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LA CASTA SI RIPRENDE TUTTO - NON SOLO L’ABOLIZIONE DEL TAGLIO DEI VITALIZI AL SENATO E L’AUMENTO DELLE INDENNITÀ DEI CAPIGRUPPO ALLA CAMERA, DAL FRIULI ALLA SICILIA SI MOLTIPLICANO LE NORME PER AUMENTARE I COMPENSI DEGLI AMMINISTRATORI – A ROMA I CONSIGLIERI COMUNALI LO SCORSO APRILE HANNO APPROVATO UNA DELIBERA CHE PREVEDE QUASI IL RADDOPPIO DELLO STIPENDIO - E IN SICLIA L’AUMENTO DI 850 EURO È RIMASTO NELLE BUSTE PAGA DEI 70 DEPUTATI NONOSTANTE...

Estratto dell’articolo di Antonio Fraschilla per “la Repubblica”

 

ARS SICILIA

L’abolizione del taglio dei vitalizi al Senato e l’aumento delle indennità dei capigruppo alla Camera sono soltanto l’epilogo di un movimento in corso e da mesi in tutto il Paese, dai consigli regionali ai Comuni.

 

Un movimento politico trasversale che dopo gli anni del grande vento dell’anticasta, dei tagli “ai privilegi” rispetto al mondo reale, si sta riprendendo “tutto quello che era suo”.

 

(…)

 

Dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, da Verona a Roma, in questi ultimi tempi è tutto un florilegio di norme per aumentare gli stipendi di governatori, consiglieri regionali, sindaci, assessori e consiglieri comunali. In alcuni casi con cifre fuori da qualsiasi paragone con qualsiasi altro comparto del mondo reale.

ANTONELLO CRACOLICI

 

L’ultimo aumento in ordine di tempo è stato varato in Friuli Venezia Giulia, dove è stato adeguato all’inflazione l’assegno dei vitalizi per gli ex componenti del consiglio regionale. A protestare la capogruppo del Movimento 5 stelle che ha chiesto, invano, l’approvazione di una norma per evitare questi aumenti repentini: «Nel giro di pochi mesi gli ex consiglieri regionali si sono visti aumentare la propria quota di assegno mensile dell’8,1 per cento», ha detto Rosaria Capozzi.

 

Antonello Cracolici

 In Toscana l’aumento dei vitalizi e dello stipendio dei consiglieri regionali è stato bloccato in extremis con una norma non impugnata dal governo Meloni: segnale che quindi, se si vuole, certi automatismi si possono bloccare. In Sicilia, infatti, li hanno bloccati: ma per finta. Lo scorso gennaio, approvando il bilancio interno dell’Assemblea regionale, i 70 deputati non si erano accorti, dicono i più, che era scattato un adeguamento legato all’inflazione corrente con un incremento di 850 euro al mese del loro già “discreto” assegno pari a 9 mila euro netti al mese (tra diaria e indennità).

 

CAMPIDOGLIO AULA GIULIO CESARE CONSIGLIERI COMUNALI

Dopo le polemiche, qualcuno ci ha messo la faccia: «Questo Parlamento subisce attacchi ingiustificati per un automatismo previsto da una legge di nove anni fa – ha detto Antonello Cracolici del Partito democratico – sono un uomo libero e difendo l’autonomia di questa Assemblea ». Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia, anche su spinta della leader del partito Giorgia Meloni, attacca la Casta (sic) proponendo il voto di una norma riparatrice: «Abbiamo congelato l’adeguamento Istat per 4 anni», dice soddisfatto dopo il voto. Peccato però che il ”congelamento” non riguarda l’aumento di 850 euro che è rimasto nelle buste paga dei 70 deputati. Ma solo adeguamenti futuri.

 

Alcuni consigli regionali si sono aumentati lo stipendio di “soli” 300 euro, come in Sardegna. Altri hanno legato l’aumento futuro “a un analogo adeguamento degli stipendi dei dipendenti regionali”, come in Trentino Alto Adige, dove comunque i vitalizi sono stati incrementati del 3,8 per cento per tre anni. In alcune Regioni ci si era portati avanti per tempo: come nel consiglio regionale della Puglia, che già lo scorso anno aveva votato all’unanimità il ripristino di una indennità abolita nel 2013: l’assegno di fine mandato. Stesso discorso sta avvenendo in decine di Comuni, comunque, come previsto da una norma generale dello Stato del 2021. Ma spesso senza badare davvero alla reale situazione economica degli enti locali.

 

CAMPIDOGLIO AULA GIULIO CESARE

A Roma i consiglieri comunali lo scorso aprile hanno approvato una delibera che prevede quasi il raddoppio dello stipendio (fino a 3.500 euro), dopo che in un primo tentativo era stato bocciato dalla Corte dei conti perché “mancava la previsione della spesa”. A Verona con una determina del segretario generale hanno stabilito le nuove indennità: lo stipendio del sindaco è aumentato da 6.767 euro a 9.672 al mese. A Palermo i consiglieri i comunali hanno fatto una sorta di sciopero bianco e per diverse settimane non si è raggiunto il numero legale delle sedute.

 

Adesso è arrivata la promessa che almeno il 50 per cento dell’aumento dell’indennità sarà garantito grazie ai fondi stanziati dalla Regione (che, per inciso ha un debito di 5 miliardi di euro). Sì, il vento è cambiato dopo qualche anno di tagli e adesso la politica avvia la lotta all’inflazione: ma per se stessa innanzitutto.

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