raffaele mincione giuseppe conte retelit

NON FARE IL MINCIONE – “LIBERO” SCODELLA ALCUNI DOCUMENTI CHE SMENTISCONO LA VERSIONE DI CONTE SUL CONFLITTO DI INTERESSI PER IL CASO RETELIT: IL 14 MAGGIO, QUANDO IL FU AVVOCATO DEL POPOLO FORNISCE IL SUO PARERE, GIÀ SAPEVA DI ESSERE IN BALLO PER UN RUOLO IMPORTANTE (ALMENO MINISTRO) - LA POCHETTE CON LE UNGHIE SOSTIENE DI NON AVER PARTECIPATO AL CDM DEL 7 GIUGNO SUL GOLDEN POWER SU RETELIT, EPPURE QUELLA DECISIONE ERA GIÀ STATA PRESA…

Tobia De Stefano per “Libero Quotidiano”

L'ARTICOLO DEL FINANCIAL TIMES SULLA CONSULENZA DI GIUSEPPE CONTE A MINCIONE

 

Verrà a riferire alla Camera il 5 novembre, ma prima il presidente del Consiglio ha preferito prendere carta e penna e scrivere al Financial Times per mettere a verbale la versione di Conte sulle accuse di conflitto di interesse per il caso Retelit, rilanciate qualche giorno fa proprio dal giornale della City.

 

Vicenda complicata che ha la sua genesi a metà del 2018. Il 14 maggio dello scorso anno, infatti, l' allora semisconosciuto avvocato pugliese fornì una parere retribuito (15 mila euro) a Fiber 4.0, società controllata dal finanziere Raffaele Mincione attraverso il fondo Athena che oggi è sotto' indagine in Vaticano per un affare immobiliare. La consulenza riguardava la possibilità di applicare il golden power (il governo interviene per evitare che un gruppo strategico finisca in mani straniere) alla società di telecomunicazioni che gestisce più di 12mila chilometri di fibra ottica.

 

RAFFAELE MINCIONE

Fiber, quindi Mincione, aveva da poco perso (il 27 aprile) la battaglia assembleare per la conquista del gruppo di tlc a vantaggio di una cordata formata dal fondo tedesco Shareholder Value e dal fondo pubblico libico del settore. E per ribaltare l' esito di quell' assemblea si stava giocando la carta dell' interesse strategico nazionale.

 

I DOCUMENTI PUBBLICATI DA LIBERO SUL CONFLITTO DI INTERESSI DI GIUSEPPE CONTE SUL CASO RETELIT

Il problema è che il Conte avvocato una settimana dopo aver fornito quella consulenza retribuita viene incaricato a capo del governo. Due settimane dopo, il 2 giugno, giura da primo ministro. E tre settimane dopo, il 7 giugno, come secondo provvedimento del primo consiglio dei ministri del governo Lega-Cinque Stelle, fa applicare il golden power su Retelit. Da qui la domanda: c' è conflitto di interessi?

 

I DOCUMENTI PUBBLICATI DA LIBERO SUL CONFLITTO DI INTERESSI DI GIUSEPPE CONTE SUL CASO RETELITgiuseppe conte in prima fila all assemblea di confesercenti

Conte nega. Dice di non conoscere Mincione (che peraltro ha avuto rapporti di lavoro in Carige con il suo maestro professionale, Guido Alpa), anzi ci tiene a evidenziare di non sapere che dietro a Fiber ci fosse lo stesso finanziere italo-londinese. Cosa alquanto strana, per le norme antiriciclaggio, infatti, anche gli avvocati dovrebbero sapere chi sono i principali azionisti delle società che difendono. Ma evidentemente l' avvocato non si era informato.

giuseppe conte alla global esg conference the hydrogen challenge

 

QUESTIONE DI TEMPI

Poi passa alle accuse di conflitto di interessi. E chiarisce. «Quando ero impegnato a elaborare il parere non avrei potuto immaginare che, qualche settimana dopo, un governo da me presieduto sarebbe stato chiamato a pronunciarsi esattamente sulla stessa questione... Per evitare ogni possibile conflitto di interessi - ricorda il premier al Financial Times - mi sono astenuto da qualsiasi valutazione e decisione sull' esercizio del golden power. In particolare, non ho partecipato alla riunione del Consiglio dei Ministri del 7 giugno 2018, trovandomi in quel momento in Canada per il summit del G7». Nulla che non si sapesse, era questa la versione difensiva di Conte sin dal giugno dello scorso anno.

 

LA FATTURA DI GIUSEPPE CONTE ALLA FIBER 4.0 DI MINCIONE

Libero ha potuto consultare alcuni documenti che pongono più di un punto di domanda rispetto alla versione autoassolutoria del capo del governo. Innanzitutto sulla questione dell' assenza al Consiglio dei ministri del 7 giugno, quando è stata decisa l' applicazione del golden power su Retelit.

 

RAFFAELE MINCIONE

Primo punto. È il 20 aprile quando Mincione sottopone la questione del golden power su Retelit al governo Gentiloni che aveva perso le elezioni del 4 marzo ma era ancora in carica per l' ordinaria amministrazione. Conte, invece, fornisce il suo parere il 14 maggio, quando già sapeva (ci sono diverse dichiarazioni pubbliche che lo confermano) di essere in ballo per avere un ruolo importante - almeno da ministro della Pa - nel nuovo esecutivo gialloverde. Quindi, certo, che avrebbe potuto immaginare un potenziale conflitto di interessi.

 

GUIDO ALPA E GIUSEPPE CONTE DIVIDEVANO LO STUDIO

Secondo punto. Conte evidenzia di non aver partecipato al Cdm del 7 giugno che autorizza l' applicazione del golden power su Retelit, eppure quella decisione era stata presa ben prima dello stesso 7 giugno come conferma il decreto del presidente del Consiglio che Libero ha avuto modo di consultare.

 

AGCOM E MISE

RETELIT

Il decreto evidenzia che si era arrivati a dare il via libera al golden power in virtù dell' attività istruttoria fornita dal ministero incaricato, cioè il ministero dello Sviluppo Economico, e di un parere dell' Agcom, l' autorità per la garanzia nelle telecomunicazioni. Vuol dire che quel Cdm ha avuto essenzialmente una funzione di ratifica rispetto alle decisioni prese in un momento e in un luogo differente. Morale della favola: che Conte fosse in Canada o in Groenlandia ai fini del conflitto di interessi era sostanzialmente indifferente. Terzo punto. Da chi era stata presa quella decisione?

guido alpa

 

In primis dal ministero dello Sviluppo Economico che in quel momento era guidato da Luigi Di Maio che come leader del Movimento Cinque Stelle era stato anche il principale sponsor di Conte a Palazzo Chigi. Quindi dall' autorità per la garanzia nelle telecomunicazioni, l' Agcom. Nella sua consulenza, l' autorità sostiene che Retelit «dispone di reti metropolitane (MAN) in fibra ottica, router e rete di backbone per trasporto nazionale e internazionale in misura quantitativamente apprezzabile da poter essere considerata strategica nel settore delle comunicazioni».

 

LA SEGRETERIA DI STATO COMPRA IL PALAZZO DI ATHENA FUND DA MINCIONE

In sostanza dà il via libera al golden power. Fatto assolutamente anomalo, però, il parere non viene firmato dal presidente o dai commissari in forma collegiale ma dal segretario generale Riccardo Capecchi. Circostanza talmente anomala da rappresentare uno degli elementi più importanti del ricorso di Retelit contro il provvedimento del governo. Nella sostanza il parere dell' Agcom sarebbe illegittimo perché il segretario svolge funzioni organizzative e non ha il potere di rilasciare pareri.

giuseppe conte e luigi di maio con la card per il reddito di cittadinanza 2

 

Su questo si esprimeranno i giudici investiti del ricorso. Il dato politico è invece abbastanza chiaro.

Viene il sospetto che l' authority - il cui presidente è nominato con decreto del Quirinale su proposta del capo del governo d' intesa con il ministro dello Sviluppo - sia stata influenzata dal parere favorevole al golden power espresso dal premier Conte e che quindi non potesse esprimersi diversamente. Magari però non era convintissima e quindi si è arrivati al compromesso della firma del segretario generale. Sarebbe una conseguenza indiretta del conflitto di interessi. Ma anche su questo aspetto il presidente del Consiglio al Financial Times non dice nulla. Speriamo sia più loquace martedì in Parlamento.

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTEgiuseppe conte alla global esg conference the hydrogen challenge 1luigi di maio presenta giuseppe contegiuseppe conte alla global esg conference the hydrogen challenge 4

Ultimi Dagoreport

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...