LA DIPLOMAZIA DELLE PIROETTE – AL CONSIGLIO EUROPEO LA CAMALEONTE MELONI HA MOSTRATO TUTTE LE SUE AMBIGUITÀ, CHE L’HANNO ORMAI ISOLATA DAI PRINCIPALI LEADER EUROPEI – SORGI: “CON UNA PIROETTA, È TORNATA A CASA PIÙ VICINA A TRUMP E PIÙ LONTANA DA MERZ, ALLA CUI POSIZIONE CONSERVATRICE SI ERA PRECEDENTEMENTE AVVICINATA. POI, AVENDO CONDIVISO LA DURA CONTRARIETÀ DEL BELGIO SULL’UTILIZZO DEGLI ASSET DI MOSCA, LA PREMIER S'È TROVATA ACCANTO A MACRON, PIUTTOSTO SUO AVVERSARIO IN TEMPI RECENTI…”
Estratto dell’articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”
emmanuel macron donald tusk giorgia meloni consiglio europeo
E adesso tutti, nel centrodestra, diranno che la sapiente ambiguità di Meloni è stata premiata, e ancora una volta la premier aveva visto lungo. Ma dietro la conclusione del Consiglio d'Europa che alla fine di una lunga notte di negoziati è riuscito a salvare la dignità dell'Unione, non si può dire che la posizione dell'Italia sia rimasta la stessa.
[…] Al suo arrivo a Bruxelles la posizione a metà strada tra Germania e Stati Uniti si era rivelata via via più scomoda, specie di fronte alle resistenze del Belgio e sotto sotto della Francia sull'utilizzo degli asset russi per finanziare la resistenza ucraina.
GIORGIA MELONI - CONSIGLIO EUROPEO
L'approdo del vertice, che ha visto un nuovo - e più limitato di quello di epoca Covid - ricorso al debito comune, ha scontentato il cancelliere Merz e lasciato pienamente soddisfatto Trump, oltre che Putin, che aveva già messo in campo una dura battaglia giudiziari.
Meloni insomma, con una piroetta, è tornata a casa più vicina a Trump e più lontana da Merz, alla cui posizione conservatrice si era precedentemente avvicinata. Poi, avendo condiviso la dura contrarietà del Belgio, titolare della maggior parte di asset di Mosca, 185 su 210 miliardi, all'utilizzo degli stessi, nella cornice europea la premier s'è trovata accanto a Macron, piuttosto suo avversario in tempi recenti.
giorgia meloni al consiglio europeo
Chiusa, senza alcun ruolo da protagonista, la difficile parentesi del vertice europeo, Meloni è dovuta correre a Roma per risolvere i problemi della legge di stabilità ancora aperta, a pochi giorni dall'inizio delle vacanze parlamentari e con il Senato ancora in attesa di ricevere il dossier della manovra.
Se Salvini non avrà da lamentarsi per le decisioni prese a Bruxelles, salutate a Mosca come una marcia indietro dell'Europa rispetto ai piani di partenza, il leader leghista e vicepresidente del consiglio è molto più attratto dalla materia delle pensioni.
Sulla quale ha già da due giorni elevato una barricata che ha costretto il ministro dell'Economia, il leghista Giorgetti, a tornare sui suoi passi e i tecnici del ministero a riprendere in mano le carte e le tabelle [...]
giorgia meloni donald trump
giorgia meloni al senato foto lapresse.