ursula von der leyen giorgia meloni raffaele fitto

IL DEMOCRISTONE DEL TAVOLIERE – LA LUNGA MARCIA DI RAFFAELE FITTO, DALLA DC ALLA VICEPRESIDENZA DELLA COMMISSIONE UE - NATO NELLA CITTÀ DI ALDO MORO, MAGLIE, HA GUIDATO LA PUGLIA, È INCAPPATO IN INCHIESTE GIUDIZIARIE E HA VIRATO A DESTRA – “SONO RIUSCITO A LEVARMI DI DOSSO IL FANGO DELLE INDAGINI GIUDIZIARIE, FIGURIAMOCI SE NON SONO IN GRADO DI AFFRONTARE IL RESTO” - A BRUXELLES PROVERA' AD ALLUNGARE I TEMPI DEL RECOVERY PLAN, UN PIANO CHE L'ITALIA NON È IN GRADO DI RISPETTARE...

FITTO, L'UOMO CHE SI È RIALZATO OTTO VOLTE

Alessandro Barbera per “la Stampa” - Estratti

 

RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEO

Dice il proverbio giapponese: cadi sette volte, rialzati otto. Raffaele Fitto ha perso il conto. Nato il 28 agosto 1969 nella città che diede i natali ad Aldo Moro, è il figlio d'arte a cui la sorte impone di crescere in fretta. Il padre Salvatore, allora presidente della Regione Puglia, muore in un incidente stradale quando ha diciannove anni.

 

A venti è consigliere regionale per la Democrazia cristiana, a trenta siede nella poltrona che fu del padre. L'indole democristiana non l'ha mai abbandonata, la tessera sì. È l'uomo più vicino a Giorgia Meloni con la storia politica più lontana possibile da Giorgia Meloni.

 

giorgia meloni raffaele fitto

Non è populista, non alza mai la voce, non prende (quasi) mai di petto gli avversari, tratta allo sfinimento. Tenterà di tornare presidente in Puglia due volte, battuto da due tribuni della sinistra: Nichi Vendola e Michele Emiliano.

 

Con Giorgia condivide un difetto che talvolta è una qualità: la tigna. «Sono riuscito a levarmi di dosso il fango delle inchieste giudiziarie, figuriamoci se non sono in grado di affrontare il resto», va dicendo spesso. Ne ha dovute affrontare diverse. Nel 2012, prosciolto per prescrizione in un caso di turbativa d'asta, si oppone alla prescrizione. Un anno dopo, condannato per corruzione, è assolto in appello. Quando la Cassazione riconosce alla Regione il risarcimento, si oppone in giudizio.

 

(...)

RAFFAELE FITTO - PARLAMENTO EUROPEO

Fitto non manda giù il patto del Nazareno, e il Cavaliere dissimula: «In passato qualcuno se ne è andato e non è finito bene». Non aveva calcolato il fattore Giorgia. L'incontro fra i due è nei banchi del quarto governo di Re Silvio. Lui è il giovane ministro delle Regioni, lei la giovanissima ministra della Gioventù. Dieci anni dopo Fitto passerà a Fratelli d'Italia. Quando arriva a Palazzo Chigi, Giorgia fa di lui il ministro più influente.

 

enico letta raffaele fitto - meeting di rimini

Sottrae a Giancarlo Giorgetti i duecento miliardi del Recovery Plan che assomma alla gestione degli altri fondi europei. Fitto impiega mesi per rivedere i poteri di gestione, che ora lascia a Palazzo Chigi. Farà quel che potrà da Bruxelles per allungare i tempi di un piano che l'Italia non è in grado di rispettare. Prima di andarsene, ha risolto una grana con l'Europa che si trascinava da vent'anni: quella dei balneari. E lo fa convincendo Bruxelles a concedere l'ennesima proroga, al 2027. Potere dell'indole.

 

L’EX DC «FELICE MODERATAMENTE» I MESSAGGI IN PRIVATO DAL CENTROSINISTRA

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

In onore al profilo di ex democristiano moderato, che da qualche decennio si fa vanto di non aver (quasi) mai litigato con nessuno, Raffaele Fitto si dice «tranquillo, come ieri, oggi e domani» e «moderatamente felice». D’altronde il ritornello che ha scandito sin qui la sua lunga carriera politica suona più o meno così: «Mai esaltarsi troppo per i successi e le vittorie, per non rischiare il crollo nei momenti negativi».

 

raffaele fitto

Nel giorno in cui il suo smartphone si è riempito di complimenti, arrivati via whatsapp anche da tanti esponenti del centrosinistra, il ministro di FdI promosso commissario e vicepresidente esecutivo fa scongiuri e ancora non festeggia: «Adesso bisogna arrivare in fondo...».

Brinderà solo dopo aver passato l’audizione, per la quale studia e ripassa compulsivamente da mesi i dossier europei in inglese. Perché sa bene che socialisti, verdi e liberali lo metteranno sotto torchio.

 

«Sei sicuro che saranno spietati con me?», ha sdrammatizzato rispondendo a un compagno di partito.

 

(…)

RAFFAELE FITTO RITRATTO DA FRANCESCO FEDERIGHI

Il Pd parla di «sconfitta per la premier e per l’Italia» e sottolinea come Fitto non abbia ottenuto le deleghe che Giorgia Meloni voleva. Lui invece, se pur fosse deluso, non lo darebbe mai a vedere. Perché la sola delega alla Coesione vale 400 miliardi di soldi a fondo perduto nella programmazione 2021-2027 e altrettanti in quella 2028-2034 e perché pensa che Ursula von der Leyen sia riuscita a trovare un «equilibrio intelligente» tra falchi e spendaccioni: un commissario del Nord che garantisce gli Stati frugali e uno del Sud, più aperto all’idea di fare nuovo debito comune.

RAFFAELE FITTO AL MARE

 

La giornata che sognava da mesi, Raffaele Fitto l’ha trascorsa tra il suo ufficio al ministero e Palazzo Chigi, dove ha commentato con la leader di FdI il «risultato gigantesco», ha incassato l’applauso dei colleghi di governo nel chiuso del Cdm e presenziato alla cerimonia dell’Accordo di coesione con la Campania.

Una firma che ha messo fine al clamoroso scontro con il presidente della Regione, Vincenzo De Luca.

 

Adesso il problema di Giorgia Meloni è il dopo Fitto, che comporterà un altro tassello del rimpasto avviato con Giuli al posto di Gennaro Sangiuliano alla Cultura. Il dilemma, che la premier fatica a risolvere, è trovare ora un ministro per il Pnrr e un paio di sottosegretari a cui affidare Affari europei, Coesione e Sud.

RAFFAELE FITTO - MEME BY EMILIANO CARLI PER IL GIORNALONE - LA STAMPAURSULA VON DER LEYEN PRESENTA LA NUOVA COMMISSIONE EUROPEAraffaele fitto - meeting di riminiRAFFAELE FITTO AL MAREraffaele fitto giorgia meloni ROCCO BUTTIGLIONE - UMBERTO BOSSI - SILVIO BERLUSCONI - GIANFRANCO FINI - RAFFAELE FITTO - PIERFERDINANDO CASINI RAFFAELE FITTO CON UN BICCHIERE DI VINORAFFAELE FITTO NEL 2001NICHI VENDOLA - RAFFAELE FITTO RAFFAELE FITTO DA BAMBINO CON IL PADRE SALVATORERAFFAELE FITTOPOST DI ARIANNA MELONI SULLA NOMINA DI RAFFAELE FITTO A VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE UE

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO