giorgia meloni pnrr recovery fund soldi europa

IL DILEMMA DI MELONI: SCONTENTARE LE SOLITE CONSORTERIE CHE L’HANNO VOTATA O FAR PERDERE ALL’ITALIA 19 MILIARDI DEL PNRR? LE NORME SULLA CONCORRENZA, CRUCIALI PER OTTENERE I SOLDI DALL’EUROPA, SONO FINITE IN SOFFITTA. E TE CREDO: COME SI PUÒ PROCEDERE ALLA LIBERALIZZAZIONE DELLE CONCESSIONI BALNEARI SE IL MINISTRO AL TURISMO NE POSSIEDE UNA? FITTO LAVORA PER IL DECRETONE SALVA-PNRR IN CUI INFILARE TUTTI GLI OBIETTIVI MANCANTI, SFRUTTANDO LE FESTIVITÀ NATALIZIE E SPERANDO CHE GLI ELETTORI NON SE NE ACCORGANO - DALL'UE INTANTO FANNO SAPERE CHE IL TEMPO IN PIÙ SARÀ CONCESSO SOLO PER LE OPERE PUBBLICHE...

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

POLITICO EU CONTRO GIORGIA MELONI

È vero: chi parla più dei balneari? Della riforma della Concorrenza si è persa ogni traccia. Eppure è cruciale per ricevere i prossimi assegni del Pnrr. Tra felpatissime raccomandazioni e qualche accenno di lusinga, per mostrare che Bruxelles non manca di fiducia verso la premier Giorgia Meloni, il commissario europeo Paolo Gentiloni ha detto chiaramente che quel nodo potrebbe rivelarsi enorme e mettere in seria discussione i finanziamenti europei: «Saremo inflessibili sulle riforme: concorrenza, giustizia e lavoro nero».

 

Temi, ha detto durante il programma In Mezz'Ora su Raitre, che riguardano «l'impegno politico e non una circostanza oggettiva». Sul resto si può ragionare: sui cantieri, sui progetti (ha fatto l'esempio dell'edilizia scolastica), su qualche rimodulazione del Piano di ripresa e di resilienza. Non sulla scadenza del 2026 - non ci saranno anni di proroga, Perché Paesi del Nord sono fermamente contrari  - né sulle riforme che per l'Unione europea sono vincolanti e che l'Italia rinvia da troppi anni.

 

fitto meloni

Il percorso è obbligato, sostiene Gentiloni. Ed è bastato che il commissario sfiorasse il tema per scatenare una parte dell'opposizione, consapevole che sulla eterna incompiuta della concorrenza i partiti della maggioranza e la stessa presidente del Consiglio sono in evidente difficoltà. Ne va del principio di coerenza, che in politica è sempre molto flessibile, soprattutto quando si passa dall'opposizione al governo. Ma tant'è: l'esecutivo Meloni ha pronto un escamotage.

 

giorgia meloni con paolo gentiloni

Se le norme non saranno pronte entro il termine concordato del 31 dicembre finiranno nel decretone salva-Pnrr che Raffaele Fitto ha già pronto per garantire il raggiungimento dei 25 obiettivi rimasti su 55, da realizzare entro il 2022. Mario Draghi aveva dovuto sudare più del previsto per licenziare in extremis la legge sulla Concorrenza, la scorsa estate, con un anno di ritardo rispetto al crono- programma iniziale. Caduto il governo dell'ex banchiere centrale, a gestire i fondi del Pnrr è arrivata una maggioranza che sulle liberalizzazioni attese dall'Europa ha fatto battaglia opposta, in difesa delle categorie.

 

giorgia meloni alla prima della scala 2022.

Lega e Fratelli d'Italia avevano promesso di tutelare i gestori e le imprese contro «i burocrati di Bruxelles». L'imbarazzo ora è evidente, e le fonti contattate lo nascondono con difficoltà. Perché ora a Meloni si pone una scelta da prendere: ribadire i propri no e le proprie bandiere e perdere i miliardi del Recovery fund, oppure accettare che anche in questo caso la coerenza andrà sacrificata. Diciannove miliardi valgono quel dietrofront?

 

santanche' twiga

«Faremo un calcolo costi-benefici, e capiremo cosa è meglio» spiega una fonte del ministero dell'Economia. Nel frattempo però c'è una scadenza da rispettare. I decreti attuativi devono es. sere pronti entro venti giorni. Le norme sulla concorrenza sono sui balneari, sul le società di pubblici servizi, sulla messa a gara dei contratti del trasporto pubblico locale.

 

Argomenti che spaccano i partiti e le coalizioni Per evitare polemiche e rendere meno palese il dietrofront il governo ha in mente un'acrobazia, che in qualche modo è stata negoziata con gli uffici europei che fanno da guardia al Pnrr e al raggiungimento dei target. Sfruttando quel margine di ambiguità lasciato da Bruxelles su cosa voglia dire realizzare le riforme-se basta il via libera del Cdm o serve l'ok definitivo del Parlamento - il governo dovrebbe inserire le norme in un decreto apposito licenziato in Cdm. Decreto che, per scongiurare i rilievi del Quirinale, avrà omogeneità e urgenza, visto che tratta di Pnrr e che il tempo sta finendo.

 

CARLO NORDIO

E che nascerebbe in piena emergenza manovra e sotto una collettiva distrazione natalizia, aspetto non secondario per chi voglia far passare un provvedimento quasi in sordina, pur di non attrarre la rabbia di una parte dell'elettorato che si sentirà tradito. Di fatto, il decreto rinvierà a possibili modifiche in Parlamento. Serve a prendere tempo e a stare nei tempi fissati dagli accordi con l'Ue.

 

Discorso che vale anche per l'attuazione della riforma Cartabia sulla giustizia, rinviata dopo l'appello inviato dai magistrati al nuovo ministro Carlo Nordio, perché le nuove regole avrebbero mandato in tilt le procure, ancora impreparate. Sulla giustizia, però, a differenza della concorrenza, su Meloni e tutta la maggioranza non grava il peso degli impegni presi in campagna elettorale, soltanto qualche mese fa.    

andrea giambruno e giorgia meloni alla prima della scala 2022daniela santanche' 5giorgia meloni alla prima della scala 2022

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…