CASA DI CURA "IL MORTORIO" - COL PASSARE DEL TEMPO (VENERDÌ SARÀ LA SESTA GIORNATA) L'EFFETTO CURIOSITÀ SUI SERVIZI SOCIALI INFLITTI AL BANANA SCEMA E CON LA FINE DELLO SHOW DILAGA LA NOIA

Andrea Galli per ‘Il Corriere della Sera’

 

La dolorosa consuetudine della malattia è diventata un momento quasi intimo e non ha più bisogno di troppe guardie. Già nella seconda giornata il dispositivo di ordine pubblico alla Sacra Famiglia era stato declassato, pur al termine di attente analisi: via i funzionari della Questura, con l’apparato snellito e la gestione affidata unicamente alle forze del posto, in questo caso i carabinieri.

 

berlusconi arriva alla sacra famiglia di cesano bosconeberlusconi arriva alla sacra famiglia di cesano boscone

Adesso che andiamo verso la sesta giornata (venerdì), soprattutto adesso che in Sacra Famiglia è stato fatto il primo bilancio e dunque ci viene offerta l’occasione per una ricostruzione dall’interno, è confermato un ulteriore ridimensionamento: i dodici fedeli uomini dell’istituto Ivri sono tornati all’originale posto di lavoro, ossia Mediaset. Il venerdì, avevano accompagnato Silvio Berlusconi per il suo affido ai servizi sociali; ora Berlusconi, finito il lavoro, è atteso all’esterno del reparto San Pietro soltanto dalle abituali body guard.
 

berlusconi a cesano boscone   foto da chiberlusconi a cesano boscone foto da chi

Certamente ancora rimane, e rimarrà i prossimi mesi, l’ormai canonico momento del venerdì. Berlusconi che entra e che esce nell’istituto di Cesano Boscone, ligio agli ordini del magistrato di Sorveglianza di star zitto; e tutt’intorno, in forte calo la presenza di pasionarie, ultrà e personaggi strambi nonché quella dei giornalisti, ecco gli isolati momenti di novità affidati al mediocre estro del momento: un automobilista che urla un insulto, uno che suona il clacson, uno che manda un saluto.
 

berlusconi a cesano boscone   foto da chi 3berlusconi a cesano boscone foto da chi 3

Un ridimensionamento dello spettacolo pubblico che conferma la progressiva normalità dell’esperienza privata. Nelle quattro ore alla settimana, comunque secondo i detrattori un lasso temporale «insignificante», a Berlusconi non starebbero regalando niente.

 

L’operazione, delicata, estenuante, d’imboccare i malati di Alzheimer, sessanta anziani che vivono nel San Pietro, non è stata uno spot da previgilia elettorale: anche venerdì scorso a Berlusconi sono stati affidati il cucchiaio, un grembiule e un paziente. Non mancano i momenti di pausa, se vogliamo: gli incontri, che possono durare mezz’ora come un’ora, nel giardino interno del reparto, per il colloquio con la responsabile del San Pietro, Giuliana Mura, intransigente nel verificare che il Cavaliere abbia studiato e memorizzato la teoria: chi è il malato d’Alzheimer, quali i gradi della malattia, quali le attività della Sacra Famiglia. E fra le attività, che han visto il debutto di Berlusconi una settimana fa, c’è il gioco con il pallone.

berlusconi a cesano boscone   foto da chi 2berlusconi a cesano boscone foto da chi 2

 

Un pallone leggero, di quelli per i bambini, che le persone in cerchio si lanciano. Senza fretta, spesso raccogliendolo dopo che è caduto, spesso sbagliando misura e mira. L’esercizio aiuta la coordinazione ed è associato alla terapia svolta in palestra: musica ad alto volume per invogliare il movimento e facilitare gli sforzi degli operatori nell’aiutare il coordinamento degli arti degli anziani.

 

Nel reparto, dove vige la tolleranza zero del direttore della Sacra Famiglia Paolo Pigni per il personale che rilascia dichiarazioni, è di mattina che avviene la maggior parte del programma. Il resto del giorno è dedicato al riposo e ai familiari.

 

Uno degli appuntamenti classici della mattinata è il gioco con gli incastri, sul modello del Lego, tesserine da scegliere e unire, con gli operatori e i volontari, compreso Berlusconi, che siedono al fianco d’un malato, suggeriscono le mosse e insieme festeggiano per l’improvvisa creazione di una figura.

 

Dai corridoi del San Pietro come della direzione, chiacchierando con medici e collaboratori di Michele Restelli, il responsabile delle residenze assistenziali della Sacra Famiglia, esce la figura d’un Berlusconi, naturalmente non si sa quanto completamente aderente al vero, mancando la prova, d’un Berlusconi «molto serio». Dall’Uepe, l’Ufficio esecuzione penale esterna che segue il cammino del Cavaliere, confermano la bontà del comportamento («Rispetta regole e tempi»).

 

In un’unica circostanza Berlusconi era arrivato a Cesano Boscone in ritardo e, forse per recuperare la colazione frettolosa, s’era portato del cibo, insieme ai cioccolatini. Che mai stanno mancando.

 

Il Cavaliere ha memorizzato i golosi che chiedono il bis e gli anziani ai quali i dolci fan male. Per la distribuzione, Berlusconi cammina per reparto e stanze, passando davanti alle macchinette del caffé, al piano terra, dopo la porta a vetri, confine massimo che le body guard possono raggiungere; in giro non ci sono piu ad attendere il Cavaliere, schierate, pronte a scattare, come successo le prime volte, le addette alle pulizie. Erano state inviate dalla direzione a rinforzare l’organico perché tutto fosse plastico, luccicante, televisivo.
 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?