pignoramento conto corrente conte gualtieri

GUALTIERI: IL MES SERVE PER EVITARE ''TENSIONI DI CASSA''. COME DAGO-ANTICIPATO, FINITE LE TROMBETTE PER IL CONTE DI BRUXELLES, SUONANO LE CAMPANE A MORTO DELLE CASSE PUBBLICHE. SONO VUOTE E IL TESORO È DISPERATO. CON 25 MILIARDI DI EXTRA-DEFICIT E I SOLDI EUROPEI CHE NON ARRIVANO PRIMA DEL 2021, L'ATTIVAZIONE DEL FONDO SALVA-STATI DIVENTA ''URGENTE''. OVVIAMENTE È ANCHE L'ULTIMA CARTUCCIA CHE HA IL PD PER MANTENERE LA PROMESSA FATTA ALL'EUROBUROCRAZIA

ESAURITE LE VELINE DI TA-ROCCO CASALINO, ORA C'È IL VERO PROBLEMA: NELLE CASSE PUBBLICHE NON C'È UN EURO. VISTO CHE CONTE RIMANDA ANCORA SUL MES, GUALTIERI HA DAVANTI TRE STRADE…

 

https://m.dagospia.com/esaurite-le-veline-di-casalino-possiamo-dirlo-non-ha-vinto-conte-ma-angela-merkel-242812

 

 

PRESSING DI GUALTIERI SUL MES: TENSIONI DI CASSA SENZA IL FONDO

Gianni Trovati per ''Il Sole 24 Ore''

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Con altri 25 miliardi di deficit il Mes diventa cruciale per evitare problemi alle casse dello Stato. Suona così, a quanto risulta al Sole 24 Ore da più fonti, il concetto spiegato dal ministro dell' Economia Gualtieri ai capidelegazione della maggioranza riuniti mercoledì sera per fare il punto prima del consiglio dei ministri che ha dato il via libera alla terza richiesta di scostamento. Con il Pd e Italia Viva il titolare dei conti italiani sfonda una porta aperta, da Leu il ministro della Salute Speranza è tornato anche ieri a premere spiegando a Radio 24 che «alla sanità sono necessari almeno 20 miliardi di finanziamento», e il suo ministero ha già preparato un piano che poggia anche sul Mes.

 

Il problema restano i Cinque Stelle, che freschi della performance europea del premier Conte tutto vogliono tranne che riaprire un dossier in grado di spezzare i loro gruppi parlamentari. Al tavolo il capodelegazione M5S, il ministro della Giustizia Bonafede, avrebbe chiesto di rimandare la discussione perché «oggi stiamo ancora festeggiando il Recovery Fund». Richiesta accolta anche da Dario Franceschini, che alle riunioni di governo guida i Dem. Ma l' attesa non potrà essere lunga.

roberto gualtieri si congratula con giuseppe conte per l'informativa sul mes

 

Perché l' idea che l' aumento di 34 miliardi della quota di prestiti nella Recovery and Resilience Facility permetta all' Italia di fare a meno del Fondo Salva-Stati, tramontata in poche ore, poteva essere buona per il dibattito politico italiano. Ma fa a pugni con la realtà. Per ragioni facili da intuire quando dalla battaglia delle dichiarazioni si passa al pratico. Primo: il Mes è disponibile subito, mentre i prestiti del nuovo programma comunitario saranno concessi a rate e non partiranno prima del prossimo anno.

 

Secondo: le condizionalità, in un' ottica ribaltata rispetto a quella che agita le polemiche domestiche. I prestiti comunitari partiranno se i programmi nazionali supereranno l' esame di Comitato economico finanziario, Commissione e Consiglio europeo. Il Mes nella versione riscritta dall' Eurogruppo dell' 8 maggio (anche su pressione italiana) chiede solo di essere destinato alle ««spese sanitarie dirette e indirette».

 

Terzo: il Mes, e solo il Mes, aprirebbe la strada all' Omt, l' ombrello generale della Bce sui titoli a breve che potrebbe tornare utile a un Paese con la macchina delle emissioni di debito destinata a viaggiare a lungo a pieni giri.

 

Proprio i confini indefiniti delle spese legate in modo «indiretto» all' emergenza sanitaria alimentano le ipotesi tecniche che al Mef stanno studiando per sostituire con il fondo Salva-Stati una quota delle uscite oggi a carico dei tendenziali italiani in difficoltà. Con i 25 miliardi destinati al decreto di agosto il deficit ufficiale del 2020 arriva ora all' 11,9% del Pil, mentre il debito viaggia al 157,6%, e un' ulteriore revisione al ribasso delle stime di "crescita" nella Nota di aggiornamento al Def di settembre spingerà ancora più in alto queste cifre. Senza avviare nessuna nuova misura anticrisi prima del 2021.

Conte Speranza

 

In un contesto del genere utilizzare per nuove spese il Sure (già deciso) e il Mes, anche in un orizzonte a cavallo fra il 2020 e il 2021, porterebbe il deficit di quest' anno intorno al 14%. Mentre l' impiego di queste risorse in sostituzione di spesa nazionale avrebbe l' effetto contrario. Per il Sure non c' è problema, viste le dimensioni ciclopiche della spesa per gli ammortizzatori sociali che assorbirà anche 10 dei 25 miliardi della manovra d' estate. Per il Mes, i lavori sono in corso. E anche così si spiega la presa di posizione di Speranza: «Quel che non può succedere assolutamente - ha detto - è che non arrivino i soldi per la sanità». Soldi nuovi, s' intende.

 

Ma il sentiero resta stretto (copyright Padoan) perché i 25 miliardi serviranno in larghissima parte alla replica di misure già avviate, dal lavoro (10 miliardi) agli enti territoriali (5,2), dalle sospensioni fiscali (3,8) al rifinanziamento del fondo Pmi (800 milioni).

 

klaus regling

L' esigenza di coprire il rischio che queste garanzie si trasformino in pagamenti aiuta a spiegare il fatto che lo scostamento chiesto dal governo impatta anche sui prossimi anni, con 6,1 miliardi di deficit nel 2021, 1 miliardo nel 2022, 6,2 nel 2023, 5 nel 2024, 3,3 nel 2025, e 1,7 dal 2026. Un conto in cui entra anche il rifinanziamento di spese in conto capitale per i prossimi anni.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…