giorgia meloni elly schlein elezioni regionali

GONG! ELLY SCHLEIN VUOLE SFIDARE (IN TRASFERTA) GIORGIA MELONI: E’ PRONTA AD ACCETTARE, PER LA PRIMA VOLTA, L’INVITO AD ATREJU SOLO SE SI PUO’ CONFRONTARE FACCIA A FACCIA CON “LA STATISTA DELLA SGARBATELLA” (UN DUELLO CHE SERVE A ELLY PER ACCREDITARSI NELLA CORSA A CANDIDATA PREMIER DELLA COALIZIONE PROGRESSISTA) – LA FRENATA DI DONZELLI: "VEDIAMO SE SONO D'ACCORDO GLI ALTRI LEADER DEL CENTROSINISTRA PRESENTI" (CONTE E RENZI HANNO CONFERMATO LA LORO PARTECIPAZIONE) – MELONI E’ TENTATA PER INDOLE, SOPRATTUTTO SE SFIDATA PUBBLICAMENTE…

 

 

 

1 - ATREJU, FDI INVITA SCHLEIN "ACCETTO SOLO SE FARÒ IL CONFRONTO CON MELONI" 

schlein meloni

Serena Riformato per “la Repubblica” - Estratti

 

Un nuovo invito per il palco di Atreju è arrivato in Largo del Nazareno. Fratelli d'Italia, come già era accaduto nel 2023, ha chiesto alla segretaria del Pd Elly Schlein di partecipare alla festa di partito che si terrà a Roma, sullo sfondo di Castel Sant'Angelo, dal 6 al 14 dicembre. 

 

La novità? Questa volta gli emissari di via della Scrofa non si sono visti sbattere la porta in faccia. La leader dem ha lasciato uno spiraglio. E al responsabile organizzazione di FdI Giovanni Donzelli – plenipotenziario del maxi-evento meloniano – ha risposto un «forse sì». Legato a un'unica condizione: «Vengo solo se posso confrontarmi direttamente con Giorgia Meloni». Ecco il guanto di sfida: un faccia a faccia inedito fuori dall'aula di Montecitorio. 

GIORGIA MELONI SCRIVE UNA LETTERA A ELLY SCHLEIN

 

Fratelli d'Italia, per ora, non ha chiuso. Donzelli si è limitato a far presente una complicazione non da poco: «Se va bene a tutti, visto che stiamo invitando tutti i leader dell'opposizione e hanno già quasi tutti accettato, porterò questa proposta a Giorgia Meloni e deciderà lei».

 

E qui la strada diventa in salita: il presidente del M5S Giuseppe Conte, il leader di Italia viva Matteo Renzi e quello di Azione Carlo Calenda hanno già confermato. Sono quasi habitué. Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni di Avs sono stati contattati, ma non hanno ancora deciso: «Aspettiamo la data». Perché il duello Meloni-Schlein si faccia, tutti, nessuno escluso, dovrebbero farsi andare bene l'ombra dei personaggi secondari e lasciare le luci della ribalta alla segretaria Pd. 

 

«L'unica cosa che ci interessa è non mancare di rispetto agli altri leader di opposizione che hanno dato disponibilità senza porre alcuna condizione», è stata la precisazione sibillina di Donzelli.

elly schlein meloni tajani

 

(…)

Carte ancora coperte per l'edizione 2025. Tranne il titolo, tributo al governo: "Sei diventata forte. L'Italia a testa alta". 

 

2 - GIORGIA ADESSO È TENTATA DALLA SFIDA SUL PALCO DI CASA: NON VUOLE APPARIRE IN FUGA 

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica” - Estratti

 

Non esclude di accettare. Di più: è tentata, fortemente tentata di presentarsi sul palco e affrontare il duello con Elly Schlein. 

 

elly schlein meloni tajani

Premessa: Giorgia Meloni non aveva previsto la mossa della leader dem. Come lei, i vertici meloniani: nessuno aveva ipotizzato che la segretaria del Pd potesse dire sì all'invito. Anno dopo anno, aveva sempre declinato.

 

Stavolta è diverso, a sorpresa. Ecco perché, a caldo, la presidente del Consiglio tentenna, ci pensa, valuta costi e benefici. 

 

Non ufficializza un'apertura, ma non si tira neanche fuori dal possibile confronto pubblico ad Atreju. Valuta le conseguenze di un passaggio che si trasformerebbe in un avvenimento politico. Di più: inizia a pensarci ed è addirittura orientata a dirsi disponibile. E insomma: dovesse decidere domani, probabilmente salirebbe su quel palco. 

 

A sera, parla Giovanni Donzelli. Il responsabile organizzazione di Fratelli d'Italia rimanda sostanzialmente la palla nel campo avversario. 

meloni calenda schlein conte

 

(...)

Da collocare eventualmente in una delle giornate centrali della festa, mentre di solito a Meloni è riservata la chiusura di Atreju.

 

Un passaggio che diventerebbe impegno da gestire, per la premier, ben consapevole che a dicembre esistono almeno tre appuntamenti internazionali: una visita in Bahrein, un incontro tra leader sui migranti a Bruxelles il 10 dicembre, il Consiglio europeo del 18-19 dicembre. Fatiche a cui aggiungere quella per prepararsi al meglio per la resa dei conti con la leader dell'opposizione, che attirerebbe l'attenzione dei media. 

 

E poi, nella riflessione meloniana pesa un elemento pre-politico: per indole, la premier fatica a mostrarsi in ritirata, soprattutto se sfidata pubblicamente. Le peserebbe dunque farlo, questo raccontano i suoi da Palazzo Chigi.

 

ELLY SCHLEIN ALLA CAMERA TRA I CARTELLI DEL PD CONTRO GIORGIA MELONI

È anche vero – ed è una regola aurea di molte campagne elettorali - che chi si trova in una posizione di forza ha meno interesse a mettersi in gioco, mentre chi deve inseguire di solito spinge per organizzare questo tipo di confronti. E dunque, la dem preme per salire su quel palco. Certo, in questo caso non ci sono elezioni in vista, ma è evidente che un faccia a faccia segnerebbe l'avvio del lungo duello che condurrà fino alle prossime politiche del 2027. 

 

Schlein ha interesse a polarizzare lo scontro, nessuno dei suoi fedelissimi lo nega. Decide di accettare l'invito dopo essersi confrontata con chi si fida. È consapevole, per dirla con una formula circolata nelle ultime ore, «che un gol in trasferta vale doppio»: non è detto che vinca, potrebbe addirittura perdere, ma a meno di clamorosi inciampi trarrebbe forza dal mostrarsi nella tana del nemico (politico). Per di più di fronte a un pubblico ostile, circostanza che di norma legittima una leadership. 

ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI ELLY SCHLEIN GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSEelezioni comunali elly schlein giorgia melonischlein melonielly schlein bacia giorgia meloni creato con ia

(…)

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”