vladimir putin volodymyr zelensky donald trump crimea

COME AL SOLITO, È PUTIN CHE DEVE DECIDERE SE FARE LA PACE (FINORA, HA SEMPRE PREFERITO BOMBARDARE) – UNA DELEGAZIONE RUSSA È ATTESA AD ABU DHABI PER DISCUTERE CON GLI INVIATI STATUNITENSI DELLA NUOVA PROPOSTA DI PIANO PER LA PACE, MEDIATA DAGLI USA CON L’UCRAINA – LA BOZZA IN 28 PUNTI FATTA TRAPELARE NEI GIORNI SCORSI VIENE COMPLETAMENTE RIDIMENSIONATA - IL NO DEL CREMLINO AL CONTRO-PIANO EUROPEO: “NON COSTRUTTIVO” (MOSCA NON DISCUTE LE PROPOSTE UCRAINE, NON RITENENDO ZELENSKY UNA PARTE IN CAUSA MA SOLO UN PUPAZZO NELLE MANI DEGLI AMERICANI). I FALCHI: “CONGELANDO LA LINEA DEL FRONTE PERDIAMO L'OCCASIONE DI OCCUPARE PIÙ TERRITORI…”

Putin Trump

UCRAINA: CNN, AD ABU DHABI COLLOQUI TRA FUNZIONARI USA E RUSSIA = ABU DHAB

 (Adnkronos) - Il segretario dell'Esercito americano Dan Driscoll ha incontrato funzionari russi ad Abu Dhabi per discutere del piano proposto da Washington per porre fine alla guerra in Ucraina. Lo ha riferito un funzionario statunitense alla Cnn spiegando che Driscoll avrà altri incontri anche oggi.

 

Non è chiaro chi faccia parte della delegazione russa, ma Driscoll è il rappresentante maggiore della delegazione americana, escludendo i diplomatici, ha aggiunto il funzionario. Gli incontri hanno lo scopo di gettare le basi per impegni futuri di livello superiore, ha proseguito il funzionario alla Cnn.

 

ANDRIY YERMAK - MARCO RUBIO

SPUNTA UN PIANO USA-UCRAINA E MOSCA BOCCIA QUELLO DELLA UE

Estratto dell’articolo di Anna Maria Brogi per “Avvenire”

 

Non è l’Europa. Quello uscito dai colloqui fra gli inviati di Washington e di Kiev, domenica a Ginevra, non ha a che fare con gli emendamenti europei al piano americano-russo. Dopo tre ore di discussioni «intense e a tratti difficili» – così le ha descritte chi vi ha partecipato – il Segretario di stato americano, Marco Rubio, e il consigliere presidenziale ucraino, Andrij Yermak, erano usciti visibilmente soddisfatti.  Tanto da far ipotizzare un ottimismo di facciata.

 

xi jinping putin kim jong-un e donald trump - vignetta by ellekappa

Ieri il viceministro degli Esteri ucraino, Sergij Kyslytsya, ha rivelato al Financial Times che l’incontro ha prodotto una bozza di documento «completamente rivista». ’Amministrazione americana contatterà Mosca, ha aggiunto, per cercare di far avanzare i colloqui.

 

La strategia non è nuova, e ricorda i passi che hanno portato alla “pax americana” in Medio Oriente. In un primo momento, Washington fa trapelare un piano «prendere o lasciare» che risulta irricevibile da una delle parti in conflitto, e dà un ultimatum. In un secondo momento, tira fuori una versione “semplificata” del documento che rinvia a fasi successive la risoluzione delle questioni spinose.

 

Valery Gerasimov e Vladimir Putin

Alcuni punti del piano vengono semplicemente cassati, altri riformulati. L’importante è stabilire il cessate il fuoco. Del resto, lo stesso Donald Trump sarebbe piuttosto indifferente – secondo voci filtrate dalla Casa Bianca – alle modalità attraverso le quali si arriva al risultato. L’importante è incassarlo, senza oneri per gli Stati Uniti e con lui stesso a presiedere il Comitato di pace.

 

Questa volta, gli elementi «politicamente più sensibili » verrebbero rinviati a un faccia a faccia alla Casa Bianca fra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Dove non sfugge la disparità di potere contrattuale.

 

IL DITO MEDIO DI SERGIY KYSLYTSYA, AMBASCIATORE UCRAINO PRESSO L ONU, A PUTIN

La nuova bozza, ha reso noto Kyslytsya, ha «poco in comune » con il piano originale in 28 punti. «Sono rimasti pochissimi elementi», ha affermato. I punti sarebbero scesi a 19. Tra quelli cancellati, l’uso dei beni russi congelati per la ricostruzione: era previsto che 100 miliardi di dollari di frozen assets fossero investiti in progetti a guida americana, e che agli Usa andasse la metà dei profitti.

 

A riformulare il piano americano ci avevano già provato gli europei. […] Secca la replica del Cremlino, che ha definito quella europea una controproposta «non costruttiva». All’indomani della diffusione del piano americano, venerdì scorso Putin aveva detto che da lì si sarebbe potuti partire per la risoluzione del conflitto.

 

UCRAINA - TERRITORI OCCUPATI E CONTESI

Ieri l’ha ripetuto in una conversazione telefonica con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: le proposte di Washington «seguono la linea delle discussioni nel vertice russo-americano in Alaska» a Ferragosto.

 

IL NIET DEL CREMLINO

Estratto dell'articolo di Giovanni Pigni per “la Stampa”

 

[…] Il presidente russo non ha per ora commentato il piano alternativo proposto dai partner europei di Kyiv e trapelato ai media: una proposta che, a differenza di quella statunitense, non prevede una riduzione delle forze armate ucraine e non esclude una futura adesione dell'Ucraina alla Nato.

 

VLADIMIR PUTIN STEVE WITKOFF

Ci ha pensato il consigliere Ushakov a esprimersi: «Assolutamente non costruttivo. Non ci va bene», ha tagliato corto ieri. Consapevole del vantaggio sul campo, Mosca non sembra avere urgenza di firmare la pace, specialmente se non alle proprie condizioni. Allo stesso tempo, mantiene un atteggiamento accomodante verso Washington, mentre accusa l'Europa di voler sabotare gli sforzi diplomatici di Trump e di voler prolungare il conflitto.

 

E l'Ucraina? La propaganda russa continua a descriverla come un attore privo di reale autonomia decisionale, dipendente dall'assistenza occidentale e incapace di influenzare il negoziato. In un editoriale su Gazeta.ru, il colonnello in pensione Mikhail Khodarenok sostiene che Zelensky dovrebbe accettare il piano statunitense senza condizioni, poiché non equivarrebbe ancora a una capitolazione.

 

Vladimir Putin nella fabbrica di Uralvagonzavod

A suo avviso, modifiche al documento possono essere introdotte «solo le parti che dispongono di possibilità militari, economiche e finanziarie più o meno equivalenti», mentre l'Ucraina, dipendente dall'Occidente, dovrebbe «stare sull'attenti» e obbedire agli americani.

 

«Se ciò che alla fine "partoriranno" i negoziatori americani e ucraini non soddisferà Vladimir Putin, tutto sarà azzerato», avverte un editoriale di Moskovsky Komsomolets, commentando le revisioni apportate al piano durante l'incontro di domenica a Ginevra tra rappresentanti statunitensi e ucraini - che, secondo il Financial Times, avrebbero ridotto i punti da 28 a 19.

 

DISCORSO ALLA NAZIONE DI VOLODYMYR ZELENSKY

L'articolo porta un titolo eloquente: «A Zelensky torcono le braccia, e Zelensky cerca delle scappatoie».

 

Il messaggio generale trasmesso dalla propaganda ufficiale suona dunque più o meno così: l'Ucraina accetti il piano di Trump, poi saremo noi a dire se va bene o se ci vogliono correzioni.

 

Non mancano poi le voci più radicali provenienti dagli influenti blogger Z, divenuti negli ultimi anni una voce autonoma nel discorso sulla guerra. Per Mikhail Zvinchuk, fondatore del canale Telegram Rybar, un congelamento del fronte sarebbe oggi sfavorevole a Mosca perché «significa perdere l'occasione di occupare più territori e aggravare i problemi della cosiddetta Ucraina».

vladimir putin xi jinping

 

[…]

putin trumpvladimir putin e donald trump - meme by 50 sfumature di cattiveria

 

[…]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…