NON SOLO “REPUBBLICA”, L’ALTRO GIORNALE FILO-RENZI E’ “IL FOGLIO” – FERRARA: ‘’CONTRO CRAXI, BERLUSCONI E RENZI UN SOLO NEMICO: L’ÉLITE DELLE CAROGNE CHE ELOGIANO GRILLO E TITILLANO LA MARMAGLIA”

Giuliano Ferrara per “Il Foglio

 

bettino craxi bettino craxi

L’incarognimento delle élite è un altro raccordo che lega Craxi, Berlusconi e il giovane Renzi. I primi due li hanno odiati e combattuti senza esclusione di colpi bassi, questo lo detestano e lo ostacolano senza risparmio di energie. Le élite in Italia non esistono. Un loro profeta scrisse di aver votato Grillo, in un indimenticabile editoriale del Corriere della Sera, il giorno dopo (dico, dopo) la spettacolare ed effimera affermazione del comico militante nelle elezioni politiche: e rivendicò la legittimità della protesta becera, del vaffanculo anticasta e di mille altre sconcezze.

 

cena fund raising di forza italia    silvio berlusconi cena fund raising di forza italia silvio berlusconi

La motivazione, effettiva e anche spesso ingenuamente confessata tra le righe, è sempre la stessa: questi non ci danno quel che ci serve, e allora noi li bastoniamo. I governi passano, i giornali restano (e a fargli compagnia ci sono sempre nugoli di costituzionalisti, di scrittori in fregola combattente, di attori e starlet della compagnia di giro dei rispettabili, qualche prete furbo, una massa di ruffiani travestiti da contropoteristi).

 

Quel che serve non è un paese migliore, una patria magari, una dignità politica e istituzionale, una sequela di riforme di cui si discute invano da trentacinque anni mentre il paese si addormenta nella pigrizia e nella sfiducia, anzi, la patria perduta è solo il travestimento ideologico del vero, quel che serve è una rete di interessi corporativi combinati, che non esclude patti trasversali e inconfessabili doppi, tripli giochi, sempre nascosti dietro la fiera denuncia dei patti col demonio stipulati dagli avversari del momento.

Matteo RenziMatteo Renzi

 

I ceti medi riflessivi firmano petizioni a ripetizione, fanno adunanze prive di saggezza, titillano per il verso giusto le inclinazioni della marmaglia, si dispongono in batteria ma sanno anche dislocarsi su più fronti: uno fa il manettaro e riscrive la storia della Repubblica come gli pare, altri fanno i soloni, quelli più sbarazzini fanno i gufi e i rosiconi (perfetta definizione di Renzi), qualcuno si immagina liberale tutto d’un pezzo.

 

Ma non sono élite, sono il partito dei corrivi, dei piagnoni, sono conservatori meschini e attaccaticci, titillano il peggio dell’opinione per essere unti dalle idee correnti che corrono sulle gambe possenti degli atleti del carrierismo.

corriere della seracorriere della sera

 

Renzi magari sbaglierà molte cose, e si comporterà malamente in molti campi, come è successo ai predecessori nella sequenza dei poteri non riducibili allo spirito manovriero dei ceti riflessivi, delle loro radio, televisioni, università, giornali e libri che attaccarono il taglio della scala mobile come “decreto della discordia” e il taglio dell’articolo 18 come irrilevante per l’impresa; ma Renzi istintivo ha avuto ragione, ed è una spia molto interessante della situazione che si è creata quanto ha detto alla Repubblica di Ezio Mauro, quando ha attaccato gli indovini e i detrattori opinionisti incapaci di sentimento pudico in ordine alle loro responsabilità nella deriva inerziale di questo paese.

 

BEPPE GRILLO BEPPE GRILLO

Era già successo, gli stivali, gli intellettuali dei miei stivali, erano già stati tirati in ballo a suo tempo, e giustamente, e ora è il turno degli opinionisti dei miei sneakers.

 

Enrico Letta gli andava bene. Non faceva alcunché e preparava ricchi piatti vagamente di sapore europeo per tutti. Non sapeva parlare ai cittadini, manovrava maldestramente con Alfano, campione della destra europea del futuro (firmato Scalfari), lasciava sempre porte aperte per tutti i giochi possibili.

 

PRIMA PAGINA DI REPUBBLICA MARZO PRIMA PAGINA DI REPUBBLICA MARZO

Come si vede dai risultati, l’establishment italiano di mezza tacca (l’unico che ci sia) adora le mezze misure, i vuoti travestiti da pieni, le iniziative impomatate e nulliste, detesta chiunque si provi a dare un calcio al pallone, magari in direzione della porta. Ce le meritiamo, queste élite.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO