federico mollicone luca de fusco gennaro sangiuliano

DE FUSCO, UN PASSATO FOSCO IL NEO-DIRETTORE DEL TEATRO DI ROMA, NOMINATO CON UN BLITZ-LAMPO DELLA DESTRA, HA UN LUNGO CURRICULUM DI SCARSI SUCCESSI E VICENDE "CURIOSE". NEL 2011 FIRMÒ UN CONTRATTO CON CUI SI GARANTIVA UNA QUOTA DEL 35% DEGLI INCASSI DEL BOTTEGHINO AL NAPOLI TEATRO FESTIVAL. NEL 2017 IL "SUO" TEATRO MERCADANTE FU CHIUSO PERCHÉ NON ERA AGIBILE - LE ASSUNZIONI ALLEGRE E L’INGIUNZIONE ALL’AVVOCATO DANILO DEL GAIZO, IL VICEPRESIDENTE DEL CDA DEL TEATRO DI ROMA PROTAGONISTA DEL BLITZ INSIEME A FEDERICO MOLLICONE...

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IL REGISTA LUCA DE FUSCO E STATO NOMINATO DIRETTORE GENERALE DEL TEATRO DI ROMA, MA IL CAMPIDOGLIO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

TEATRO FESTIVAL, A DE FUSCO  IL 35 PER CENTO DEGLI INCASSI

Estratto dell’articolo di Bianca De Fazio per www.repubblica.it – 9 luglio 2011

 

luca de fusco 1

Il ritorno dorato di Luca De Fusco nella sua città, il rientro dopo quelli che lo stesso direttore del teatro Mercadante e del Napoli Teatro Festival ha definito «dieci anni di esilio», è fatto di cachet al risparmio, sostengono sia il presidente del consiglio di amministrazione del Mercadante, Sergio Sciarelli («Il compenso è di 110 mila euro, come per il precedente direttore, Andrea De Rosa, ma a quest’ultimo pagavamo anche la casa e rimborsi spese illimitati»), che il Cda della Fondazione Campania dei Festival («De Fusco guadagna la metà dell’ex direttore Renato Quaglia», ha detto Graziella Pagano, componente del Cda, appunto).

 

Luca De Fusco

Ma basta un’occhiata al contratto di De Fusco con il Teatro Festival per scoprire che il guadagno è nel non detto pubblicamente. Il vero rapporto economico tra il direttore e l’istituzione è fatto di voci che vanno oltre il compenso di 65.000 euro annui. Ad iniziare da quella che prevede che sia girata a De Fusco una quota significativa degli incassi del botteghino: il 35 per cento, oltre un terzo, insomma, di quanto gli spettatori pagano per assistere agli spettacoli.

 

I dati Siae testimoniano che la scorsa edizione del Teatro Festival incassò oltre 300.000 euro: se si confermassero quel successo di pubblico e quegli incassi, De Fusco otterrebbe, oltre al compenso annuo, almeno altri 105.000 euro (dunque 170.000 euro in tutto). La stranezza è nel contratto “a percentuale”, assolutamente inusuale per i direttori di teatri o di festival.

 

TEATRO MERCADANTE NAPOLI

Una vecchia formula che non si adotta più da oltre 20 anni, e che rende difficilmente leggibile e trasparente il rapporto economico tra i contraenti. E non è finita, perché De Fusco firma anche la regia di uno degli spettacoli di punta del cartellone del Festival, “L’opera da tre soldi” di Brecht, con un cast di attori come Massimo Ranieri e Lina Sastri. […]

 

“L’opera da tre soldi” è infatti una coproduzione tra lo Stabile napoletano e la Fondazione dei Festival; e De Fusco, in quanto regista, otterrà un compenso adeguato all’impresa: “L’opera da tre soldi” costerà al Mercadante ed alla Fondazione una cifra pari a 720 mila euro. È quanto si legge nell’accordo di coproduzione tra il teatro e la Fondazione, che si sono impegnati a dividersi il budget per la presentazione dello spettacolo.

 

MOLLICONE SANGIULIANO

“La Fondazione sosterrà la produzione per un impegno economico complessivo pari a 242.740 euro” ed il resto ce lo metterà il Mercadante (477 mila euro). Una coproduzione importante, dunque. Ed il compenso di De Fusco sarà giustamente adeguato.

 

Infine […] i benefit. Che non sono relativi solo al periodo dello svolgimento del Festival (appena qualche settimana), ma valgono per 365 giorni all’anno, compresi quelli legati alla possibilità di usufruire di ristoranti convenzionati. E sono fissati di qui al 2015. […]

 

TEATRO MERCADANTE, IL FIGLIO DELLA MIRAGLIA TIRA IN BALLO DE FUSCO

Estratto dell’articolo di Alessio Gemma per “la Repubblica – Napoli” – 23 gennaio 2015

 

luca de fusco 3

Due istituti culturali che fanno riferimento alla Regione con un unico direttore: Luca De Fusco. Al “Napoli teatro Festival” De Fusco ha “come principale collaboratore” il portavoce dell’assessore regionale alla Cultura Caterina Miraglia. Al teatro Mercadante De Fusco si ritrova tra gli ultimi 15 assunti la fidanzata dello stesso portavoce.

 

A svelare l’intreccio è il figlio di Miraglia, Stanislao Lanzotti, consigliere comunale, che scrive nelle ultime ore su Facebook: “Raffaele Riccio non è il portavoce di mia madre, lavora al “Napoli Teatro Festival” così come la fidanzata conosciuta lì, che proviene da una gestione precedente a quella Miraglia”.

stefano caldoro

 

Eppure chi avvista tuttora Riccio a Palazzo Santa Lucia, nonostante il suo impegno al “festival” di cui l’assessore Miraglia è consigliere di amministrazione, riceve sempre la stessa risposta: «Do una mano alla professoressa (Miraglia insegna all’Università di Salerno, ndr)». Portavoce a mezzo servizio, senza contratto in via Santa Lucia. L’aveva dichiarato anche Miraglia a “Repubblica”: «Riccio mi ha dato una mano in Regione senza contratto».

 

TEATRO MERCADANTE NAPOLI

Per poi fare retromarcia il giorno dopo: «È un ragazzo che conosco per il mio lavoro di professore universitario». Un giornalista che l’assessore ha cercato di inquadrare nei ranghi della Regione, ma dopo il primo anno di amministrazione Caldoro ha dovuto desistere «visti i tagli operati dalla giunta».

 

E «quel ragazzo bravo e intelligentissimo che voleva fare il giornalista» ha poi trovato spazio al festival diretto da de Fusco. Dove Riccio figura nel 2013 come “responsabile organizzativo”, nel 2011 nell’“ufficio di coordinamento”: edizioni per le quali lavora al “cerimoniale” Maria Rita Baio, la fidanzata che ha vinto il concorso al Mercandate sul quale piovono ricorsi e denunce alla Procura e all’autorità nazionale anticorruzione per “procedure opache di selezione”.

 

luca de fusco 2

Sono 9 su 15 assunti allo “Stabile” quelli che solo nel 20112013 hanno avuto rapporti di collaborazione con il “Napoli Teatro Festival”. “Vien da se – commenta Lanzotti su Facebook che i profili cercati al Mercadante fossero quelli graditi alla direzione e pertanto molti siano stati selezionati da un mondo a lei contigua”. Un bando, quindi, con 1400 partecipanti, vinto da candidati “contigui” al direttore: come scrive Lanzotti.

 

 […] in teatri e fondazioni partecipati dalla Regione, il valzer delle assunzioni gira sempre intorno all’assessore Miraglia.  Senza contratto, nel 2011, spuntò al “Forum delle culture” di cui pure era socio la Regione, la sorella Rosanna Miraglia. Che su Facebook ora dà manforte al nipote Lanzotti: “Da quando mia sorella è diventata assessore ho avuto solo rotture...”.  […]

 

MOLLICONE E SANGIULIANO

PERCHÉ SPERO CHE SIA FINITA L’ERA DI DE FUSCO ALLO STABILE

Estratto dell’articolo di Eduardo Cicelyn  per il “Corriere del Mezzogiorno" – 6 marzo 2019

 

[…]. Luca De Fusco è stato uno dei commissari del variegato centrodestra locale d’antan, miscela di politici e professori messa insieme per soppiantare con un’ideologia regressiva e piccolo borghese l’odioso potere culturale bassoliniano.

 

EDUARDO CICELYN

L’egemonia della sinistra si era legittimata con la fondazione di teatri, musei e spazi culturali pubblici, l’avvento della destra si risolse nell’esproprio di tutti i ruoli di comando. L’anomalia, dunque, è che De Fusco sia sopravvissuto alla fine dell’esperienza caldoriana nel 2015 e che si candidi a restare contro ogni logica. Di formazione socialista, legato a Gianni Letta, regista teatrale e campione di autopremiazioni, fu nominato nel 2010 a seguito della risoluzione anticipata del contratto dell’allora direttore Andrea De Rosa.

 

Caterina Miraglia

Fu una decisione violenta, talmente politica e rivendicata come tale che la città si trovò tappezzata di manifesti in cui si annunciava a titoli cubitali il cambio di scena al Mercadante. In parole povere l’avvento di De Fusco, reduce al tempo da una controversa direzione dello Stabile veneziano e presentato qui in città come il grande manager capace di attrarre investimenti privati […], avrebbe dovuto produrre risparmi di denaro pubblico e cartelloni per un pubblico borghese latitante perché perseguitato dalle avanguardie bassoliniane.

 

A conti fatti, dopo nove anni, sappiamo che i privati non hanno messo un euro, che De Fusco ha realizzato soprattutto sue regie colonizzando per anni anche il Teatro Festival, che la commissione ministeriale ha sostanzialmente bocciato la qualità innovativa della sua conduzione, che la scuola (diretta da Mariano Rigillo) fondata per necessità di statuto non ha mai funzionato come si deve, che il pubblico pare aumentato ma gli incassi è certo che languono per la politica low cost, cioè di saldi su saldi per biglietti e abbonamenti.

 

teatro argentina foto di bacco

Altri hanno autorevolmente giudicato su queste colonne in un modo o nell’altro la direzione artistica di De Fusco, ma tutti abbiamo notato che a Napoli il teatro contemporaneo, quello che davvero serve al pubblico, quello che ci parla e che crea pensiero, oggi è migrato dalle parti del Bellini, del Nuovo e per ultimo nelle periferie di Ponticelli e della Sanità.

 

A de Magistris e a De Luca si dovrebbe insomma chiedere come e perché una gestione mediocre così segnata politicamente abbia potuto sopravvivere al ritorno del centrosinistra […].

DANILO DEL GAIZO

 

Apparirà insolente e sfrontato un tale modo di argomentare la questione della nomina in ballo al Teatro Nazionale; tuttavia, non c’è altra verità nel bene e nel male. Io almeno non ne vedo. De Fusco è ancora lì e spera di restarci di più, sempre di più, mancando a Napoli un disegno politico serio e condiviso, alternativo a quel che resta delle vecchie battaglie tra destra e sinistra.

 

[…] Chiunque verrà a dirigere il Teatro Nazionale se non sa questo o se non vuole questo non farà meglio di De Fusco. Una città come Napoli, punto nodale della scena italiana, ha davvero bisogno che si chiuda l’era dei clienti di una politica senza cultura. Ma direi, senza timore, anche di una cultura senza politica.

 

LUCA DE FUSCO E LA GESTIONE POCO CHIARA DEL TEATRO NAZIONALE MERCADANTE

Estratto da https://vivicentro.it/ 31 gennaio 2020

 

CHRISTIAN RAIMO - SIT IN AL TEATRO ARGENTINA CONTRO LA NOMINA DI LUCA DE FUSCO

Quando nel 2015 è nata la Scuola del Teatro Stabile di Napoli all’interno del Teatro Nazionale Mercadante, con Luca De Filippo come Direttore, le premesse erano ben diverse da ciò che poi è andato verificandosi.

 

Il Teatro Mercadante, infatti, aveva ottenuto il beneplacito per divenire Teatro Nazionale a patto che nascesse al suo interno, la scuola per attori. Una conditio sine qua non che avrebbe portato a laute sovvenzioni destinate alla scuola, ossia a quella “palestra per attori” tanto sognata da Eduardo e divenuta realtà per volontà del figlio Luca.

 

Nondimeno, se le produzioni teatrali dalla stagione 2015/16 avevano la parvenza di kolossal, con enormi scenografie e sfarzosi costumi, lo stesso non si poteva dire della scuola; gli allievi, per quasi un anno, sono stati reclusi nel solaio del Teatro Mercadante, ovverosia nello spazio storicamente destinato al deposito delle scenografie, dei costumi e di tutto quel materiale ormai non più utile.

 

luca de fusco 4

Un polveroso scantinato privo di un pavimento e delle condizioni minime di sicurezza.

Soltanto dopo mesi e mesi di battaglie gli allievi riuscirono ad ottenere un  pavimento ed un riscaldamento per l’aula.

 

Se da un lato andava in scena “Orestea” di Eschilo, con settimane di repliche e scenografie stile Broadway, dall’altro la scuola (che nel frattempo aveva perso il suo Direttore Luca De Filippo, scomparso proprio all’inizio del primo anno accademico, ndr) navigava a vista tra polvere e pacche sulle spalle. Molti docenti dell’accademia (se non tutti) il primo anno hanno lavorato gratis. Gli stipendi oscillavano tra i 40 e il 60 euro lordi all’ora. Quasi tutti i mesi, per il primo anno e mezzo, i docenti hanno sollecitato in continuazione il versamento dei compensi, mai arrivati puntuali.

 

luca barbareschi e luca de fusco

[…] De Fusco, nel frattempo, continuava a portare avanti le proprie produzioni, usufruendo anche degli allievi stessi della scuola chiamati a sacrificare i pomeriggi di lezione per piccoli ruoli e pagati una miseria proprio perché ragazzi dell’Accademia.

 

Quell’Accademia dalla quale la stessa Carolina Rosi, moglie di Luca De Filippo, prese le distanze chiamandosi fuori dal C.d.A […]  . Alla fine di marzo 2017 il punto più basso: al Teatro Mercadante viene interrotta la rappresentazione de “Le Troiane” di Euripide e il pubblico viene fatto defluire. Vengono messi i sigilli alle porte e per una decina di giorni la struttura rimarrà chiusa per “motivi di sicurezza”.

CAROLINA ROSI E LUCA DE FILIPPO

 

Mancavano, si disse allora, i requisiti minimi per l’agibilità. Delle scale non a norma per le quali si ritenne di chiudere il Teatro Nazionale Mercadante. La battaglia sanguigna tra Comune e Teatro Stabile danneggiava soprattutto gli allievi, spettatori inermi privati del loro diritto di fare teatro, ai quali Luca De Fusco non seppe dare né rassicurazioni né tantomeno risposte.

 

Di recente la Compagnia del Teatro Stabile, alla fine di una delle rappresentazioni de “La Grande magia” di Eduardo per la regia di Lluis Pascal, hanno letto al pubblico un loro durissimo comunicato in cui denunciavano i mancati pagamenti dei propri stipendi:

La compagnia di “La grande magia” ha deciso di porre all’attenzione del pubblico un nostro disagio che non può più continuare.

 

MIGUEL GOTOR - SIT IN AL TEATRO ARGENTINA CONTRO LA NOMINA DI LUCA DE FUSCO

Noi lavoratori dello spettacolo, attori e tecnici, lavoriamo sempre. In qualsiasi condizione, anche quando siamo ammalati, quando qualcuno ci lascia per sempre, col cuore spezzato, anche quando non ci pagano perché gli enti pubblici e privati non rispettano i tempi di pagamento. Noi, purtroppo, siamo abituati a lavorare anche quando non ci rispettano. Ci hanno insegnato che The show must go on, lo spettacolo deve andare avanti, sempre. Per voi che siete qui e avete pagato per partecipare alla magia del teatro.

Ecco l’eredità di Luca De Fusco.

 

 

teatro argentina roma

NOTA SULL’INGIUNZIONE ALL’AVVOCATO DEL GAIZO

Nella qualità di Capo di Gabinetto della Regione Campania – ruolo espletato dal 2010 al 2015- l’Avv. Del Gaizo ha percepito una retribuzione superiore a quella consentita dalla disciplina in materia di tetto massimo degli emolumenti fissato in circa € 240.000,00 dall’art. 23-ter, d.l. n. 201 del 2011 e art. 1, l. n. 147 del 2013 s.m.i., entrata in vigore durante lo svolgimento del predetto incarico. 

 

CAROLINA ROSI LUCA DE FILIPPO

Gli uffici regionali nell’anno 20015  hanno chiesto quindi all’avv. Del Gaizo di provvedere alla restituzione della somma di €133.776,58 relativa agli emolumenti corrisposti all’interessato nell’anno 2014 e nell’anno 2015 dalla Regione, al lordo delle ritenute fiscali, previdenziali ed assistenziali. Avverso tale atto l’Avv. Del Gaizo è insorto innanzi il TAR Campania, che ha rigettato il ricorso con sentenza Sez. IV, 16 luglio 2016,n. 308. L’Avv. Del Gaizo ha interposto appello, rigettato dal Consiglio di Stato, Sez. V, con sentenza del 5 febbraio 2018, n. 743.

 

 La sentenza del Consiglio di Stato è stata impugnata con ricorso ex art. 111, ultimo comma, Cost., che è stato rigettato con ordinanza 13 maggio 2020, n. 8846, con condanna dell’Avv. Del Gaizo a rifondere alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e Avvocatura dello Stato  anche €7.000,00 oltre alle spese, e alla Regione Campania €7.200,00. La Regione Campania  ha chiesto  la restituzione di € 64.913,75 per l’anno 2014; di euro 24.215,12 per l’anno 2015;  di euro €42.080,58 per il 2012 e di  €39.093,44 per il 2013.

 

DANILO DEL GAIZO

La Regione, a fronte del persistente inadempimento,  emetteva “Ingiunzione di pagamento ex r.d. n. 639 del 1910” a firma del Dirigente dell’Unità Operativa Dirigenziale “Recupero Crediti, Esecuzione, Ragioneria, Finanze e Tributi” dell’Ufficio Speciale “Avvocatura Regionale” della Giunta Regionale della Campania del 22 novembre 2017 (prot. 2017.0769202), con la quale  avviava il recupero coattivo delle somme di cui la Regione aveva intimato la restituzione, sopra indicate.

 

L’ingiunzione veniva  impugnata con ricorso in opposizione innanzi il Tribunale civile di Napoli, in funzione di Giudice del lavoro. Il Tribunale di Napoli, Sez. lavoro, rigettava l’opposizione con sentenza 14 gennaio 2020, n. 225, condannando l’Avv. Del Gaizo alla rifusione delle spese legali, liquidate in €6.000,00 a titolo di onorario, oltre spese forfetarie e oneri fiscali e previdenziali come per legge.

SIT IN AL TEATRO ARGENTINA CONTRO LA NOMINA DI LUCA DE FUSCO

 

Con atto transattivo sottoscritto nel giugno del 2021,  l’Avv. Danilo Del Gaizo si è impegnato a restituire alla Regione Campania la complessiva somma di € 172.285,96, comprensiva di interessi maturati al 31/12/2020 e del costo della notifica dell’ingiunzione di pagamento, in n. 48 rate mensili dell’importo di € 3.589,30, da corrispondersi entro l’ultimo giorno di ciascun mese solare.

 

 

 

luca de fusco

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