carlo de benedetti elly schlein

DOVE E’ ELLY? SCHLEIN E’ LA PRIMULA ROSSA DELLA POLITICA ITALIANA. E’ SCOMPARSA MENTRE LA SUA REGIONE, L’EMILIA-ROMAGNA, AFFONDAVA NEL FANGO E POI E’ RIAPPARSA IN UNA FOTO SUGLI APPENNINI. SULLA RAI NON HA TOCCATO PALLA. ALLA CAMERA HA UNA MEDIA DI PRESENZE DEL 36%. IN COMPENSO NON MANCA ALLE CENE DI BAGLIONI. I PARLAMENTARI LA TEMONO: “E’ CATTIVELLA…” – IL LEGAME CON NANNI MORETTI E LE POLEMICHE PER LA SPARATA AL FESTIVAL DELL’ECONOMIA DI TRENTO: “VOGLIO NUOVE TASSE SU CASA E SUCCESSIONI” (E’ IL PIANO CHE LE HA SUGGERITO CARLO DE BENEDETTI, CHE VIVE IN SVIZZERA E LÌ PAGA LE IMPOSTE)

Estratto dell'articolo di Simone Canettieri per “il Foglio”

 

elly schlein nelle zone alluvionate

Dov’è Elly? Un giorno la cercavano per il compito di latino, al liceo pubblico cantonale Lugano 1, ma stava in cortile a suonare la chitarra. Tranquilla e beata. Pezzi su pezzi di heavy metal. Rideva, la ragazzina di Agno, figlia dell’upper class. Sorriso irregolare e spontaneo. “Alla fine entrò in classe, fece la sua bella traduzione e prese il massimo dei voti, come sempre”, ricorda divertito il suo vecchio professore di geografia e informatica, Alberto Leggeri. Oggi come allora la stessa domanda: dov’è Elly? C’è il caso Ita-Lufthansa, il Pnrr fa ballare Palazzo Chigi, Stefano Bonaccini ha i piedi nel fango e il governo non vuole nominarlo commissario per la ricostruzione. Ma lei, Elly, dov’è? E’ apparsa ieri nel tardo pomeriggio ad Ancona. Giovedì era a Trento al festival dell’Economia, poi è andata in Toscana per i ballottaggi. La sera da Corrado Formigli a “Piazza Pulita”. Provate a prenderla.

elly schlein nelle zone alluvionate

 

Fatele una domanda dritta, esigete una risposta netta. Primula rossa. Epifania democratica e armocromatica. Non ha un’agenda. Vive in hotel (ancora per pochissimo). Non scrive sulla chat di gruppo della segreteria.

 

 

A chi la critica per questo stile – appaio e scompaio ma anche dico e non dico – risponde: voi siete dei boomer. E cioè dei vecchi, che vivete la politica come un rito barboso, e poi saluta tutti e va al concerto dei Maneskin e dei Baustelle, gli ultimi due eventi musicali che si è concessa (oltre alla cena svelata da questo giornale sull’attico di Claudio Baglioni). Donnafugata, ma la troveremo.

 

FRANCESCO BOCCIA ELLY SCHLEIN - MEME BY DE MARCO

(...)

 

Da quando è diventata segretaria del Pd, Elly Schlein si vede di rado nel Palazzo. Supplemento d’indagine. Telefonata a uno storico funzionario del Parlamento. E’ un maestro di statistiche, venne assunto ai tempi di Craxi, Andreotti e Forlani: “Allora, sì. Tiro fuori il dato, mi serve un po’ di tempo. Va di fretta?”. Eh sì. “Ecco ci sono: da quando è iniziata questa legislatura, il 12 ottobre, fino ad aprile su 1.551 votazioni elettroniche la segretaria ne ha effettuate 567. Ovvero il 36,56 per cento.

 

(...)

Nella ricerca disperata di Schlein, come la Susan del film, si capiscono due cose. Nel Pd i parlamentari la soffrono, sotto sotto la criticano, non la capiscono. L’accusano di non rispondere al telefono. Ne contestano la voluta ambiguità su molti temi, quasi tutti.

 

Tuttavia la temono perché sanno che la donna può essere cattivella e soprattutto molto risoluta. Caso di scuola: la piccola vicenda capitata a Chiara Gribaudo, già coinquilina, che la leader non ha voluto come capogruppo alla Camera al posto di Debora Serrachiani. Oppure Giuseppe Conte: quando il capo del M5s l’attacca lei dice ai suoi fedelissimi “non gli rispondo, ma questa me la segno, vedrete”.

 

I parlamentari del Pd l’osservano con distacco e si danno coraggio. In pochissimi hanno confidenza con lei. Non si allargano. Vietate domande e curiosità sulla compagna Paola Belloni. Qui si parla di politica, nuova politica. Lo ha capito per primo Dario Franceschini, uno che l’ha vista arrivare eccome. Il “ministro per sempre” è defilato, si attiva solo quando c’è qualcosa di grande e importante da decidere.

 

(...) Già, ci risiamo: ma dov’è? Di recente al cinema, a vedere al Sacher l’ultimo film di Nanni Moretti. Ecco, il regista-papa della sinistra e la segretaria hanno un rapporto confidenziale.

(…)

 

IL PIANO DI ELLY

Fausto Carioti per liberoquotidiano.it

ELLY SCHLEIN AL FESTIVAL DELL ECONOMIA DI TRENTO

Ad Elly Schlein bisogna riconoscere un merito. Non ha provato, come tanti altri prima di lei, a raccontare la storia secondo cui l’aggiornamento del catasto sarebbe un’operazione fiscalmente neutra, che non avrebbe l’obiettivo di aumentare le imposte sugli immobili e anzi, chissà, alla fine potrebbe persino ridurle.

 

È stata schietta, ha detto che secondo lei il peso delle patrimoniali a carico del mattone (che oggi è a pari a 22 miliardi di euro l’anno, ovvero a 373 euro per ogni italiano, neonati inclusi), è troppo basso e dunque deve aumentare.  

 

(...)

ELLY SCHLEIN AL FESTIVAL DELL ECONOMIA DI TRENTO

Per la Schlein tutto ciò non basta, urge una pesante revisione delle patrimoniali. «Questo Paese ne ha tante e dovrebbe riorganizzarle». In che modo? «Dobbiamo pensare a perché la tassazione sulle rendite fiscali e immobiliari è così bassa, rispetto a quella sul lavoro e sull’impresa». L’imposizione sul mattone va quindi aumentata, anche con la «riforma del catasto in un senso più equo». Una sorta di guerra tra tartassati, insomma: se si vogliono ridurre le imposte che gravano sui lavoratori e gli imprenditori, la soluzione non è tagliare la spesa pubblica, ma spremere ancora di più i proprietari di immobili. Un passo avanti (o indietro, dipende dai gusti) rispetto alla mozione con cui la Schlein ha vinto la corsa alla segreteria del Pd, in cui la parola «catasto» non appare.

 

 

 

FABIO TAMBURINI ELLY SCHLEIN AL FESTIVAL DELL ECONOMIA DI TRENTO

LA TASSA SULLA MORTE

Nessun patrimonio però si salva, per lei tutti debbono essere colpiti di più dal fisco, anche nel momento in cui qualcuno in famiglia muore e i beni passano da una generazione all’altra:«Non possiamo negare che siamo in un Paese dove c’è una delle tassazioni sulle successioni più iniqua e più bassa». Aumentare anche questa, dunque. Con simili premesse ideologiche, è ovvio che la «tassa piatta» promessa dalla Lega sia giudicata dalla leader del Pd un crimine politico. «Dietro alla flat tax», attacca, «c’è l’idea che faccio mancare servizi alle persone che non se li possono permettere da sole, come la sanità e la scuola…

 

DE BENEDETTI DOCET - C’è perfetta sovrapposizione, insomma, tra il programma fiscale della Schlein e quello che le ha suggerito Carlo De Benedetti, che non a caso stravede per lei. Nel suo libro da poco pubblicato, il miliardario scrive che «va istituita anche in Italia una patrimoniale, ovviamente progressiva, in modo che chi ha di meno debba pagare di meno.

 

ELLY SCHLEIN FABIO TAMBURINI AL FESTIVAL DELL ECONOMIA DI TRENTO

Esattamente il contrario dell’imbroglio della flat tax». E «l’altra imposta su cui intervenire subito», aggiunge, «è quella di successione. In Italia va dal 4 al 6% senza progressività: un’altra flat tax in cui i poveri sono trattati come i ricchi e dunque, in relazione ai loro patrimoni, pagano di più. È tempo di portarla al livello degli altri Paesi europei». Ognuno ha il suo maître à penser, anche in materia di fisco, e quello di Elly Schlein vive in Svizzera e lì paga le imposte.

ELLY SCHLEIN FESTIVAL ECONOMIA DI TRENTOelly schlein ascolta paolo gentiloni al festival dell economia di trentoelly schlein intervista a repubblicaelly schlein nelle zone alluvionate

Ultimi Dagoreport

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO DEL PD, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA