salvini berlusconi

LA FEDERAZIONE DI CENTRODESTRA CON BERLUSCONI NON E’ ANCORA NATA E SALVINI GIA’ LITIGA CON I FORZISTI GELMINI E TAJANI SUI VACCINI – IL "CAPITONE" E’ PER IL NO ALL’OBBLIGO VACCINALE MENTRE FORZA ITALIA INSISTE PER LA VACCINAZIONE OBBLIGATORIA - SUL FISCO LA LINEA DEL LEADER LEGHISTA (FAVOREVOLE ALLA FLAT TAX) E’ IN CONTRASTO CON QUELLA DI DRAGHI. POI SI PENTE DI AVER VOTATO IL REDDITO DI CITTADINANZA E POLEMIZZA CON LETTA SUI MIGRANTI, LAMORGESE E DURIGON…

Franco Stefanoni per corriere.it

 

SILVIO BERLUSCONI E MATTEO SALVINI

«Chiediamo tamponi salivari per tutti. Io sono contro qualsiasi obbligo, qualsiasi multa o discriminazione. Gli italiani rispondono bene alla vaccinazione». Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini al Meeting di Cl, prima del dibattito con Giuseppe Conte (M5S) , Enrico Letta (Pd) , Giorgia Meloni (FdI), Ettore Rosato (Iv) e Antonio Tajani (FI), ribadendo il suo no all’obbligo anche per i giovanissimi.

 

Parole opposte a quelle espresse da Mariastella Gelmini, ministra per gli Affari regionali di Forza Italia, in un’intervista pubblicata oggi sul Corriere della Sera«L’obbligo vaccinale? Non è un’eresia». Ma in linea con quanto ribadito sempre oggi a Rimini da Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore unico nazionale di Forza Italia: «Sono personalmente per la vaccinazione obbligatoria».

 

silvio berlusconi con matteo salvini

Salvini ha poi parlato fisco, dicendo: «Il primo punto del governo del centrodestra è la flat tax al 15%». Linea in contrasto con quanto finora sostenuto dal premier Mario Draghi, che appoggia in criterio della progressione delle imposte. Sui migranti, il capo del Carroccio ha invece affermato: «Lamorgese deve fare il ministro, cosa che non ha cominciato a fare. I dati dell’organizzazione internazionale dei migranti sono sufficienti a bocciare l’operato del ministro. Mi chiedo in questi 8 mesi cosa abbia fatto, penso che sarà necessario pensare ad un cambio».

 

draghi duringon salvini

Il leader della Lega, riguardo all’Afghanistan, ha poi precisato: «Porte aperte per chi ha collaborato con l’Italia e per donne, bambini, ovviamente con la collaborazione della comunità internazionale, non può essere solo l’Italia a farsi carico dei problemi del mondo, e ho chiesto a Draghi di allargare al Pakistan il prossimo G20». E rivolgendosi a Enrico Letta, segretario del Pd: «Sono stato colpito dalla costruzione del muro in Grecia. Che cosa ne pensa Letta della Commissione europea che aiuta quel Paese a costruire quel muro? Le porte restano aperte per chi scappa veramente dalla guerra». Il leader dei dem, a proposito del ministro dell’Interno, ha replicato: «Difendo Lamorgese dalle critiche pretestuose che le vengono avanzate. Lei sta facendo un buon lavoro. Basta alle polemiche che vengono fatte per ragioni elettorali in materia di immigrazione». Anche Tajani ha scartato l’ipotesi di dimissioni per Lamorgese.

 

MATTEO SALVINI DOPO L'INCONTRO CON MARIO DRAGHI

Durante il dibattito, sull’Afghanistan Conte è tornato sul tema del dialogo con i talebani, nei giorni scorsi fonte di polemiche: «I talebani devono dimostrare di essere aperti al dialogo e le ultime notizie non depongono a favore del cambiamento. Ma non abbiamo alternative. 

 

Quando parlo di dialogo non significa che do una legittimazione politica, una legittimazione internazionale ai talebani. Dico che serve un confronto per dare protezione alla popolazione». «Ho parlato di spingere i talebani al dialogo e sono stato un buona compagnia, credo che questa soluzione avverrà anche al G20. Fa bene Draghi a insistere su questo formato perché credo sia l’unico che possa avere dei risultati». Salvini ha però ribattuto: «Non sono d’accordo con l’avvocato Conte: io il dialogo con i terroristi islamici non lo concepisco per principio e non li legittimo». Tajani, sull’Afghanistan, ha invece detto: «Quella dell’Afghanistan è stata una sconfitta brutta dell’Occidente che ha perso onore e credibilità davanti a milioni di persone alle quali aveva promesso delle cose. Ora occorre rinviare sine die il termine per salvare le persone che vogliono fuggire».

BERLUSCONI MELONI SALVINI

 

Quanto al sottosegretario leghista Durigon, al centro di varie polemiche tra le quali quella per le frasi sul fratello di Benito Mussolini a cui intitolare un parco a Latina, Salvini ha sostenuto: «Noi siamo qui per risolvere i problemi ed eliminare le polemiche. Durigon è il padre di quota 100 e con lui mi confronto sul tema del saldo e stralcio. Ragioneremo insieme su cosa fare e cosa sia più utile per il movimento e per il governo. Discuteremo con Durigon, il quale ha la mia massima fiducia». Qui la risposta di Letta, sul fatto se Durigon si debba dimettere dal governo, è stata: «Sì. L’apologia del fascismo è incompatibile con la Costituzione e con il nostro governo. Credo che la vicenda debba essere risolta». Conte ha invece apprezzato la disponibilità del leader leghista di voler ragionare sulla vicenda. «Sono contento che Matteo Salvini abbia dichiarato di voler rivedere la posizione di Claudio Durigon come sottosegretario di Stato», ha detto.

salvini draghi

 

Mentre sul reddito di cittadinanza, secondo Savini: «Tornassi indietro, una legge che si è dimostrata nei fatti assolutamente inidonea e non la rivoterei è il reddito di cittadinanza: sta creando solo lavoro nero e disoccupazione. Mea culpa. Disincentiva al lavoro, alla passione ed alla fatica. Il reddito di cittadinanza raccoglie un coro unanime di dissenso. Chiederemo di rivederlo quantomeno o di cancellarlo del tutto, è uno strumento che allontana dal lavoro e crea disoccupazione».

 

A difendere il reddito di cittadinanza è stato Conte: «È importante averlo introdotto come cintura di protezione sociale. Una riforma complessa. Lo abbiamo introdotto per la prima volta. Nessuno vuole persone abili a casa sedute in poltrona. Dobbiamo migliorarlo e lavorarci, intervenendo sulle politiche attive». Meloni al contrario ha ribadito la sua contrarietà al «reddito di cittadinanza, che è stato devastante per le giovani generazioni», auspicando invece «uno sviluppo che sia fondato su educazione e lavoro. Sul tema dell’educazione ho trovato grande assente nel Pnrr» ovvero una risposta al fatto che in «Ue non si fanno più figli».

SALVINI DRAGHI

 

SALVINI DRAGHIMATTEO SALVINI IN SENATO APPLAUDE DRAGHI

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....