NAPOLI SPIA - IN PIENA EMERGENZA MONNEZZA, LO SCORSO FEBBRAIO, 13 DIRIGENTI DELLA SOCIETÀ PARTECIPATA DAL COMUNE “NAPOLISERVIZI” (RISERVA INDIANA DEL PD) SI REGALARONO UN BELL’AUMENTO DI STIPENDIO - DUE SETTIMANE FA UN ARTICOLO DEL ‘MATTINO’ HA SPUTTANATO TUTTO E GIGGINO PROMISE IL REPULISTI (“IL CDA SARÀ AZZERATO”) - INVECE IERI E’ STATO LICENZIATO IL DIPENDENTE SOSPETTATO DI AVER SPIFFERATO TUTTO - BARLETTA: DOPO IL CROLLO DELLA PALAZZINA, L’ASSOLUZIONE - IL SINDACO: “NON CRIMINALIZZARE CHI LAVORA IN NERO” - "MEGLIO MORTO CHE PENTITO"…

Carlo Tarallo per Dagospia

1 - SE SPIFFERI, TI CACCIO...
A chi un bel calcio nel sedere? A lui! Cioè al dipendente della Napoliservizi, società partecipata comunal-arancione, sospettato di aver tirato fuori nomi e cifre dell'aumento choc che tredici dirigenti della società partecipata del Comune si sono autoconcessi qualche mese fa. Una brutta storia, che finisce in Parlamento: questa mattina il deputato legaiolo Roberto Bitonci ha presentato un'interrogazione sul caso.

Cosa è successo? Febbraio 2011: mentre Why Not City affoga nella munnezza, i dirigenti di Napoiliservizi, società partecipata del Comune, si aumentano zitti zitti gli stipendi. Il meccanismo utilizzato è quello dei "superminimi". Migliaia di euro di aumenti, una pioggia di soldi. Passano i mesi, finché due settimane fa il "Mattino" sputtana tutto. Ecco un passaggio dell'articolo di Luigi Roano.

"Chi sono i 13 fortunati? Il direttore generale Balzamo (...) che porta a casa 152mila 199,96 euro all'anno. Stipendio mensile 10mila 657 euro, superminimo da sogno di 6857,14 euro! (...). Al secondo posto Ciro Turiello, ex manager di Asia con 134mila 645 euro all'anno, stipendio mensile di 9400 euro e superminimo da 4690. (...) Angelo Peritore è il terzo, con aumento sostanzioso.

Ogni mese portava a casa a 6370 euro con un superminimo di 3705. A luglio ha pensato che era troppo poco così il superminimo è arrivato a 4105 e ogni 12 mesi nel suo portafogli entrano 92 mila euro. Oddatiani di ferro Rosario Tarallo, che fa gli editoriali nel giornalino interno 5339 euro al mese, il superminimo da 2700 a 3400 (più 26%) e 77mila euro all'anno. E Mario Baggio direttore del personale stipendio mensile 6072 superminimo da 3641 a 4401 (più 11%)".

Apriti cielo: lo scandalo è servito. Giggino ‘a Manetta insorge: "Il Cda dell'azienda può considerarsi azzerato!". E invece? E invece, ieri pomeriggio, la notizia choc: mentre il Cda è ancora lì, ad essere licenziato è stato un giovane dipendente, laureato, accusato di essere la "talpa" che ha rivelato la storia e gli aumenti.

A quanto pare il dipendente sarebbe accusato di avere trasmesso all'esterno dati coperti da privacy. L'Italia dei Livori attacca: "Apprendiamo con stupore - smanetta il consigliere comunale Elpidio Capasso - e sdegno la notizia del licenziamento di un dipendente della Napoli Servizi, reo, evidentemente, di aver contribuito a far conoscere all'Amministrazione comunale sprechi ed aumenti di stipendi in maniera sproporzionata ai danni della stessa azienda e dell'intera collettività. Chiediamo l'intervento immediato del sindaco de Magistris e dell'assessore Realfonzo affinché venga resa giustizia con la tutela e la immediata reintegra del dipendente della stessa società".

L'azienda smentisce il collegamento tra il licenziamento e la faccenda dei superaumenti, ma ormai la frittata è fatta, e i legaioli affondano il colpo: "Quanto è stato fatto - scrive il deputato del Carroccio Roberto Bitonci nella interrogazione presentata questa mattina - supera ogni immaginazione: mentre la città sprofonda sotto il peso di tonnellate di rifiuti, ci si aumenta lo stipendio, base, e per quale motivo? Come gratifica per l'aumento del decoro della città, conseguente al buon lavoro svolto. Ma se quello svolto a Napoli è un buon lavoro cosa dovrebbero pensare i comuni del nord che ogni anno differenziano più del 70% dei rifiuti prodotti?".

Nel mirino degli addetti ai livori finisce in particolare l'ex bassoliniano Nicola Oddati, considerato il politico di riferimento di Napoliservizi, attualmente, ancora per pochi giorni, al vertice del Forum delle Culture. La partecipata, infatti, è ritenuta una enclave del Pd, e di stretta osservanza piddina sono i suoi dirigenti. Ma ora la patata bollente è nelle mani del narcisindaco: la Giunta Arancione difenderà il dipendente licenziato? Ah saperlo...

2 - "MEGLIO MORTO CHE PENTITO"
Camorra style a Castellammare di Stabia: un negozio del centro espone in vetrina una t-shirt con la scritta "Meglio morto che pentito" e si scatena la bufera. La notizia è diffusa da Metropolis, quotidiano locale che due giorni fa ha pubblicato una notizia in esclusiva su un'inchiesta, che ai clan non è piaciuta. Risultato? Edicolanti minacciati, copie del giornale strappate e un raid in redazione...

http://www.metropolisweb.it/Notizie/Cronaca/meglio_morto_che_pentito_maglietta_choc_vendita_castellammare.aspx

3- IL SINDACO DI BARLETTA ASSOLVE LAVORO NERO LE DONNE LAVORAVANO A 3,96 EURO ALL'ORA
Lorena Saracino per il corrieredelmezzogiorno.it


A Barletta, il giorno dopo l'inaccettabile crollo dell'edificio fra via Roma e via Mura Santo Spirito, la città conta i danni. A ruspe ferme, le macerie sembrano ancora più spettrali con quella cabina doccia sospesa per aria come per miracolo. Tutt'intorno le transenne impediscono l'accesso e la gente arriva in processione a scambiarsi i ricordi sulle magliaie morte nel disastro. Non mancano i telefonini per immortalare l'attimo. Spenti, ormai, i gruppi elettrogeni, è la città ad accendersi.

A risvegliarsi da un torpore che sa d'antico. Interrogandosi sull'ennesima tragedia del lavoro nella quale a "rimanerci", ancora una volta, sono state le donne. Le "sartine del Sud" che lavorano per pochi spiccioli per le grandi firme del Nord. La città sembra d'improvviso accorgersi di un "sistema" imprenditoriale diffuso - basato sul cosiddetto "fasonismo", lavori di manifattura a basso costo per grandi marche - che in città si respira in ogni via, in ogni botola e che regge parte dell'economia barlettana.

Piccoli laboratori al piano strada, spesso senza finestre, nei quali lavorano anche i titolari, piegati in due sulle macchine da cucire per giornate, come i dipendenti, pagati pochi euro l'ora. Per l'esattezza «3,95 euro, in nero, dalle 8 alle 14 ore», ha spiegato ieri la zia di una delle vittime. Lavorano per pagare affitti, mutui, benzina, per poter vivere, anzi sopravvivere

Sommerso da una valanga di dichiarazioni, ieri, il sindaco Maffei ha replicato: «Qualora venga accertato che le operaie morte nel crollo lavoravano in nero o in condizioni di sicurezza precarie, questo significherebbe soltanto che si tratta di un fenomeno diffuso anche da noi, qui in città. Non mi sento di criminalizzare chi, in un momento di crisi come questo viola la legge assicurando, però, lavoro. A patto che non si speculi sulla vita delle persone». Sarebbe «un paradosso» per Maffei se i titolari della maglieria «dopo aver perso figlia e lavoro, ora venissero anche denunciati».

Sa il sindaco che di laboratori di quel genere, a Barletta, ce ne sono a decine. Sconosciuti anche al sindacato. Ieri, fra i fasonisti di Barletta è scattato il panico. Temono la "stretta" della finanza dopo la sciagura e sospettano chiunque varchi la soglia. Come il proprietario di uno di questi laboratori, a due passi della casa della nonna della piccola Maria Cinquepalmi, «siamo tutti nelle stesse condizioni. Oppure chiudiamo».

 

NAPOLI SERVIZInicola-maffei-SINDACO DI barlettaPALAZZINA CROLLATA A BARLETTAfotochoc camorra in vetrinaMonnezza a Napoli da Repubblica it de magistris con la bandanaRosa Russo Jervolino

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")