giuseppe conte beppe grillo virginia raggi

CONTE ROTTAMA VIRGINIA RAGGI, COCCA DI BEPPE GRILLO: "RESTI IN COMUNE. IL SUO LAVORO DA CONSIGLIERA DI OPPOSIZIONE IN COMUNE È IMPORTANTISSIMO" – PER VIRGY ARRIVANO SOLO SILURI DAL M5S: “QUANDO SI PARLAVA DI INTESE COL PD LEI LANCIAVA PETIZIONI CONTRO. NON C'È DIALOGO" – ACCANTONARE "VIRGY" POTREBBE FAVORIRE UN ACCORDO CON IL PD ALLE REGIONALI NEL LAZIO A CUI LAVORA ROBERTA LOMBARDI, GRANDE NEMICA DELL'EX SINDACO – INTANTO IL CAMPIDOGLIO DICE ADDIO ALLA FUNIVIA DELLA RAGGI: “PROGETTO DA RIVEDERE”

Da “la Repubblica”

 

I deputati e i senatori grillini non si nascondono più. Lo dicono anche quelli che le sono stati più vicini quando era sindaca: « Giuseppe Conte sta rottamando Virginia».

virginia raggi giuseppe conte

 

Raggi, regina di like da un milione di follower, non è più nei piani del leader 5S. È uno dei componenti del Comitato di garanzia del Movimento, ma il dialogo non c'è. Così come la complicità. Con l'avvocato di Volturara Appula manca l'intesa. Forse non è mai nata. E dire che proprio Conte da assistente universitario di Diritto privato aveva tenuto a battesimo una giovanissima Virginia Raggi, studentessa al primo esame alla facoltà di Giurisprudenza di Roma Tre.

 

Ricordi lontani. Lontanissimi. rimarrà deluso chi si aspettava di vedere il nome dell'ex prima cittadina pentastellata tra le proposte dei 5S per le prossime Regionali. Il capo politico del Movimento non le ha dato il via libera per la candidatura alle Politiche. Figurarsi nel Lazio, dove peraltro è ancora tutta da giocare la partita che può portare (o non portare) all'intesa con il Pd e il Terzo polo per il bis del campo largo già testato alla Pisana.

 

VIRGINIA RAGGI GIUSEPPE CONTE

La formula peraltro non piace nemmeno un po' a Virginia Raggi.

« Mesi fa, durante le prime battute della campagna elettorale, sono uscite indiscrezioni su possibili alleanze tra noi e i dem per le Politiche. Sapete cos' ha fatto l'ex sindaca? Non ha alzato il telefono e chiamato Giuseppe per discuterne apertamente » , rivela un senatore pentastellato. Che poi completa il racconto: «Invece di parlarne, Virginia ha cominciato a contattare gli iscritti municipio per municipio con l'obiettivo di lanciare una petizione contro il campo largo. Perché fomentare una reazione del genere? Una raccolta firme del genere non si addice a una politica che ha avuto l'onore di guidare il Campidoglio. È irrituale, fuori contesto » .

 

giuseppe conte virginia raggi 2

Tanto più che la notizia, circolata in fretta tra i big a 5 Stelle, ha impiegato solo qualche minuto prima di essere sottoposta all'attenzione di Conte. Da lì sarebbe nato il rimpallo in campagna elettorale. Da una parte Raggi a sostenere i motivi della propria candidabilità alla Camera.

 

Dall'altra il leader a ribadire, anche in tv, « che il lavoro di Virginia da consigliera di opposizione in Comune è importantissimo» Un colpo da ko, incassato a fatica da Raggi. Sparita dalla circolazione per mesi, l'ex sindaca ha sospeso a lungo anche le convocazioni della commissione su Expo 2030 di cui è presidente. Le sedute sono riprese da poche settimane. E ovviamente sono finite nel mirino dei 5S. Tanto alla Camera che al Senato sta facendo rumore soprattutto l'ordine del giorno dell'appuntamento fissato per questa mattina e poi annullato. Forse per questioni di opportunità: si sarebbe dovuto parlare di eventi sportivi collegati alla candidatura della Capitale a città ospite dell'Esposizione universale del 2030. Un modo per far tornare a parlare in Comune l'ex consigliere grillino Angelo Diario, amico stretto dell'ex sindaca e oggi direttore generale dell'associazione Sportivi per Roma. L'appuntamento è rimandato. La rottamazione in corso.

giuseppe conte

 

 

 

L'ASSESSORE PATANÈ

Lorena Loiacono per leggo.it

 

Sono arrivati a Roma i 109 milioni di euro per la funivia voluta dall’ex sindaca Raggi. Ma il Campidoglio ha deciso di farci altro: l’assessore alla mobilità, Eugenio Patanè, ha scritto al Ministero dei Trasporti per chiedere la rimodulazione dei fondi e rivedere il progetto.

 

Assessore, che succede?

«Abbiamo fatto le valutazioni e non ci convince un progetto che prevede un impianto di piloni da 15 metri ciascuno e di passaggi pericolosi sopra il Grande raccordo anulare e tra le case abitate dove c’è anche un problema di privacy».

 

virginia raggi giuseppe conte

Che ne sarà allora dei fondi già stanziati?

«Ho appena inviato una lettera ufficiale al Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili con la richiesta di una variante straordinaria al progetto, per realizzare un “people mover”: manteniamo la stessa tecnologia della funivia ma viaggerà in parte in superficie e in parte interrata, da Battistini a Casalotti, con 3-4mila passeggeri l’ora e una frequenza ravvicinata intorno a 2-3 minuti».

 

I soldi saranno sufficienti?

«Per un “people mover” servono 20 milioni di euro a chilometro. Sono 4 km, quindi 80 milioni piu Iva. E ci siamo. Ma se invece decidessimo di adottare altre tecnologie, i costi aumentano e ne discuteremo con il Ministero».

 

eugenio patanè

La funicolare o il “people mover” sono il futuro. Nel presente, invece, i romani combattono con i problemi concreti del trasporto pubblico. Da quanto tempo non sale su una metropolitana?

«Dalla settimana scorsa, non considerando i viaggi in metro fatti per i sopralluoghi tecnici».

 

Si è reso conto che spostarsi in metro è un’avventura?

«Lo so bene: un anno fa, quando ci siamo insediati, abbiamo trovato il trasporto pubblico in uno stato drammatico e abbiamo dato il via ad una ristrutturazione fondamentale per tornare alla normalità. Per ora ai passeggeri arrivano solo i disagi, come le chiusure notturne della metro e il blocco del tram 8, ma i benefici verranno goduti per i prossimi 25 anni».

 

Mancava la manutenzione?

RAGGI LOMBARDI

«Gli ultimi ammodernamenti della metro A risalgono a prima del 2008, 14 anni, mentre sul tram 8 nessuno metteva mano da 25. Il prossimo intervento sarà sul tram di Valle Giulia».

 

E le condizioni dei treni della metro?

«Arriveranno 30 nuovi treni per le metro A e B, di cui 14 subito, e cambieremo anche i tram: ne sono previsti 130 nuovi e 40 arriveranno entro il Giubileo».

 

Leggo ha raccontato la storia di un disabile in carrozzina, costretto a essere preso in braccio per fare le scale della metro.

«Purtroppo questa situazione l’abbiamo ereditata e stiamo lavorando fin dall’inizio per migliorarla. Per fare solo un esempio, proprio la settimana scorsa abbiamo stanziato 20 milioni per 55 nuovi impianti tra ascensori e scale mobili della linea B».

 

E per gli autobus? I romani le chiamano “carri bestiame”...

GRILLO RAGGI

«Ne avremo più di un migliaio di ultima generazione con la sostituzione di 1056 nuove vetture entro il 2026, le prime 200 entro il 2023. Ora stiamo lavorando per quelli del 2024: si tratta di 411 autobus elettrici comprati con i fondi del Pnrr».

 

Quando metterete mano alla giungla delle bike e dei monopattini in affitto?

«Dal prossimo 1 gennaio partirà la nuova regolamentazione, con i 3 vincitori del bando di sharing mobility. Abbiamo dovuto scrivere il regolamento da principio, perché non c’era proprio».

 

Cosa cambierà?

RAGGI

«Bike e monopattini devono servire per gli spostamenti, quindi non devono essere concentrati solo in Centro ma devono essere presenti presso tutte le stazioni metro-ferroviarie. Avremo tariffe più basse per gli abbonati Metrebus e maggiore attenzione al decoro».

 

Come farete a evitare l’invasione fuori controllo in Centro?

«Ci saranno delle “no parking area” e saranno previsti stalli veri e propri e delle aree consentite, visibili con la app».

 

Le sue parole sembrano una luce in fondo al tunnel: tra sei mesi ci vediamo fuori?

«Certamente, stiamo lavorando per questo».

LOMBARDI RAGGI 3VIRGINIA RAGGI EUGENIO PATANE 19

Ultimi Dagoreport

matteo salvini marine le pen emmanuel macron giorgia meloni

DAGOREPORT - COME DAGO-ANTICIPATO, MACRON E MELONI SI SONO SCAMBIATI IERI SERA A PALAZZO CHIGI IL RAMOSCELLO D’ULIVO. CHI HA AVUTO, HA AVUTO; CHI HA DATO, HA DATO: SCORDIAMOCI IL PASSATO. DEL RESTO, PRIMA DEL VIAGGIO IN ITALIA, MACRON E MATTARELLA HANNO PREPARATO BEN BENE L’INCONTRO DELLA PACE - ALLA FINE, DOPO DUE ORE DI FACCIA A FACCIA, TROVATA LA QUADRA SU UCRAINA, DAZI, TRUMP E SPESE MILITARI, L’UNICO GROSSO PROBLEMA SI E' CONCRETIZZATO NELLA PRESENZA NEL GOVERNO DI SALVINI CHE SIEDE TRA I “PATRIOTI” ORBAN E LE PEN. TANT’È CHE SALVINI STAMATTINA AI SUOI FEDELISSIMI HA COMMENTATO, SECCO: “E’ CADUTA LA GIORGIA”. EVITANDO PERÒ DI AZZARDARE ALCUNA DICHIARAZIONE SULL’INCONTRO DI LADY GIORGIA COL "GUERRAFONDAIO MATTO" DI FRANCIA - CHISSA', SENZA UN SALVINI TRA I PIEDI, FORSE MELONI AVREBBE GIA' COMPIUTO, SE NON UN TRASLOCO, UN AVVICINAMENTO AL PPE, PER LA GIOIA DI URSULA E DI MERZ. E QUANDO LA STATISTA DELLA GARBATELLA HA FATTO PRESENTE IL SUO FARDELLO LEGHISTA, MACRON HA REPLICATO CHE LA SUA ANTAGONISTA MARINE LE PEN NON SARÀ NEL GOVERNO MA HA UN PESO ELETTORALE BEN MAGGIORE DELLA LEGA…

alberto nagel philippe donnet francesco milleri gaetano caltagirone

DAGOREPORT - NON È UNA BATTAGLIA, È UNA GUERRA ALL’ULTIMO SANGUE IL RISIKO CHE DA SEI MESI STA STRAVOLGENDO LA SCENA ECONOMICA E FINANZIARIA ITALIANA, PROTAGONISTA L’82ENNE CALTAGIRONE IMPEGNATO NELLA SUA SFIDA FINALE: SE NON CONQUISTA GENERALI ASSICURAZIONI, PERDE LA FACCIA NON SOLO L’EX PALAZZINARO ROMANO MA ANCHE IL GOVERNO MELONI, CHE PUNTA A ESPUGNARE CON L’IMPRENDITORE-EDITORE IL POTERE ECONOMICO MILANESE - OGGI, SORPRESONA: IL FINORA RAPIDO E INVINCIBILE CALTARICCONE HA CHIESTO IL RINVIO SINE DIE DELL’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA CHE IL 16 GIUGNO DECIDERÀ SULLA MOSSA DEL CEO ALBERTO NAGEL DI DISFARSI DELLA QUOTA DEL 13% DI GENERALI PER ACQUISIRE DAL LEONE DI TRIESTE, BANCA GENERALI. COME MAI HA CHIESTO IL RINVIO SINE DIE? TEME MAGARI CHE IL SUO PARTNER, IL CEO DELL’IMPERO DEL VECCHIO, FRANCESCO MILLERI, CHE ULTIMAMENTE HA APPLAUDITO ALL’OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI, SI DEFILI DA CALTAGIRONE ALL’ASSEMBLEA DEL 16 GIUGNO? SE CALTARICCONE NON VINCE, SARANNO DOLORI A PALAZZO CHIGI…

gambetti francesco

DAGOREPORT – GRAND HOTEL VATICANO: PAPI CHE VANNO, FRATI CHE VENGONO – TRA LE MACERIE LASCIATE DA BERGOGLIO (BECCIU, CHAOUQUI E LA SCHIERA DI CHECCHE DI CUI IL COMPIANTO PAPA AMAVA CIRCONDARSI A DISPETTO DEI SUOI ACCORATI APPELLI CONTRO LA ‘’FROCIAGGINE’’), BRILLA L’IRRESISTIBILE ASCESA DI FRATE MAURO GAMBETTI: ORDINATO SACERDOTE L'8 GENNAIO 2000 ALLA TENERA ETÀ DI 34 ANNI, E' GIA' CARDINALE NEL 2020. L’ANNO DOPO BERGOGLIO L’HA CATAPULTATO DA CUSTODE GENERALE DELLA BASILICA DI ASSISI A VICARIO GENERALE DI SUA SANTITÀ PER LA CITTÀ DEL VATICANO E PER LE VILLE PONTIFICIE DI CASTEL GANDOLFO, NONCHE' PREFETTO DELLA FABBRICA DI SAN PIETRO – AL FIANCO DI GAMBETTI, L’INSEPARABILE ENZO FORTUNATO, ANCHE LUI FRATE, NOTO PER LA SUA STRAORDINARIA CAPACITÀ DI CERCARE DOVIZIOSE SPONSORIZZAZIONI PER RIVISTE ED EVENTI DI OGNI TIPO, SOPRATTUTTO FRA I POTENTI DI TURNO. SI SONO POI AGGIUNTI MONS. ORAZIO PEPE E IL GESUITA FRANCESCO OCCHETTA, INDISPENSABILI PER LA FONDAZIONE “FRATELLI TUTTI”, CIRCOLO RISERVATO IN VIA ESCLUSIVA AI SEGUACI DI FRATE GAMBETTI… - VIDEO

donald trump giorgia meloni keir starmer emmanuel macron

DAGOREPORT - DIMENTICATE SCAZZI E VAFFA, DOMANI A ROMA TRA MACRON E MELONI SOLO BACI E ABBRACCI – SE L’EUROPA A TRAZIONE “VOLENTEROSI” HA BISOGNO DELL’ITALIA, DALL’ALTRA LA DUCETTA HA CAPITO DI ESSERE FINITA NEL VICOLO DELL’IRRILEVANZA - ACCANTONATI I SOGNI DI DIVENTARE LA REGINA DELLA DESTRA EUROPEA, MERZ E MATTARELLA LA SPINGONO VERSO IL PPE, USCENDO DAL GRUPPO DESTRORSO DI ECR - MACRON E MELONI SONO AMBEDUE ALLE PRESE CON L’ULTRA DESTRA DI MARINE LE PEN E DI MATTEO SALVINI (MA IL SECONDO SIEDE A PALAZZO CHIGI) - IL RENDEZ-VOUS DI DOMANI DOVRÀ RASSICURARE LA SORA GIORGIA CHE NON SARÀ PIÙ ESCLUSA DAI TAVOLI DEI NEGOZIATI SULL’UCRAINA, COME È SUCCESSO A TIRANA - SECONDO: ASSICURARSI L’INSOSTITUIBILE PRESENZA DELL’UNICO ALLEATO EUROPEO DOTATO DI POTENZA NUCLEARE ALLA CONFERENZA DEL 7 LUGLIO A ROMA SULLA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA. SENZA MACRON, SAREBBE NON SOLO UN FALLIMENTO TOTALE, MA INUTILE - IL PRAGMATICO MERZ SI STAGLIA SEMPRE PIÙ COME IL LEADER PER ECCELLENZA DELL’UNIONE EUROPEA: MERCOLEDÌ È ATTESO A WASHINGTON. DI SICURO NON SI RIPETERÀ IL PESTAGGIO SUBITO DA ZELENSKY: A FAR COMPAGNIA A MUSK CON UN OCCHIO NERO QUESTA VOLTA SAREBBE IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO - VIDEO

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…