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UN COLOSSEO DI POLEMICHE – IL RICOSO AL TAR DELLA SINDACA CONTRO IL NASCENTE PARCO ARCHEOLOGICO SCATENA L’IRA DEL MINISTRO FRANCESCHINI: “VENGONO USATI ARGOMENTI FALSI DALLA SINDACA. L'INCASSO DEL COLOSSEO RESTA A ROMA ESATTAMENTE COME PRIMA..."

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Maria Rosaria Spadaccino per il Corriere della Sera

 

L' arena del Colosseo ieri ha visto l' ultimo scontro cruento proprio nel giorno del Natale di Roma: Virginia Raggi contro Dario Franceschini. La sindaca del Movimento Cinque Stelle ha presentato ricorso al Tar contro il nascente parco archeologico del Colosseo, punta di diamante della riforma ministeriale.

 

«Come sindaca di Roma, non posso sorvolare sul fatto che lo Stato centrale voglia gestire in totale autonomia il territorio della città - spiega - che è patrimonio dei suoi cittadini, e senza concertare con i suoi rappresentanti diretti. Roma è patrimonio del mondo; di chi vi abita; di chi ogni giorno viene qui per lavoro o studio».

 

dario franceschini al colosseodario franceschini al colosseo

Il ricorso dell' avvocatura capitolina chiede l' annullamento del decreto del Mibact del 12 gennaio 2017 e quello successivo del 27 febbraio, con cui è stata indetta la selezione pubblica internazionale per l' incarico di direttore del Parco Archeologico del Colosseo. Ma il problema non è solo chi debba gestire l' area archeologica. Secondo Raggi, con la nascita del nuovo ente «i ricavi della bigliettazione del Colosseo e dei Fori Romani finirebbero solo per il 30% alla città di Roma, ovvero il 50% in meno di quanto avviene oggi».

 

«Sono rimasto senza parole - commenta il ministro Dario Franceschini -. La riforma ha prodotto effetti che tutto il mondo ha visto, dalla Reggia di Caserta, a Pompei, agli Uffizi, Brera e Capodimonte. Tutti i sindaci delle città coinvolte hanno apprezzato e collaborato da Napoli, a Milano, a Torino. A nessuno è venuto in mente di ricorrere al Tar contro l' autonomia e la selezione internazionale dei direttori».

virginia raggi in montagna a siusivirginia raggi in montagna a siusi

 

Raggi e l' assessore alla crescita culturale Luca Bergamo, che aveva sollevato la questione del parco archeologico qualche tempo fa, spiegano di essere ricorsi all'«ultima ratio», di aver incontrato più volte il ministro per cercare una soluzione condivisa. «Le istituzioni a mio avviso devono collaborare», spiega Raggi. «Ma il ministro sulla riforma e sul parco è stato inamovibile - precisa l' assessore -. Le decisioni non possono essere unilaterali».

 

La replica di Franceschini è dura quanto l' attacco ricevuto: «Vengono usati argomenti falsi. Con il parco non cambierà nulla nel rapporto tra la città e l' area archeologica e resterà identico l' utilizzo degli incassi del Colosseo su Roma». Ma la giunta pentastellata non si ferma al ricorso, chiede anche di «avviare la revisione dell' accordo di valorizzazione tra Roma Capitale e Mibact del 21 aprile del 2015», firmato dall' ex-sindaco Ignazio Marino, ieri nominato con apprezzamento dalla Raggi.

OBAMA E FRANCESCHINI AL COLOSSEOOBAMA E FRANCESCHINI AL COLOSSEO

«È una scelta che lascia allibiti e che denota totale analfabetismo istituzionale», per la deputata Pd, Lorenza Bonaccorsi. Stefano Fassina, consigliere capitolino e deputato di SI, dice: «Sosteniamo l' iniziativa, è un ricorso giusto e necessario».

«Condivido ma sono pessimista sull' esito - conclude Francesco Giro di FI -. In queste cose il ministero ha sempre il coltello dalla parte del manico».

 

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