giorgia meloni giuseppe conte

“GIORGIA MELONI NON PUÒ ALLUDERE. SE SA QUALCOSA, È SUO DOVERE DIRLO” – GIUSEPPE CONTE SCATENATO CONTRO LA DUCETTA, CHE HA VAGHEGGIATO DI PRESUNTE MANINE (“QUALCUNO PENSA DI POTER DARE LE CARTE”): “NON RIESCE AD ASSUMERSI LE RESPONSABILITÀ. SUL MES RACCONTA MENZOGNE PER DARE COLPE AD ALTRI E SULLA LEGGE BAVAGLIO SCARICA SUL PARLAMENTO QUANDO IL BAVAGLIO ALLA STAMPA LO METTE LEI” – “SEMBRA UN VASO DI TERRACOTTA TRA VASI DI FERRO. MA IN EUROPA LE HANNO GIÀ PRESO LE MISURE: HANNO CAPITO CHE È UN LEONE IN CAMPAGNA ELETTORALE E UN AGNELLINO AI VERTICI INTERNAZIONALI…”

Estratto dell’articolo di Serenella Mattera per “la Repubblica”

giuseppe conte

 

Una Giorgia Meloni «leone in campagna elettorale e agnellino ai vertici internazionali», che fa la «vittima» e intanto sui casi politico-giudiziari che lambiscono il governo «fa esplodere la questione morale». Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 stelle, ha seguito la conferenza stampa della premier e si è convinto che sia «in grossa difficoltà, al di là dei suoi soliti toni muscolari».

 

Sicuro? Lei si è mostrata persuasa di poter essere “la premier più longeva”.

«Pur di coprire i suoi fallimenti in economia, immigrazione e politica estera dice bugie e ricorre al solito “vittimismo meloniano”: accuse agli avversari politici e complottismi anziché autocritica sui suoi tanti errori.

 

CONFERENZE - MEME BY EMILIANO CARLI

Nessuna visione, nessuna ricetta per la crescita. Giorgetti aveva escluso manovre correttive e Meloni già lo smentisce con un “valuteremo”. Stravolgimenti della realtà che da un presidente del Consiglio non ci si aspetterebbe, il rischio è che ci si abitui un po’: anche per questo ho chiesto un Giurì d’onore sulle accuse che mi ha rivolto sul Mes».

 

Non è stato il suo governo a guida M5S a dare il via libera all’accordo in Europa sulla riforma, salvo dire no in Parlamento?

«Il via libera politico l’ha dato Meloni nel 2011, nel governo Berlusconi, con la Lega. Noi […] abbiamo chiarito a tutti i leader europei che la ratifica sarebbe stata condizionata ad una completa revisione del Mes e soprattutto alla profonda modifica del Patto di stabilità».

 

Ma poi sia M5s che FdI hanno votato no al Mes: l’avete aiutata?

«Meloni non riesce ad assumersi le responsabilità. Sul Mes racconta menzogne per dare colpe ad altri e sulla legge bavaglio scarica sul Parlamento quando il bavaglio alla stampa lo mette lei».

 

LA CONFERENZA STAMPA DI GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

Ma lei approva il No al Mes e Sì al Patto di stabilità di Meloni?

«Al contrario. Penso che passerà alla storia per avere introdotto nel 2011 il Mes e per aver approvato adesso questo “pacco” di stabilità […]. I cittadini in buona fede pensavano di aver mandato in Europa una “patriota”, ma Meloni sembra un vaso di terracotta fra vasi di ferro. Oggi si dice “soddisfatta” dell’accordo sul Patto di stabilità: è soddisfatta degli oltre 12 miliardi di tagli l’anno che il Patto impone all’Italia? Sconcertante. Ma in Europa le hanno già preso le misure: hanno capito che Meloni è un leone in campagna elettorale e un agnellino ai vertici internazionali».

 

Intanto la premier vi accusa tra garanzie per i prestiti, obbligo del Pos e Superbonus di essere “cintura nera in aiuti alle banche”.

giancarlo giorgetti giorgia meloni

«Quando parla di economia, si ritrova in territorio ostile, materia per lei sconosciuta. Affermare che abbiamo fatto un regalo alle banche […] significa malafede o crassa ignoranza. Noi abbiamo soffiato ossigeno per salvare il tessuto produttivo. Meloni dice una sfacciata bugia quando sostiene di essere l’unica che ha tassato banche. Non si è mai vista una tassa sugli extraprofitti che genera zero euro».

 

Questione morale: lei ha sollevato il tema su governo e maggioranza con una lettera a Repubblica, la premier risponde di non aver mai chiesto dimissioni di avversari politici indagati.

CHIARA APPENDINO GIUSEPPE CONTE

«Quando era all’opposizione chiedeva, lei sì, le dimissioni di tutti. [...] In questo governo abbiamo visto sottosegretari che divulgano informazioni riservate per attaccare l’opposizione, ministri che vengono in Parlamento a mentire sulle attività societarie svolte, altri che fermano treni. Un premier deve scegliere: solidarietà di partito e di coalizione o tutela delle istituzioni? Lei ha scelto la prima alternativa».

 

Su Grillo indagato e Appendino condannata non applicate, come dice la premier, doppio standard?

LA VIGNETTA DI MANNELLI SULLA CONFERENZA STAMPA DI GIORGIA MELONI

«Ma nessuno di loro ha incarichi di governo o ha leso il decoro delle istituzioni. […]  La responsabilità penale è un conto, qui parliamo di responsabilità politica. [...]Lei gestisca pure il partito come un affare familiare. Ma degli incarichi di governo risponde a tutti i cittadini».

 

Quindi anche Salvini dovrebbe rendere conto del caso Verdini?

«La differenza tra Meloni e me è che quando Salvini non volle andare in Parlamento a rispondere del caso Metropol ci andai io per difendere con trasparenza il prestigio delle istituzioni. Meloni sta dicendo a Salvini che non deve andare a riferire nonostante Anas sia una società pubblica che opera sotto il controllo del ministero di Salvini. […] Sta facendo esplodere la questione morale. È devastante per le istituzioni».

 

giorgia meloni conferenza stampa di fine anno 3

Meloni è sotto ricatto?

«Da premier non può alludere, se sa qualcosa, è suo dovere dirlo».

 

[…] Meloni si confronterà in tv con Schlein. Nella sfida a due, lei non rischia di essere tagliato fuori?

«Meloni può fare le strategie che vuole e scegliere di confrontarsi con chi vuole. Con me ha rifiutato, intimando ai vertici di FdI il niet ad una mia presenza ad Atreju. Ciò che però non può fare è scegliersi gli oppositori e dare patenti di legittimità ai suoi avversari. Sulla strada dell’opposizione, contro le sue bugie e i suoi fallimenti, troverà sempre me e il M5S».

GIORGIA MELONI

giorgia meloni conferenza stampa di fine anno 2

GIORGIA MELONIGIORGIA MELONI CORRE IN BAGNO DURANTE LA CONFERENZA STAMPA - MEME BY 50 SFUMATURE DI CATTIVERIA

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?