL BANCO AMBROSIANO, FINO ALLA CREAZIONE DI INTESA SANPAOLO…

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…