vladimir putin olaf scholz angela merkel

BERLINO KAPUTT - LA GUERRA IN UCRAINA È L’OCCASIONE PERFETTA PER USA E REGNO UNITO PER REGOLARE FINALMENTE I CONTI CON LA GERMANIA E IL SUO MODELLO ECONOMICO COSTRUITO NEGLI ANNI DELLA MERKEL, CHE AVEVA TRA I SUOI PILASTRI LA RELAZIONE PRIVILEGIATA CON PUTIN E LA MANODOPERA A BASSO COSTO DELL’EST - BELPIETRO: “LA LEADERSHIP DELLA GERMANIA ESCE A PEZZI. PER ANNI BERLINO HA DETTATO LA LINEA. I TEDESCHI ERANO ALLA GUIDA DELLA LOCOMOTIVA, GLI ALTRI SUI VAGONI. OGGI, LA GERMANIA NON SOLO HA RALLENTATO LA CORSA, MA È DERAGLIATA LA SUA CAPACITÀ DI GUIDARE IL CONTINENTE”

1 - PRESSIONE ALLE STELLE CONTRO BERLINO L'ISOLAMENTO HA UNA REGIA AMERICANA

Giuseppe Liturri per “La Verità”

 

vladiimir putin dona un mazzo di fiori ad angela merkel

Il crocevia decisivo dei futuri sviluppi della guerra in Ucraina non è nelle martoriate terre del Donbass e nemmeno a Kiev o Mosca. Ma a Berlino, anzi nel «cielo sopra Berlino» che vorremmo poter sorvolare come i due angeli del famoso film di Wim Wenders per origliare le discussioni che animano i centri decisionali politici ed economici della Capitale.

 

Come vi abbiamo dettagliatamente illustrato nei giorni scorsi, la guerra in Ucraina è l'occasione per uno storico regolamento di conti tra la Germania e l'anglosfera con in testa Uk e Usa. Questi Paesi non fanno mistero di voler attaccare un modello economico e geopolitico che Berlino aveva pazientemente costruito negli ultimi 20 anni e che aveva tra i suoi pilastri fondanti la relazione privilegiata con Mosca e le forniture di materie prime a basso costo per la potente macchina industriale tedesca.

joe biden e olaf scholz con stoltenberg, von der leyen e trudeau

 

Gas e petrolio russo, manodopera a basso costo proveniente dai Paesi dell'Est europeo opportunamente accolti nell'Ue nel 2004, un mercato unico da 450 milioni di consumatori, una valuta comune relativamente sottovalutata rispetto al marco, questi i pilastri sapientemente costruiti a partire dalla riunificazione.

 

Con risultati straordinari sulla bilancia commerciale: un surplus che, a partire dal 2000 ha raggiunto la cifra record del 7,6% del Pil nel 2015, per poi arretrare tra il 5% e il 6% negli ultimi due anni. Tutto ciò ha determinato un significativo accumulo di risparmio, prontamente reinvestito oltreoceano - dove prima della crisi Lehman qualsiasi spazzatura finanziaria veniva comprata a piene mani da «quelli di Dusseldorf» - e una simmetrica carenza di consumi e investimenti. Il fuoco covava sotto la cenere da troppo tempo.

 

URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI

E le prime scintille affiorarono nel gennaio 2017, all'inizio della presidenza Trump - più attento agli aspetti economici che geopolitici - quando, dalle colonne del Financial Times la Germania fu accusata dal consigliere al commercio Peter Navarro di usare un euro «esageratamente sottovalutato» per «approfittarsi» degli Usa e dei suoi partner europei.

 

Ma fino a quando tale modello provocava gravi e dannosi contraccolpi alle economie di Italia, Spagna e Grecia, si trattava di danni collaterali non sufficienti a scuoterlo dalle fondamenta.

 

olaf scholz joe biden 2

La guerra in Ucraina è stata un potente catalizzatore di tale frattura sotterranea e la posizione Usa - immediatamente schierata non per la pace ma per l'isolamento e l'annichilimento economico della Russia e, di conseguenza, la distruzione dello storico legame tra Mosca e Berlino - è stata da subito rivelatrice della linea di faglia ormai affiorante.

le vie del gas russo

 

Per definire la posizione tedesca sono state illuminanti le parole dell'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder che, a fine gennaio, con il salire della tensione presso il confine russo-ucraino, ha ritenuto come una provocazione per Mosca il viaggio del ministro degli Esteri, Annalena Baerbock, a Kiev prima di recarsi nella Capitale russa. Aggiungendo poi che si augurava che avesse fine il «tintinnare di sciabole» da parte ucraina. È il caso di segnalare che Schröder è presidente del gasdotto Nord Stream 2 ed è stato nominato a far parte del consiglio di amministrazione di Gazprom.

trump e merkel 4

 

Se queste sono le premesse, è consequenziale che la premier estone, Kaja Kallas, abbia dichiarato ieri che «la Germania deve assumere un ruolo di primo piano per fermare la macchina da guerra di Putin».

 

Così come il comandante delle forze ucraine asserragliate nelle acciaierie Azovstal, Serhiy Volyna, ha lanciato un appello alla Germania chiedendo aiuto per evacuare dall'assediata Mariupol. Ovviamente, sullo sfondo, l'altro macro snodo: quello dell'embargo a gas e petrolio, frenato per ovvie ragioni proprio da Berlino.

Kaja Kallas

 

Se questa è la cronaca, risulta profetica l'analisi di Dario Fabbri pubblicata su Limes nel giugno 2017, che consente di comprendere la postura di Washington in questa crisi e la posizione quasi spalle al muro di Berlino. Fabbri scriveva: «Interdire a Berlino la possibilità di dominare la massa eurasiatica, unilateralmente o in ostile coabitazione con la Russia, è urgenza che innesca la forza reattiva della superpotenza, ovvero la sua attitudine migliore [].

angela merkel vladimir putin

 

Nei prossimi anni Washington potrebbe colpire massicciamente l'industria teutonica, insidiare qualsiasi nucleo si generi attorno alla Bundesrepublik, sconvolgere la burocrazia tedesca, incendiare l'Europa orientale. Attraverso dazi, tariffe, manovre militari, offensive d'intelligence».

 

Fabbri analizzava il proposito americano e preannunciava che «l'offensiva statunitense ai danni della Germania avrà dimensione dialettica, commerciale, militare, surrettizia» perché «Washington non può tollerare che uno dei suoi principali clientes si ricavi un feudo all'interno dell'impero e che intrattenga rapporti di natura strategica con i suoi antagonisti».

joe biden videoconferenza con macron johnson e scholz

 

Chiudeva auspicando che «la chiave consisterà nel disfare il progetto teutonico senza minare la struttura imperiale, già provata dalle sortite dialettiche di Trump. Nel mantenere lo scontro nell'alveo della razionalità, senza lasciarsi travolgere dall'impeto». Ce lo auguriamo tutti.

 

 

2 - LA GUERRA NON È FINITA MA L'UE HA GIÀ PERSO

Maurizio Belpietro per “La Verità”

 

draghi scholz

Non so chi vincerà la guerra in Ucraina, ma so con certezza chi l'ha già persa. La vera sconfitta è l'Europa, che ancora una volta ha dimostrato di essere divisa e di non contare nulla. All'appuntamento con la storia i leader dell'Unione si sono infatti presentati in ordine sparso e le missioni a Kiev organizzate dai diversi Paesi ne sono la dimostrazione. Bruxelles non ha una linea unitaria, ma ne rappresenta più di una ventina, vale a dire quanti sono gli Stati membri della Ue.

 

zelensky merkel macron putin

Si può infatti dire che la strategia dell'Ungheria sia identica a quella della Polonia o che Estonia, Lettonia e Lituania perseguano gli stessi obiettivi dell'Olanda? La Francia ha una sua visione del conflitto che non è uguale a quella dell'Italia, mentre la Germania ha interessi che divergono da quelli della Svezia o della Finlandia.

 

(…) Due mesi di guerra hanno dimostrato che di fronte a una potenza come la Russia, per quanto disorganizzata e priva di mezzi, la supremazia militare dell'Europa è un'illusione. Abbiamo le armi, abbiamo sistemi di difesa e anche di offesa e noi e l'America ne abbiamo elargiti in abbondanza all'esercito e ai volontari ucraini, ma finora siamo solo riusciti ad aumentare la mattanza, non a fermare Putin.

 

olaf scholz joe biden

C'è poi un altro elemento che mi induce a ritenere che la Ue uscirà da questo conflitto con le ossa rotte. Non ci sono solo le questioni economiche, che pure sconteremo e stiamo già scontando. Non ci sono solo le divisioni e l'assenza di una linea politica condivisa.

DOVE PASSA IL GASDOTTO Nord Stream 2

 

C'è che da questa guerra esce a pezzi la leadership della Germania. Per anni Berlino ha dettato la linea. Sia che si trattasse di imporre sanzioni alla Grecia, sia che si decidesse di far digerire scelte economiche rigoriste a tutta la Ue. I tedeschi erano alla guida della locomotiva, gli altri europei viaggiavano su vagoni agganciati al locomotore.

 

putin schroeder

Oggi, con la guerra, la Germania non solo ha rallentato la corsa, ma è deragliata la sua capacità di guidare il continente. Vi sareste mai aspettati il rifiuto di Volodymyr Zelensky di ricevere la visita del presidente tedesco? Avreste mai immaginato che Berlino negasse l'invio di armi pesanti all'Ucraina e per questo fosse attaccata da Estonia e Paesi confinanti?

 

vladimir putin emmanuel macron.

Chi poteva credere che il cancelliere tedesco avrebbe respinto la richiesta di staccarsi dal gas russo, dimostrando così la fragilità del sistema imprenditoriale ed economico di Berlino? No, oltre a dimostrarsi divisa e gregaria, l'Europa con questa guerra si è scoperta priva di leadership proprio nel momento in cui ne avrebbe bisogno. Per fermare il conflitto, ma soprattutto per evitare il degrado economico e politico a cui siamo destinati se, fatti tacere i cannoni, l'equilibrio del mondo si sposterà verso l'Asia.

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...