sergio mattarella giuseppe conte mario draghi matteo salvini

AVETE VOLUTO FAR CADERE IL GOVERNO? E ORA VI BECCATE IL NO ALLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO – DRAGHI FRENA LA PROPOSTA DI SALVINI E CONTE DI UN NUOVO EXTRA-DEFICIT PER UN INTERVENTO SUL GAS: GIORGIA MELONI, IN MODALITÀ “DRAGHETTA”, HA GIÀ FATTO SAPERE A “MARIOPIO” DI ESSERE D’ACCORDO CON LA LINEA PRUDENTE – È UNA SCELTA DI BUON SENSO: AFFRONTARE I MERCATI ORA CON UN INTERVENTO IN DEFICIT SIGNIFICHEREBBE METTERE LEGNA SUL FUOCO DEGLI SPECULATORI, CON CONSEGUENZE NEFASTE SULLO SPREAD…

Alessandro Barbera per “La Stampa”

 

mario draghi al meeting di rimini 4

L’intervento – il terzo – per affrontare i nuovi aumenti del prezzo del gas ci sarà ma prendendo tutto il tempo necessario a «valutare la situazione». In ogni caso Mario Draghi non è intenzionato a varare scostamenti di bilancio prima delle elezioni. La richiesta di Matteo Salvini e Giuseppe Conte di un intervento choc è respinta al mittente.

 

A Palazzo Chigi la battuta con cui Enrico Letta aveva bollato di «scarsa credibilità» chi ha prima provocato la crisi e ora chiede al premier uscente di farsi carico delle scelte è stata registrata con soddisfazione. La cifra da cui si inizierà a ragionare oggi nelle stanze del governo oscilla fra gli otto e i dieci miliardi, il minimo indispensabile per confermare e rafforzare alcune delle misure approvate con i precedenti due decreti di aiuti.

GIUSEPPE CONTE MATTEO SALVINI MEME

 

Giorgia Meloni ha già fatto sapere all’ex premier di essere favorevole alla linea prudente, partendo dalla constatazione che margini per fare deficit non ce ne sono. Non solo: se il governo decidesse di fare di più, affrontando una trattativa con la Commissione europea, si corre il rischio di lasciare la nuova maggioranza senza risorse per la Finanziaria che dovrà essere discussa e approvata a partire da novembre.

 

Nel corso della settimana Draghi discuterà di tutto questo con il ministro del Tesoro Daniele Franco e quello della transizione ecologica Roberto Cingolani. Per evitare incidenti fra la chiusura delle vecchie Camere e l’insediamento delle nuove, l’ipotesi più probabile resta quella di un emendamento al decreto aiuti bis, che deve essere convertito in legge entro metà settembre.

giorgia meloni mario draghi

 

Mercoledì 31 agosto si chiude il ravvedimento per il pagamento dell’acconto della tassa sugli extraprofitti delle aziende energetiche: quello sarà il momento in cui i tecnici saranno in grado di avere stime precise delle risorse a disposizione. Draghi ha nel frattempo fatto recapitare ai partiti del centrodestra un messaggio che si può riassumere così: invece di chiedere a me l’impossibile, siate coerenti nell’attuare il piano di diversificazione degli approvvigionamenti costruito con fatica in questi mesi. Detta ancora più chiaramente: senza il rigassificatore di Piombino per aumentare le forniture di gas liquido dall’Africa (contro il quale sta facendo le barricate il sindaco di Fratelli d’Italia) ogni sforzo sarebbe vano.

mario draghi roberto cingolani

 

Draghi non vuole assumersi la responsabilità di scelte azzardate non solo per ragioni politiche, ma anche di buon senso: due giorni fa il numero uno della Banca di Francia ha avvertito che a settembre occorre «un significativo aumento dei tassi di interesse» da parte della Banca centrale europea.

 

Con queste premesse, affrontare i mercati con un intervento in deficit significherebbe sfidare gli investitori a nuove scommesse al ribasso sui conti italiani, con conseguenze sullo spread fra i titoli di Stato italiani e tedeschi. Draghi parteciperà in qualità di capo del governo ancora a due Consigli europei: il 6 e 7 ottobre a Praga, il 20 a Bruxelles. Quello sarà il momento in cui spenderà la sua credibilità per convincere i partner a due misure che avrebbero un impatto significativo sul prezzo del metano: il tetto imposto alle importazioni dalla Russia e il disaccoppiamento fra il costo del gas e quello delle altre fonti di energia.

karl nehammer 1

 

A Palazzo Chigi ieri hanno accolto con soddisfazione l’annuncio del cancelliere austriaco Karl Nerhammer di porre fine «a una follia». Prima dell’estate Draghi ha cercato il consenso di Berlino al tetto ai prezzi, nella speranza di isolare il governo olandese, cinicamente interessato alla fluttuazione libera alla Borsa di Amsterdam.

SALVINI DRAGHI roberto garofoli mario draghi daniele franco roberto cingolani

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