fabio panetta giorgia meloni

MATTARELLA, PENSACI TU - GIORGIA MELONI SPERA CHE IL QUIRINALE CONVINCA FABIO PANETTA A FARE IL MINISTRO DELL'ECONOMIA (SOLO UNA CHIAMATA DAL COLLE LO CONVINCEREBBE A SLOGGIARE DALLA BCE LASCIANDO IL SUO LAUTO STIPENDIO) - IL PIANO B POTREBBE PORTARE ALLA CONFERMA DI DANIELE FRANCO: UN SEGNALE DI CONTINUITA' CON IL GOVERNO DRAGHI, PER LA GIOIA DELLE CANCELLERIE EUROPEE

Ilario Lombardo e Francesco Olivo per www.lastampa.it

 

giorgia meloni

Come sempre succede, arriva un punto in cui il silenzio si fa insostenibile e i politici tornano a rilasciare dichiarazioni. Giorgia Meloni ha compreso che sette giorni con la bocca cucita, o sbocconcellando qua e là mezze parole ai microfoni, sono troppi. I vuoti si riempiono comunque. Magari di sospetti, ansie e sussurri velenosi dei suoi alleati, che, come tutti, vogliono capire cosa abbia in mente la futura premier.

 

giorgia meloni e la madre anna paratore

L’accusano di essere «draghiana», nella forma e nei contenuti, perché si starebbe spendendo per un governo meno politico e più a trazione tecnica, e perché non fa che mantenere la linea dell’esecutivo uscente.

 

Una ricostruzione che non le piace e che forse è figlia del mutismo imposto a tutto lo staff e agli uomini di fiducia, perché veicolata da Lega e Forza Italia: «Cercare di organizzare una transazione ordinata nel rispetto delle istituzioni – risponde la premier in pectore - è una cosa normale, non è un inciucio». Normale, per Meloni, è sentirsi con Mario Draghi; normale è farlo anche con il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, per discutere di energia e saldare la battaglia sul price cap in Europa.

giorgia meloni mario draghi

 

In realtà, le risposte di Meloni sono frutto del nervosismo che sta dilagando dentro la coalizione di centrodestra. Fuori dalla Camera afferma che non bisogna perdere tempo, che «fare in fretta» è necessario per le scadenze che attendono l’Italia, e che è probabile che alle consultazioni al Quirinale il centrodestra andrà assieme e non diviso. La squadra dei ministri da presentare a Sergio Mattarella però non è completa. Anzi, a sentire i vertici di Lega e FI, la leader di Fratelli d’Italia avrebbe qualche serio problema a incastrare tutte le caselle dei ministeri.

 

GIORGIA MELONI

A partire dallo snodo fondamentale. Il Tesoro. Senza un nome all’altezza, in grado di rassicurare il Colle e l’Europa, il governo partirebbe zoppo. L’impasse sul ministero dell’Economia è dovuta al no insistito di Fabio Panetta. Il rappresentante italiano nel board della Banca centrale europea continua a opporre resistenza.

 

A 63 anni, il suo obiettivo rimane la carica da governatore di Bankitalia, che vedrebbe sfumare se dovesse accettare di guidare il Mef. Da come la descrivono alleati e amici di partito, Meloni è arrivata a sperare in una telefonata di Mattarella: l’unico a cui Panetta non potrebbe dire di no.

giorgia meloni da rinaldi al quirinale

 

C’è comunque un’ipotesi B, nel caso in cui Panetta s’impuntasse. E non è Domenico Siniscalco, su cui, a quanto pare, la presidente di FdI avrebbe qualche perplessità. Ma Daniele Franco. È il nome che piace a un pezzo di Lega e non dispiace a molti dei meloniani, che pure comprendono la portata simbolica di una riconferma dell’attuale ministro dell’Economia, in senso sia positivo sia negativo.

 

GIORGIA MELONI

 

 

Avrebbe indubbiamente la forza di tranquillizzare Bruxelles e le cancellerie europee, ma sarebbe anche la prova che Meloni sta di fatto reimpostando il lavoro economico della squadra di Draghi. Il diretto interessato nicchia e fa sapere, pure lui, di non essere disponibile.

 

Nel futuro governo – è lo schema - sarebbe affiancato da due viceministri politici, con deleghe significative. Uno sarebbe Maurizio Leo, responsabile economico di FdI, l’altro Federico Freni, l’attuale sottosegretario, a cui l’ipotesi – parole sue - «fa venire gli occhi a cuoricino».

GIORGIA MELONI

 

Per quanto il calendario imposto dal Quirinale sia molto serrato, è comunque al limite dell’impossibile che per il Consiglio europeo del 20-21 ottobre il nuovo governo abbia già giurato e che possa essere la nuova premier a a dare battaglia sul price cap.

 

E’ molto probabile che a rappresentare l’Italia al tavolo sarà ancora Draghi. Per questo Meloni tiene a precisare che «non c’è alcuna volontà di creare fratture tra l’attuale governo e quello che verrà» anche se, continuano fonti del suo partito «i documenti che arriveranno a Bruxelles saranno il frutto del lavoro dell’esecutivo ora in carica».

 

giorgia meloni

La formazione del governo è ancora un rebus, la dialettica con i partiti sul numero dei tecnici in squadra è accesa. Meloni ha letto le polemiche scatenate da Lega e FI e manda un avvertimento: «Consiglio prudenza, leggo cose surreali che poi dovrei smentire».

 

Il riferimento è al numero di ministri non politici, che i berlusconiani temono possa arrivare fino a dieci. L’insistere sui tecnici da parte della presidente di FdI, secondo alcune fonti azzurre, potrebbe essere una forma per mettere pressione agli alleati affinché forniscano nomi più adatti a circostanze così difficili.

 

fabio panetta foto di bacco

Un tema che la leader e Salvini potrebbero trattare personalmente già oggi, in un incontro che nessuno conferma ufficialmente, ma che potrebbe tenersi a Roma. Di sicuro c’è che di ministri si parlerà al Consiglio federale della Lega di oggi. Mentre domani Meloni è attesa al direttivo nazionale di FdI.

daniele franco a cernobbio 2daniele franco a cernobbio 3il banchiere fabio panetta

Ultimi Dagoreport

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO