draghi 8

ECCO COME DRAGHI HA CANCELLATO CONTE - DAL RECOVERY ALLA QUESTIONE MIGRANTI (CHE NEGLI ULTIMI TRE ANNI L’ITALIA SI ERA “DIMENTICATA” DI PORRE ALL’ORDINE DEL GIORNO DELL’UE) FINO AL DDL ZAN: MARIOPIO NON SOLO SI È GUADAGNATO IL RISPETTO BI-PARTISAN DEL PARLAMENTO (ANCHE DEI DURI E PURI DELLA MINORANZA DI FRATELLI D’ITALIA) MA SI SENTE SEMPRE PIU’ A SUO AGIO NEL RUOLO. L’EX BANCHIERE E’ ORMAI “TOTUS POLITICUS” E SI CONCEDE QUALCHE MOMENTO DI AUTOCOMPIACIMENTO: “C’ERANO TANTE COSE DA FARE. ECCOLE FATTE”

Fabio Martini per "la Stampa"

 

mario draghi al senato

Nell’aula di Montecitorio sembra prepararsi il solito tic-toc, il rituale rimpallo tra oppositori e governo e invece, a mezzogiorno, la sorpresa. Seduto nella poltrona del presidente del Consiglio, da tre ore Mario Draghi sta ascoltando la discussione sul prossimo Consiglio europeo e in quel momento è il turno di Francesco Lollobrigida, di Fratelli d’Italia, il più grintoso tra i colonnelli di Giorgia Meloni.

 

Dopo un alternarsi di considerazioni rispettose e altre critiche, al momento di congedarsi, Lollobrigida si esprime così: «In bocca al lupo, Presidente, leggeremo dagli atti i risultati che porterà a casa e dei quali saremo fieri». Non capita tutti i giorni, anzi non capita mai, che un esponente della minoranza si rivolga in questo modo al capo del governo. È il segno che qualcosa sta cambiando nel rapporto tra Mario Draghi e i partiti: un rispetto che è diventato plateale nella lunga giornata parlamentare, trascorsa tra Camera e Senato.

mario draghi alla camera 2

 

Draghi ha annunciato che «la ripresa economica in Italia e in Europa è in forte miglioramento», ha ricordato che negli ultimi tre anni l’Italia si era “dimenticata” di porre all’ordine del giorno dell’Ue la questione migranti e in serata ha letto un breve testo sul conflitto diplomatico col Vaticano, di fatto chiudendo il caso politico dentro la sua maggioranza. Tre risultati raccontati con uno stile personale e con un escamotage abile: Draghi ha risposto a tutti i parlamentari intervenuti, citandoli uno ad uno, senza curarsi se fossero più o meno noti: «Onorevole Galizia, la migrazione...», «all’onorevole Deidda rispondo che certamente...», «l’onorevole Tasso ha toccato il punto...», «l’onorevole Ermellino ha toccato la questione...», «l’onorevole Pettarin...», «l’onorevole Maggioni, della Lega...». Un «numero» senza precedenti.

 

mario draghi al senato

Certo, l’ex presidente della Bce è sornione, affetta ingenuità, talora lascia intendere di leggere testi non suoi, col risultato che le sue battute in controtempo risultano più efficaci. Ma alla fine la «notizia» è questa: il 23 giugno resterà il giorno nel quale Mario Draghi ha fatto capire che il suo mestiere gli piace e il Parlamento ha dimostrato di apprezzarlo come mai prima d’ora. E talora lo ha fatto con espressioni apologetiche. Alle 9 del mattino, dopo aver parlato per dieci minuti della situazione economica, il presidente del Consiglio passa al piano italiano per il Recovery, appena battezzato a Cinecittà e lo racconta così: «L’approvazione confermata dalla Presidente von der Leyen durante la sua visita di ieri a Roma, dimostra il grande lavoro svolto dal nostro Paese». Non una parola di più.

 

mario draghi alla camera

Tra i deputati non mancano toni aulici. Andrea Corsini di Forza Italia: «Signor presidente del Consiglio, mi permetta prima di tutto di dirle che, dopo aver ascoltato il suo intervento di oggi, ben si colgono le ragioni del commento del primo ministro spagnolo Pedro Sánchez che dice: quando parla Draghi, tutta Europa lo ascolta in silenzio». Francesca Galizia, dei Cinque stelle, anziché il consueto inno a Giuseppe Conte, regala un assist a Draghi: «È dal Consiglio europeo del 28 e 29 giugno 2018 che il tema dei migranti non viene affrontato e, come ha detto lei, è grazie ad una richiesta tutta italiana che questo tema torna centrale». Fabio Rampelli, di Fratelli d’Italia: «Presidente, abbiamo ascoltato tutti, come ha potuto constatare, con grande interesse, la sua relazione». Seguono critiche, ma senza invettive.

 

mario draghi alla camera.

E quando arriva il momento della replica Draghi si scioglie. Va quasi a braccio, «chiama» tutti i deputati intervenuti e si concede qualche momento di distratto e «involontario» auto-compiacimento: «Entro la fine di giugno, ci sarà la presentazione delle leggi delega per la riforma degli appalti e delle concessioni, in luglio ci sarà la legge sulla concorrenza. Io mi ricordo che, in occasione di un mio discorso qui, in quest’Aula, stavo leggendo tutte le cose che il governo doveva fare, ed erano i primi di maggio e, a un certo punto, dissi: “accidenti quante cose ci sono da fare nel mese di maggio”! Beh, insomma, finora sono state fatte». Ora i gruppi di maggioranza applaudono ogni cosa dica Draghi e alla fine lo gratificano con un lungo battimani. Tutti in piedi.

ursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 5

 

mario draghi alla camera MARIO DRAGHI E ANGELA MERKELdraghi merkelursula von der leyen mario draghi a cinecittaursula von der leyen mario draghi di fronte al teatro 5 di cinecitta 22ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 2draghi ursula von der leyen 6mario draghi.

 

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)